Gli uccelli – Franco Battiato

Il cantante si ferma ad osservare queste creature ilari e misteriose, che già avevano fatto dire a Leopardi, nell’“Elogio degli uccelli”: “Sono gli uccelli naturalmente le più liete creature del mondo”.
Fonte:
CulturaCattolica.it

Non è infrequente scoprire nelle canzoni di Franco Battiato uno sguardo per così dire “cosmico” sulla realtà, uno stupore per aspetti del reale spesso dati per scontati o considerati superficialmente. Così in “Segnali di vita”:
“...lo spazio cosmico si sta ingrandendo
e le galassie si allontanano
”.
Anche “Gli uccelli” (ne “La voce del padrone” 1981) fa parte di questo filone: il cantante si ferma ad osservare queste creature ilari e misteriose, che già avevano fatto dire a Leopardi, nell’”Elogio degli uccelli”: “Sono gli uccelli naturalmente le più liete creature del mondo”.
Ad un “canto senza parole” introduttivo fa seguito un “largo” maestoso e solenne, come un volo di falco o d’aquila. Battiato osserva l’armonia dei voli, le loro vive geometrie dentro un universo ordinato:
con le regole assegnate
a questa parte di universo
al nostro sistema solare
”: un’obbedienza alle leggi divine rende gli uccelli così stupefacenti. Il volo fa sì che essi occupino lo spazio aereo, altrimenti deserto di viventi. E poi il canto ed il volo assieme, lo diceva Leopardi:
“...certo fu notabile provvedimento della natura l'assegnare a un medesimo genere di animali il canto e il volo; in guisa che quelli che avevano a ricreare gli altri viventi colla voce, fossero per l'ordinario in luogo alto; donde ella si spandesse all'intorno per maggiore spazio, e pervenisse a maggior numero di uditori. E in guisa che l'aria, la quale si è l'elemento destinato al suono, fosse popolata di creature vocali e musiche. Veramente molto conforto e diletto ci porge, e non meno, per mio parere, agli altri animali che agli uomini, l'udire il canto degli uccelli. E ciò credo io che nasca principalmente, non dalla soavità de' suoni, quanta che ella si sia, né dalla loro varietà, né dalla convenienza scambievole; ma da quella significazione di allegrezza che è contenuta per natura, sì nel canto in genere, e sì nel canto degli uccelli in ispecie”. (“Elogio degli uccelli”, in “Operette morali”).
Il canto degli uccelli è ricreato da Battiato nel finale della canzone con un utilizzo sfrenato dei flauti, in una danza che giunge fino ai trilli più acuti (mentre strumenti elettronici avevano riprodotto poco prima il battito delle ali, come una partenza simultanea di gabbiani da una riva).
Battiato ci sorprende perché incontra il reale con intensità, alla ricerca del segreto che vi si nasconde:
giochi di aperture alari
che nascondono segreti
di questo sistema solare
”.
Del resto un grande Maestro ci ha richiamati recentemente ad uno sguardo simile, che è lo sguardo stesso di Cristo:
Il punto di partenza - non mi stancherò mai di ripeterlo - sono sempre i fatti, è sempre il reale, come don Giussani ci ha insegnato nel decimo capitolo de “Il Senso religioso”.
Quel che si legge lì è analogo a ciò che Gesù fa nel Vangelo:
"Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei
granai; eppure il vostro Padre celeste li nutre" (Mt, 6,26). Da dove parte Gesù? Dal guardare gli uccelli. Ma non dà per scontata l'esistenza degli uccelli. Per questo Egli, che prende consapevolezza della loro presenza nel reale, non può non giungere a riferirsi al Padre. Facendo così vuole farci imparare uno sguardo che non si fermi all'apparenza, ma che arrivi fino all'origine, fino al Padre da cui sorge costantemente il reale... nessun intimismo, nessuna proiezione del Mistero attraverso la mia immaginazione; è il reale che grida che Egli c'è!”
(J. Carròn, “E’ il reale che grida: “Egli c’è!”, in “Tracce, n. 9, ottobre 2008).

“Volano gli uccelli volano
nello spazio tra le nuvole
con le regole assegnate
a questa parte di universo
al nostro sistema solare
Aprono le ali
scendono in picchiata atterrano
meglio di aeroplani
cambiano le prospettive al mondo
voli imprevedibili ed ascese
velocissime
traiettorie impercettibili
codici
di geometria esistenziale
Migrano gli uccelli emigrano
con il cambio di stagione
giochi di aperture alari
che nascondono segreti
di questo sistema solare
Aprono le ali
scendono in picchiata atterrano
meglio di aeroplani
cambiano le prospettive al mondo
voli imprevedibili ed ascese
velocissime
traiettorie impercettibili
codici
di geometria esistenziale
Volano gli uccelli volano
nello spazio tra le nuvole
con le regole assegnate
a questa parte di universo
al nostro sistema solare”.