Antonij Nikolaevic Dzemeskevic, sacerdote cattolico
1891-1937- Curatore:
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Padre Antonij nasce nel villaggio Tasarovo, governatorato di Brjansk. Studia nel seminario teologico di Pietroburgo e nel 1918 è ordinato sacerdote. Nel 1920 il governo comunista lo chiama al servizio militare con la prospettiva di poter combattere nell’Armata Rossa. 11 novembre 1020 l’arcivescovo Cepljak interviene presso l’amministrazione rossa chiedere l’esonero dal servizio militare: “Padre Antonij è l’unico sacerdote cattolico nella provincia di Brjansk ed è obbligato a visitare gli infermi, seppellire i morti, visitare gli infermi e celebrare i riti religiosi. Tutte cose incompatibili con il servizio militare.” Dopo l’intervento del vescovo padre Antonij viene esonerato. Dal 1925 padre Antonij è parroco a Niznij Novgorod, Vladimir e Kazan’
Nel 1925 viene arrestato e condannato a 1 0 anni di lager da scontare nel lager delle isole Solovki. Il 9 Ottobre 1937 è condannato in lager alla pena capitale e il 3 novembre 1937 padre Antonij Dzemeskevic è fucilato.
Adelja Ozarovskaja, una parrocchiana di padre Antonij, lo ricorda: “Sapeva accogliere attorno a sé le persone con la sua bontà, l’intelligenza, le sue doti artistiche e con il dono della parola. Le sue prediche, interessanti, semplici, spiritualmente elevate, suscitavano nelle persone i migliori sentimenti. Padre Antonij, oltre al servizio in parrocchia, visitava gli ammalati, i poveri ed aiutava tutti come poteva. Negli anni venti i viveri alimentari erano molto scarsi e padre Antonij faceva di tutto per trovare mezzi di sostentamento : essendo un artista, formava con la creta delle statuette, le dipingeva, le adornava, le rivestiva (tutto questo a scapito del riposo e del sonno) e poi le consegnava ai parrocchiani perché le vendessero e con il ricavato si potesse venir incontro agli affamati. Perché è stato condannato a morte? Perché lui era un uomo puro e cristallino; perché si era donato a Dio, alla Chiesa, alla gente! Egli lascia dietro di sé un ricordo luminoso, e noi, pecore disperse, ovunque saremo e per lungo tempo porteremo nel cuore la ferita per la sua dolorosa dipartita”.