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I personaggi di G. K. Chesterton: il patriota 2 - Il Napoleone di Notting Hill

Autore:
Platania, Marzia
Fonte:
CulturaCattolica.it
Adam Wayne è colui che incarna la sovrannaturale fedeltà alle cose che è loro dovuta senza limiti previ e condizioni, semplicemente perché esse esistono.

Notting Hill non è quindi solo un quartiere. Per Adam Wayne Notting Hill è il mondo, come lo ha trovato venendo alla luce, come gli si è fatto innanzi quando è giunto alla coscienza. Notting Hill è la natura, è la controfigura del cosmo. L'atteggiamento del protagonista verso il suo quartiere è quindi emblematicamente l'atteggiamento dell'uomo verso il mondo. In “Ortodossia”, sua principale opera teorica, il nostro autore distingue in merito al rapporto e al giudizio che l'uomo ha sul mondo, tre posizioni fondamentali. La prima distinzione è quella classica tra ottimismo e pessimismo, che egli giudica una falsa alternativa: “Ma c’è un errore profondo in questa alternativa dell'ottimista e del pessimista: il presupposto della quale è che l'uomo esamini il mondo con l'occhio critico, come se fosse in cerca di una casa e gli venisse mostrata una serie di appartamenti [...]Ma nessun uomo è in questa posizione: l'uomo appartiene al mondo già da prima [...] C’è in lui una fedeltà che precede l'ammirazione”. (GKC, Ortodossia, pag. 92).
Ciò che risolve questa falsa alternativa è l'introduzione di un diverso tipo di ottimismo, che Chesterton chiama irrazionale, definendo razionale l'ottimismo comunemente inteso, nel senso che esso si dà delle ragioni per amare il mondo e trovarlo bello, si ostina a cercare delle dimostrazioni della sostanziale positività del reale, fino a falsare la realtà dei fatti e a negare l'esistenza del male. L'ottimismo irrazionale invece ama il mondo “come le madri amano i propri figli - arbitrariamente, perché sono i loro figli” (ibidem, pag. 94).
Questa posizione giudica le altre due: “Quel che c'è di cattivo nel pessimista non è allora che egli biasimi gli dei o gli uomini, ma che non ami ciò che biasima, che non abbia un elementare e sovrannaturale senso di lealtà verso le cose. [...] Che c'è di cattivo nell'uomo comunemente detto l'ottimista? E' ovvio che l'ottimista, volendo difendere l'onore del mondo, difenderà l'indifendibile”(ibidem, pag. 96).
Adam Wayne è dunque colui che incarna la sovrannaturale fedeltà alle cose che è loro dovuta senza limiti previ e condizioni, semplicemente perché esse esistono. Fedeltà che non conduce a chiudere gli occhi davanti al mistero del male, ma che dà all'opposto la forza di opporvisi. “L'amore è prigioniero, e più è prigioniero meno è cieco [...]Dal momento che il cuore è impegnato, abbiamo mano libera” (ibidem, pag. 99).
Fedeltà inoltre che nulla ha a che vedere col culto panteistico della natura, che Chesterton condanna fermamente, come vedremo in seguito delineando altri personaggi. E' la constatazione, primitiva e semplice che “l'esistenza è una sorpresa, ma una sorpresa piacevole” (ibidem, pag. 76). Questo atteggiamento, dicevamo, è innanzitutto dettato dalla natura delle cose: dal fatto che non ci siamo dati la vita, ma che nasciamo in un certo punto del tempo e dello spazio, in date circostanze che non abbiamo scelto, ma che ciononostante ci sono state date e sono quindi indissolubilmente nostre. Non siamo noi che scegliamo il mondo: nasciamo già appartenenti, nel bene e nel male, ad esso. In secondo luogo, questo atteggiamento è quello che permette di essere fattivamente operosi nel mondo, di migliorarlo, di renderlo più umano e più felice, di lottare opponendosi al male. Il pessimista vede la necessità del cambiamento del mondo ma non può agire per migliorarlo perché non crede possibile il miglioramento; l'ottimista si rifiuterà perfino di accettare la necessità di migliorare, fermo nella affermazione che tutto nel mondo è bene così come è. Solo l'ottimista irrazionale può amare il mondo quanto basta per crederlo migliorabile e odiarlo abbastanza da non accettarlo così come è. Venendo al mondo Wayne trova un mondo prosaico e grigio, stanco e spento; affezionandosi in modo sovrannaturale all'unico sprazzo di poesia di quel mondo, la Carta della Città, voluta dal re umorista che ha ripristinato per scherzo le antiche usanze municipali del medioevo, dandosi anima e corpo fino alla morte a quegli ideali di patriottismo locale, di colore e di libertà, vivendo la sua poesia guerriera, egli lascia un mondo trasformato a sua immagine, fiammante come i suoi capelli rossi, roboante come la sua retorica di stampo antiquato, melodrammatico come i suoi gesti. Un mondo ricco di colori e di significati, in cui tutti sono più felici. Non a caso egli si chiama Adam: è un uomo nuovo, primo abitante di un mondo trasformato, in cui ha trascinato anche i suoi nemici, che possono combatterlo e infine anche sconfiggerlo, ma sono diventati irrimediabilmente come lui. II politico Barker finisce col sostenere posizioni diametralmente opposte a quelle che sosteneva con fermezza all'apertura del romanzo, e la gente comune, come il droghiere di Pump Street, neppure riesce più a ricordare come fosse il mondo prima degli avvenimenti della guerra: “Ricordo queste strade prima che il Lord sindaco prendesse a governarle. Ma non rammento esattamente quali fossero i nostri sentimenti [...] allora mi erano parse veramente strane [le parole con cui Wayne lo esortava a versare il sangue per difendere Pump Street]. Ora invece a sembrarmi assurde sono le cose che avevo detto io, strampalate come possono esserlo le buffonate di un pazzo” (GKC, Il Napoleone... pag. 178). II segreto della vittoria di Adam, e la caratteristica principale della sua personalità è riassunta dalle sue stesse parole in punto di morte: “Mi abbarbico a qualcosa, e se il qualcosa cade, lasciamo che cada. Questo é ciò che rappresenta la sola felicità, la sola universalità” (ibidem, pag. 194). Quando il cuore é consegnato ad un ideale stabile, l'uomo é in pace; le sue mani sono libere di fare, di agire per conformare il mondo all'ideale, ed egli è libero dall'esito della sua azione, poiché nessun insuccesso può invalidare l'ideale. Questa è la lezione che ci lascia il patriota: in un mondo imperfetto ma sempre perfettibile, perfettibile ma pur sempre ancora imperfetto, l'uomo è consegnato ad un compito: e sta o cade con esso.