I personaggi di G. K. Chesterton: il maniaco 3 – La rinuncia alla verità
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La questione fondamentale è che per affermare un particolare come fondamento di tutto, occorre prima che sia stato obliterato il fondamento reale di tutto. Il pacifista può affermare la non-violenza come ideale supremo perchè è già scomparsa dal suo orizzonte la verità. E' su questo che si fonda il suo rifiuto di discutere quale sia la verità: sulla convinzione che è inutile perché la verità non c'è, o se c'è è umanamente inattingibile. Il dialogo però non ha senso se non in virtù della verità e per questo egli è in realtà incapace di dialogo. Il suo è fondamentalmente un monologo di cui gli altri sono spettatori. Non solo: egli è impotente ad agire quanto è impotente a comprendere; dal momento che non accetta l'esistenza dei contrasti non può neppure accettare che essi rifiutino la sua pacificazione né fermare i duellanti con la forza fisica, propria o della polizia. Anzi la sua azione ottiene il fine opposto a quello che si prefiggeva: abbiamo lasciato MacJan in preda ai dubbi ed egli lo convince ad andare a fondo con il duello. MacJan coglie benissimo infatti la sua posizione e comprende la differenza abissale tra ciò che il pacifista chiama Amore e ciò che il cristianesimo chiama Amore. “Potete parlare finché vi piacerà del principio dell'amore, signore. Mi sembrate più freddo d'una pietra; ma voglio credere che abbiate potuto, in un momento qualunque della vostra vita, amare un gatto, un cane, un bambino. [...] Parlate dunque dell'amore finché il mondo ne sia sazio. Ma non parlate del cristianesimo. Non osate pronunziare una parola, una sola parola, bianca o nera, su questo argomento. Il cristianesimo è, per un uomo come voi, un orribile mistero. Tenetelo lontano, non ne parlate mai, come fareste d'una cosa abominevole. [...]. Il cristianesimo non può che farvi vomitare finché non sarete un altro uomo. Non vorrei giustificarlo ai vostri occhi nemmeno se lo potessi. Odiatelo in nome di Dio, come lo odia Turnbull che è un uomo. E' una cosa mostruosa e per la quale si muore”. (GKC, La Sfera e la Croce, pagg. 86-87).
Per il pacifista l'amore è tutto sommato l'indifferenza dell'indistinto. Egli non concepisce l'amore come rapporto tra cose diverse perché ha perso il vero centro unificante che è la verità. Ciò che egli chiama amore non è che il fittizio annullamento delle differenze per cui ciò che può essere amato non è in definitiva che ciò che è me stesso; infatti la sua incapacità di colloquiare veramente con l'altro va di pari passo con una cura pignola e un po’ morbosa del proprio corpo, a motivo della quale egli indossa uno speciale abito di tessitura igienica con relativo cappello ed appare sano in quella maniera un po’ affettata di chi si cura soprattutto della propria salute. MacJan capisce che quello che egli chiama amore è quasi il contrario di ciò che è l'amore; capisce vieppiù che rinunciare al suo duello conduce realmente a quella miserabile filosofia e a quella reale miseria umana. Se il duello rappresenta la volontà di provare la propria verità, la rinuncia al duello è la rinuncia alla verità, e senza la verità non ci può essere reale rapporto con le cose e le persone: “E la mia anima mi ha detto: abbandona il duello e tu diventerai come questo. Rinnega il giuramento e i dogmi e tutti i principi eterni e tu sarai simile a questo [...] E voi, bestemmiatore del bene, voi - io stavo quasi per amarvi or è un’ora! Ma adesso non abbiate più paura di me. Ho sentito la parola amore pronunciata da lui e so che cosa significa. In guardia!”. (Ibidem, pag. 89).
Turnbull non deve aver paura di lui: egli può ucciderlo, anzi sta cercando di farlo, ma non gli farà mai l'affronto, ben più grave, di ignorare ciò che egli è. Egli non amerà Turnbull prescindendo da ciò su cui egli ha scelto di fondare la sua esistenza, amando in definitiva qualcosa che non è veramente Turnbull, ma solo la sua versione di Turnbull. Senza opporsi a Turnbull McJan non può neppure realmente amarlo, o meglio l'amore non può prescindere dalla verità. Per questo il sostenitore dell'Amore a discapito della verità si condanna alla incomprensione del reale e al fallimento dell'azione: conseguenze e indici della parzialità che individua il maniaco.