Gossip, gossip (la radio del diavolo)
Devil’s radio – George Harrison
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Un giorno George Harrison, la chitarra solista dei Beatles, passando vicino ad una chiesa inglese vide un manifesto che diceva: “Pettegolo! La radio del diavolo! Non parlare alla radio!”. L’idea gli piacque, e George la tradusse in questa “Devil’s radio”, la radio del diavolo, uno dei brani più brillanti dell’LP “Cloud 9”, uscito nel 1987 a segnare uno strepitoso rilancio del musicista inglese, dopo un lungo periodo di appannamento.
L’episodio è raccontato da Michelangelo Iossa nel suo libro “Le canzoni di George Harrison” (Editori riuniti, 2006); in esso si riporta anche una dichiarazione di George, personaggio profondamente alieno dalle troppo insistenti luci della ribalta, ma continuamente coinvolto in seccanti vicende legali e polemiche:
“Il 90% di quello che hanno scritto su di me è assolutamente falso. Dopo lo scioglimento dei Beatles mi resi conto che il 99% delle storie erano inventate. Si trattava di dicerie. Non so davvero in che modo queste storie vengano messe in circolazione, ma se ne sente sempre qualcuna di assurda. E questo è ciò di cui parlo in “Devil’s radio”. Puro pettegolezzo, puro gossip”.
Il brano, dalla semplice e travolgente ritmica, è una descrizione della devastazione compiuta dal gossip. Si susseguono efficaci immagini e metafore: gli avvoltoi, l’erbaccia, l’inquinamento (altro che “ecologia della mente”!), la diceria che striscia nel buio, il bla bla che non ti abbandona mai, a indicare la soffocante onnipervasività del pettegolezzo.
Sono due le parole chiave più significative: il bianco/nero, per cui l’esperienza umana viene semplificata, e data in pasto senza sfumature alla divorante ingordigia del generale voyeurismo. E il fatto che dove cresce l’erbaccia, “niente altro ha più spazio per crescere”, le buone notizie e la Buona Notizia vengono avvolte nella spire della giungla, come nella parabola del buon seminatore.
E i soggetti di questa operazione sono “persone senza cervello”, “che non sanno ciò di cui parlano”, ma il regista è il diavolo, nelle cui mani è il “mondo” con tutte le sue trappole di malvagità. Davvero luminosa l’intuizione di George, chiave di lettura anche per i nostri tempi così limacciosi.
DEVIL’S RADIO di George Harrison
Gossip, gossip
Gossip, gossip
I heard it in the night
Words that thoughtless speak
Like vultures swooping down below
On the devil's radio
I hear it through the day
Airwaves gettin' filled
With gossip broadcast to and fro
On the devil's radio
Oh yeah, gossip
Gossip, oh yeah
He's in the clubs and bars
And never turns it down
Talking about what he don't know
On the devil's radio
He's in your TV set
Won't give it a rest
That soul betraying so and so
The devil's radio
Gossip, gossip
Gossip, gossip
(Oh yeah) gossip, (gossip) oh yeah
(Gossip) oh yeah, (oh yeah) gossip
It's white and black like industrial waste
Pollution of the highest degree
You wonder why I don't hang out much
I wonder how you can't see
He's in the films and songs
And on all your magazines
It's everywhere that you may go
The devil's radio
Oh yeah, gossip
Gossip, oh yeah
Runs thick and fast, no one really sees
Quite what bad it can do
As it shapes you into something cold
Like an Eskimo igloo
It's all across our lives
Like a weed, it's spread
'Till nothing else has space to grow
The devil's radio
Can creep up in the dark
Make us hide behind shades
And buzzing like a dynamo
The devil's radio
(Gossip) oh yeah, (gossip) oh yeah
(Gossip) gossip, (gossip) gossip
Oh yeah, gossip (I heard you on the secret wireless)
Gossip, oh yeah (You know the devil's radio, child)
Gossip, gossip
Gossip, gossip
(traduzione)
La radio del diavolo
Pettegolezzo, pettegolezzo...
L’ho sentito nella notte
Parole dette da persone senza cervello
come avvoltoi che piombano giù sotto
sulla radio del diavolo.
Lo sento tutto il giorno
l’etere ne è saturo
con pettegolezzi trasmessi su e giù
sulla radio del diavolo.
Pettegolezzo...
E’ nei club e nei bar
e non abbassa mai il volume
parlando di ciò che non conosce
sulla radio del diavolo.
E’ nel tuo schermo TV
non ti darà mai tregua
quel tizio che svela questo e quello
la radio del diavolo.
E’ immondizia industriale in bianco e nero
inquinamento al più alto grado
Mi chiedi perché io non lo frequenti molto
Io ti chiedo come mai non vedi
E’ nei film e nelle canzoni
e in tutte le tue riviste
è dovunque tu possa andare
la radio del diavolo
Pettegolezzo…
Si diffonde fitto fitto, nessuno realmente vede abbastanza
quanto male possa fare
come esso ti modella in qualche cosa di freddo
come un iglù eschimese
Circonda completamente le nostre vite
si diffonde come un’erbaccia
finché niente altro ha più spazio per crescere
la radio del diavolo
Striscia su nel buio
ci fa nascondere dietro le ombre
ronza come una dinamo
la radio del diavolo
Pettegolezzo… (ti ho sentito su una radio segreta)
pettegolezzo… (ragazzo, sai che è la radio del diavolo)