Another Christmas song – Jethro Tull
Quante guerre state combattendo là fuori, questa mattina d'inverno?Forse è sempre tempo per un'altra canzone di Natale
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Il tema natalizio è congeniale ai Jethro Tull: dopo una prima canzone (A Christmas song) inserita nell’LP “Living in the past” ecco “Another Christmas song”, facente originariamente parte di “Rock Island”, disco del 1989.
Si tratta di una melodia con un “hook” (breve frase musicale ripetuta) suggestivo e solenne, che ricorda le carole natalizie. Il magico flauto di Ian Anderson diviene per l’occasione un ideale chanter, ossia una canna di cornamusa natalizia “che riscalda il cuore”, come dice la terza strofa.
Mentre “A Christmas song” era un testo trasparente pur nella sua schematicità (memoria dell’Evento e critica del Natale consumistico), le parole di questa canzone si presentano ad una prima lettura di difficile interpretazione; si dipanano poi le metafore e i significati intrecciati e sottesi in un arazzo finemente tessuto.
Nella bella mattina di Natale tutto il mondo suona la propria melodia, ciascuno secondo la sua indole: ritmi africani o polacchi, è festa per tutti.
C’è un vecchio che si sveglia e desidera attorno a sé tutti i suoi figli.
Ecco un primo tema: la nostalgia, il desiderio di riunire i propri affetti. Del resto Ian Anderson lo esprimeva a chiare lettere nella presentazione del CD “Jethro Tull Christmas album”: “Sento ancora un grande calore per la nostalgia, per l’occasione di festa e di unità della famiglia… forse senza il Natale avremmo molto meno da celebrare e da gioire in questo vecchio mondo turbato”.
Questo desiderio di unità viene dal cuore: ognuno ha le sue radici da qualche parte anche se non se ne ricorda. La tradizione nel senso nobile del termine rievoca suoni, luoghi, affetti.
E poi per contrasto il rumore delle guerre là fuori: forse è sempre tempo per un’altra canzone di Natale: “c’è bisogno di Qualcuno che ci liberi dal male” come cantava Claudio Chieffo nella sua “Ballata del potere”.
Ed il vecchio che vuole attorno a sé tutti i suoi figli, perché il sangue è forte, adombra un Padre che per riunire i suoi figli dispersi ha mandato il Figlio primogenito a prendere umana carne. E’ il Natale.
Questa vicinanza di Ian Anderson al Natale è visibile anche nella serie di Concerti “for benefit” che il grande musicista ha tenuto da alcuni anni nel periodo natalizio, in Cattedrali e chiese, con orchestra.
Another Christmas song– Jethro Tull
Hope everybody’s ringing on their own bell, this fine morning
Hope everyone’s connected to that long distance phone
Old man, he’s a mountain
Old man, he’s an island
Old man, he’s a-walking says
"I’m going to call, call all my children home"
Hope everybody’s dancing to their own drum this fine morning ---
The beat of distant Africa or a Polish factory town
Old man, he’s calling for his supper
Calling for his whisky
Calling for his sons and daughters, yeah ---
Calling all his children round
Sharp ears are tuned in to the drones and chanters warming
Mist blowing round some headland, somewhere in your memory
Everyone is from somewhere ---
Even if you’ve never been there
So take a minute to remember the part of you
That might be the old man calling me
How many wars you’re fighting out there, this winter’s morning?
Maybe it’s always time for another Christmas song
Old man he’s asleep now
Got appointments to keep now
Dreaming of his sons and daughters, and proving ---
Proving that the blood is strong
TRADUZIONE
Un’altra canzone di Natale
Spero che ciascuno stia suonando la propria campana, questa bella mattina
Spero che ognuno sia collegato a quel telefono a lunga distanza
Il Vecchio è una montagna
Il Vecchio è un isola
Il Vecchio, si sta risvegliando e dice:
“Io vado a chiamare, chiamare tutti i miei figli a casa”
Spero che tutti ballino al suono del loro tamburo questa bella mattina
Il ritmo della lontana Africa o di una città industriale polacca
Il Vecchio sta chiamando per la cena
Chiamando per il suo whisky
Chiamando per i suoi figli e figlie, sì
Chiamando tutti i suoi figli attorno a sé.
Orecchie acute sono sintonizzate su bordoni e canne di cornamuse che riscaldano il cuore
Nebbia che soffia intorno a qualche promontorio, da qualche parte nella memoria
Tutti hanno la loro origine da qualche parte
Anche se non ci sono mai stati
Così prendetevi un attimo di tempo per ricordare la parte di voi
che potrebbe essere il Vecchio che mi chiama
Quante guerre state combattendo là fuori, questa mattina d'inverno?
Forse è sempre tempo per un'altra canzone di Natale
Il Vecchio dorme ora
Ha preso appuntamenti da mantenere oggi
Sognando dei suoi figli e figlie, e dimostrando
Dimostrando che il sangue è forte.
(traduzione di Caterina Allais)