I personaggi di G. K. Chesterton: l’uomo comune 4 – La tradizione cristiana
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Fonte di conoscenza, di accorgimenti, dicevamo, questa saggezza popolare è fonte anche di giudizi. A lungo il giudizio su Lord Ivywood, che ha fatto bruciare la sua osteria, sua abitazione e suo lavoro, è in lui mitigato dalla constatazione che Lord Ivywood è un aristocratico: quindi per definizione un uomo che non può essere normale, ragionevole, perché è fuori del popolo, è un eccentrico; mentre il genio abbiamo visto è centrico.
Pump non giudica comunque per definizioni: il suo giudizio nasce dalla storia; e dal momento che tutti i suoi antenati hanno mostrato qualche stranezza, non fa stupire più di tanto la bizzarria di Lord Ivywood di odiare le osterie. Egli si ribella, all'inizio quasi solo per dare corda all'amico Dalroy: e quando esplode la sua ribellione, egli rivolge al suo avversario un discorso di giustificazione: "Mio Lord, vorrei dirvi una parola. lo ho imparato il mio catechismo e non sono mai stato coi radicali. Voglio che voi vediate ciò che mi avete fatto. Voi avete rubato una casa che era mia, come quella là è vostra. [...] Per quello che posso dire io, voi siete un padrone cattivo e crudele. [...] Beh, il parroco ha sempre detto che noi possiamo tirare ai ladri."(GKC, L’osteria volante, pag. 206).
"Io ho imparato il mio catechismo, non sono mai stato coi radicali, il parroco ha detto..."; l'azione eversiva (Pump sparerà a Lord Ivywood, ferendolo solo ad una gamba, volutamente, dacché è abile bracconiere), è giustificata per il fatto di essere espressione della tradizione. Il catechismo è il cuore della tradizione, il rifiuto dei radicali esprime la volontà di rimanere al centro del grande fiume della tradizione, la centralità del genio. L'azione stessa non è ribellione contro l'autorità (Mio Lord), ma legittima difesa dei diritti che la tradizione afferma essere di tutti. E' lecito ribellarsi a Lord Ivywood perché egli è cattivo: è la dottrina cattolica dell'autorità quella che autorizza l'azione eversiva, così estranea alla natura dell'uomo comune. Mai infatti gli altri esponenti della comune umanità, gli operai inglesi che affollano ogni luogo in cui Dalroy pianta l'insegna, bramando di trovare un’osteria, mostrano l'intenzione di infrangere la legge: chiedono da bere perchè la legge dice che è lecito bere alcolici solo nei locali che hanno l'insegna, e l’insegna c'è, anche se poi spesso scompare lasciandoli confusi; essi hanno per la legge il massimo rispetto, benché la trovino assurda ed ingiusta. Quando si sollevano, è perchè scoprono che qualcuno la stava infrangendo: i farmacisti che vendevano alcolici sottobanco ai ricchi. Contro di loro esplode la furia popolare. La tradizione incarnata da Pump è per sua natura conservatrice: ma là dove il potere cerca di distruggerla, essa, che è la fonte originaria di quel potere, lo delegittima. Il rispetto per l'aristocrazia è fondato sulla religione: quando l'aristocrazia pretende fondarlo su sé stessa, esso che come tutte le cose non può reggersi da sé stesso, crolla.
La tradizione coincide dunque per Chesterton con la religione cristiana. Pump non parla spesso di religione: le poche parole che abbiamo visto rivolgere a Lord Ivywood sono forse le uniche che permettono di identificarlo come cristiano, insieme a quelle che rivolge, stupendola, a Lady Giovanna, non più avvezza ad ascoltare il linguaggio cristiano: ”[Lady Giovanna]: "Oh, Pump credete che saremo ancora così felici un giorno?" "Dipende dalla Provvidenza, immagino". (Ibidem, pag. 44).
La fede nella Provvidenza sembra a Lady Giovanna una sopravvivenza del passato, ma è essa la base della tranquilla operosità dell'uomo comune. Pochi sono così i tratti specificatamente cattolici che dalle parole di Pump si possono arguire, ma d'altra parte non è nel regno delle parole che vive Pump, ma in quello della storia, dei fatti: e il fondamento della cultura del popolo europeo, e quindi inglese, è nei fatti il Cristianesimo; come era costretto a riconoscere Croce con il suo famoso "non possiamo non dirci cristiani". La ribellione dell'osteria volante non è così un gesto eversivo, ma restauratore di quella cultura che Lord Ivywood disconosce, ma di cui è egli stesso un prodotto.