Robert Valentinovic Glassner, sacerdote cattolico

1885-1941
Fonte:
CulturaCattolica.it

Padre Robert nasce nel 1885 al villaggio Gejdelberg, governatorato di Ekaterinoslavsk. Frequenta il seminario teologico di Saratov e nel 1908 è ordinato sacerdote di rito latino. Nello stesso anno è parroco a Berichtajl; nel 1914 a Rovnoe; nel 1918 a Ubrach e nel 1925 a Deljar provincia di Saratov.
Il 2 febbraio 1930 è arrestato, accusato di appartenere al “gruppo dei sacerdoti cattolici tedeschi” colpevole di “rapporti controrivoluzionari con la Germania”. Il 6 giugno 1931 padre Robert è condannato a tre anni di lager a Karlag. E’ liberato nel 1934 ed esiliato a Samarcanda. Qui viene arrestato il 5 luglio 1941, accusato di “propaganda antisovietica contro le opere del potere sovietico e di aver
esaltato il regime fascista della Germania, approvando il regime di Hitler”.
8 agosto 1941 è condannato alla pena capitale e il 10 settembre 1941 viene fucilato.
Il 26 giugno del 1930, durante l’interrogatorio, padre Robert aveva dichiarato: “Io, persona educata nello spirito della dottrina della Chiesa cattolica, non ho mai creduto, e non credo, nella possibilità di costruire il socialismo. Non ho mai creduto, e non credo, nella possibilità di una prolungata esistenza del potere sovietico, ed ho sempre guardato al potere sovietico come ad una forma di governo destinata a transitare non verso una struttura socialista, ma verso una struttura dove vige la proprietà privata. Non posso negare che la mia convinzione deriva dal fatto che sono sempre stato su posizioni attendiste, e per di più ho sempre fatto di tutto per conservare, nel villaggio di campagna dove ero sacerdote, l’antico tenore di vita. Ai contadini, che si rivolgevano a me su questioni che riguardavano l’amministrazione comunista, io consigliavo di non iscriversi al partito e al komsomol; inoltre sostenevo che iscriversi al partito comunista equivaleva separarsi dalla religione perché l’uomo iscritto al partito è un senzadio che dovrà rispondere di fronte a Dio del suo comportamento verso la religione. Fino a quando si troverà su questa terra, nel villaggio circondato da credenti, lui dovrà combattere la Chiesa. Sulla questione poi della nazionalizzazione della terra da parte dello stato sovietico sostengo che l’uomo, l’organizzazione, l’istituzione, in questo caso il governo sovietico, che pretende, per le sue convinzioni di principio, di espropriare delle persone dei loro possedimenti, da un punto di vista religioso, commette un grave delitto, lo stesso delitto che compie un uomo quando, a scopo di lucro, espropria i beni altrui”
Il 14 agosto 1930 padre Robert, durante l’interrogatorio, aveva dichiarato: “Io non nego di aver sconsigliato di frequentare l’izba-biblioteca perché leggendo quei libri, quelle riviste e quei giornali il credente cattolico commette un peccato grave e si degrada moralmente. Riconosco apertamente di non essere d’accordo con la politica del potere sovietico che proibisce l’insegnamento della religione nella scuola. Ritengo che l’educazione dei ragazzi nello spirito della religione sia necessaria per il benessere della società. Non voglio neppur nascondere che noi sacerdoti cattolici eravamo contrari alla dekulakizzazione come classe e che noi guardiamo ai kulaki come a nostri fratelli innocentemente perseguitati, e consideriamo la politica del potere sovietico nei loro confronti come una grande ingiustizia”.