A Christmas song - Jethro Tull

Fonte:
CulturaCattolica.it

Il rapporto con il fatto religioso di Ian Anderson (leader indiscusso e “padre padrone” del gruppo inglese dei Jethro Tull) è alquanto complesso e tortuoso: innumerevoli sono le canzoni in cui egli prende spunto dalla fede, da Cristo e dalla Chiesa (anglicana), ma le conclusioni a cui perviene sono non raramente ambigue e di difficile lettura. Questa “Canzone di Natale”, dapprima compresa nella raccolta “Living in The Past”(1972), e poi riproposta nel “The Jethro Tull Christmas Album”(2003) è composta di tre parti ben distinte. Dapprima ripropone (sia nel flauto introduttivo con tintinnio di campanelli che nel testo) la famosa Carola natalizia di Cecil Frances Humphreys Alexander e Henry John Gauntlett “Once in Royal David’s City” risalente al 1848/49; si lancia poi in una contestazione del Natale consumistico che, pur essendo fondata, risente molto del periodo post-sessantottino in cui la canzone è stata composta; infine, con l’ironia tipica dei Jethro Tull, strizza l’occhio a Babbo Natale chiedendogli di passare comunque la bottiglia: è troppo bello fare festa!
Ci sono due spunti che vale la pena di sottolineare: il primo è il recupero della radice del Natale, vista nel fatto storico, nell’avvenimento di Cristo. E’ questo che permette di criticare lo svuotamento dall’interno del Fatto, e il mantenere una vuota parvenza di festa pagana. Il secondo è quel verso: “Fareste bene a ricordare le cose che Egli ha detto più tardi”, che proietta il Bambino di Betlemme nella sua missione futura. Vengono in mente i versi di Salvatore Quasimodo (“Natale”): “Ma c’è chi ascolta il pianto del Bambino/ che morirà poi in croce fra due ladri?”. Anche se Ian Anderson si definisce “non esattamente un cristiano osservante e totalmente a posto”, questa illuminazione sarebbe sufficiente per essergli grati.




Christmas song by Jethro Tull
Once in Royal David’s City stood a lowly cattle shed,
where a mother laid her baby.
You’d do well to remember the things He later said.
When you’re stuffing yourselves at the Christmas parties,
you’ll laugh when I tell you to take a running jump.
You’re missing the point I’m sure does not need making;
that Christmas spirit is not what you drink.


So how can you laugh when your own mother’s hungry
and how can you smile when the reasons for smiling are wrong?
And if I messed up your thoughtless pleasures,
remember, if you wish, this is just a Christmas song.
Hey, Santa: pass us that bottle, will you?


Una canzone di Natale
Un tempo nella regale città di David si ergeva un’umile stalla,
dove una madre ha dato alla luce il suo bambino.
Fareste bene a ricordarvi le cose che Egli ha detto più tardi.
Quando vi state abbuffando ai parties di Natale,
riderete quando vi dico di andare a quel paese.
Non avete capito il punto che, ne sono sicuro, non c’è bisogno di fare;
quel famoso spirito di Natale non è ciò che bevete.
Così come potete ridere quando vostra madre ha fame
e come potete sorridere quando i motivi per sorridere sono sbagliati?
E se scompigliassi i vostri piaceri spensierati,
ricordate, se volete, che questa è giusto una canzone di Natale.
Ehi, Babbo Natale: passaci quella bottiglia, va bene?