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I personaggi di G. K. Chesterton - L’investigatore 4 - Il realismo di Padre Brown

Autore:
Platania, Marzia
Fonte:
CulturaCattolica.it
E' l’impatto con la realtà così come essa è che persuade dell’esistenza di Dio, è il realismo la via maestra della conversione al cristianesimo: così come è accaduto a Chesterton stesso, il quale vedeva come sotto i suoi occhi la dottrina cattolica spiegasse tutta la realtà senza doverne lasciare fuori nulla.

Come l'innocente, Padre Brown posa sul mondo uno sguardo spalancato a cogliere tutta la realtà così come essa si presenta. L'umanità ordinaria che lo circonda ha in gran parte perso questa capacità di realismo: “La gente accoglie prontamente le notizie campate in aria, diffuse da questo o da quello. Ciò travolge tutto il nostro vecchio razionalismo e scetticismo, avanza come il mare e il suo nome è: superstizione. [...] E' il primo effetto di non credere in Dio questo perdere il senso comune e non poter vedere le cose come sono. [...] E un cane è un presagio, un gatto è un mistero e un maiale è una mascotte, e uno scarafaggio è uno scarabeo, chiamando a raccolta tutta la fauna del politeismo d'Egitto e della vecchia India; il cane Anubis, e il gran Pasht dagli occhi verdi e tutti i sacri tori urlanti di Bashan, rotolando indietro, fino agli dei bestiali dei primordi, incarnati in elefanti, serpenti e coccodrilli; e tutto perché si ha paura di poche parole: "Egli si è fatto Uomo"”. (GKC, I racconti di Padre Brown, pag. 476).
E' l’impatto con la realtà così come essa è che persuade dell’esistenza di Dio, è il realismo la via maestra della conversione al cristianesimo: così come è accaduto a Chesterton stesso, il quale vedeva come sotto i suoi occhi la dottrina cattolica spiegasse tutta la realtà senza doverne lasciare fuori nulla, e anzi spiegando anche quelle bizzarrie che attiravano lo sguardo per la loro apparente contraddittorietà: qualsiasi bastone può per caso adattarsi ad un buco, esemplificava, ma una toppa è più complicata, e se una chiave vi entra perfettamente, vuol dire che è la chiave giusta. Come l'innocente, Padre Brown è moralmente ineccepibile, malgrado a volte le apparenze siano contro di lui: perché chi è onesto per consuetudine è sempre sull'orlo del baratro in cui Satana attende di precipitarlo: solo una salda filosofia e l'aiuto della Grazia sempre rinnovata di Dio rende saldo l'uomo sulla via del bene. Padre Brown polemizza spesso con chi rifiuta questo esame reciproco di teoria e prassi: "Temo di essere un uomo troppo pratico" disse il dottore in tono brusco "Non mi immischio molto di religione o di filosofia". "Eppure non sarete mai un uomo veramente pratico, finché non ve ne occuperete" (Ibidem, pag. 544), ribatte a chi cerca di scindere questi due aspetti inestricabilmente connessi. Ed ancora: "La gente vi dirà che le teorie non hanno importanza e che la logica e la filosofia non sono cose pratiche. Non crediate a costoro. La ragione viene da Dio e quando avviene qualcosa di irragionevole, questo qualcosa è importante." (Ibidem, pag. 724).
Come e più del poeta, Padre Brown è uomo che usa la ragione nel suo più pieno significato. La ragione è dono di Dio, e quando l'uomo abdica al suo uso o alle sue regole il delitto è in agguato. Il non uso della ragione, o il suo cattivo uso, è un delitto contro Dio. Anche il cattivo uso è spesso un non-uso: significa non condurre il ragionamento fino alla sua naturale conclusione. Non è certo il caso di Padre Brown: “Padre Brown possedeva una di quelle teste che non possono evitare di porsi delle domande”. (Ibidem, pag. 56).
In Padre Brown vi erano due uomini: vi era l'uomo d'azione, che era modesto come una margheritina e puntuale come un orologio, che girava intorno al suo piccolo quadrante di doveri e non aveva mai pensato di mutarli. V'era poi l'uomo meditativo, che era molto più semplice, ma assai più forte, che non si poteva facilmente arrestare, la cui mente era sempre, e solamente nel senso più intelligente della parola, una mente libera. Egli non poteva trattenersi, anche inconsciamente, dal porsi tutte le domande che vi erano da farsi, e di rispondere a tutte quelle che poteva”. (Ibidem, pag. 368).
Padre Brown aveva un forte fiuto del male. [..] Il suo coraggio era molto; ma forse era ancora più forte in lui la curiosità. Tutta la vita era guidata da una fame intellettuale di verità, anche nelle piccolezze”. (Ibidem, pag. 421).