Cello Song - Nick Drake

L’uomo, il cuore, l’attesa nelle canzoni di un musicista-poeta scomparso tragicamente.
Fonte:
CulturaCattolica.it

Nick Drake
Cello Song
Album: Five leaves left – Island - 1969

Uno deve attendere qualcosa che è certo che venga. Altrimenti l’attesa non regge, dopo un po’ molla il colpo.
In questa canzone Nick Drake parla ad un ‘tu’, presumibilmente un volto femminile, un ‘volto strano, con i tuoi occhi così trasparenti e sinceri’. All’inizio sembra quasi essere lui ad incoraggiare l’altra persona, a ricordarle ‘i sogni che vennero a te quando così giovane parlavi di una vita in cui la primavera era esplosa’.
Ma basta passare alla seconda strofa perché questo tu fragile e in preda agli ‘eserciti dell’emozione’ decolli, anzi, ‘navighi verso il cielo sulla cresta di un’onda’. E Nick resta giù.
E da terra, dove lui è rimasto, fa emergere la domanda, quasi una preghiera, senz’altro una richiesta d’aiuto:

così dimentica questo mondo crudele
a cui appartengo
mi siederò e aspetterò
e canterò la mia canzone
e se un giorno dovessi vedermi
in mezzo alla folla
dammi la mano e sollevami
fino al tuo posto sulla nuvola.


La semplicità disarmante di questa canzone, affidata musicalmente a tre accordi e al modo misolidio (scala maggiore con il settimo grado minore, in breve) mette ancora più a nudo la radicalità della domanda. L’arpeggio finger picking serrato della chitarra, il contrabbasso fedele partner e l’incedere ritmico delle congas, oltre alla melodia modale del violoncello, citato nel titolo.
Come spesso avviene nelle canzoni di Nick Drake, non ci sono fronzoli, appare solo l’essenziale, e colpisce direttamente il cuore.