Iosif Matveevic Belogolovyj, sacerdote cattolico
1883-1928- Curatore:
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Padre Iosif nasce a Pietroburgo nel 1883 da una famiglia di contadini. Frequenta l’Accademia teologica della città natale e termina gli studi con il grado di dottore in teologia e in diritto canonico. Nel 1906 è ordinato sacerdote di rito latino. Insegna diritto canonico nel seminario di Smolensk e nel 1918 è nominato decano di Mogilev e vicario vescovile. Nello stesso anno viene arrestato e dopo un anno di prigione è liberato senza processo, in via amministrativo. Nel 1921 è di nuovo in carcere, ma sempre in via amministrativa di nuovo è liberato. Il cambiamento d’aria è una medicina in uso dai comunisti per addestrare alla sottomissione. Alla fine del 1921 è arrestato per la terza volta. Significa che il paziente è recidivo. Ma questa volta occorre un intervento più consistente: il 18 febbraio 1922 padre Iosif è condannato a 5 anni di lager. La pena viene ridotta; non si conosce bene il motivo, ma probabilmente per buon comportamento sul lavoro: padre Iosif può uscire dal lager il 13 maggio 1924.
Nel 1926 padre Iosif, segretamente (si illudeva perché le spie sovietiche erano presenti anche fra i cattolici più fidati di Mosca) s’incontra con d’Erbigny, segretamente ordinato vescovo, proveniente da Roma e riferisce a lui sulla situazione dei cattolici nell’URSS perché potesse darne relazione al Santo Padre.
Il 18 febbraio 1926 padre Iosif è arrestato a Mogilev “per aver avuto contatti con agenti stranieri ed averli informati sulla situazione politica ed economica dell’URSS ed aver fondato un’associazione controrivoluzionaria a Mogilev chiamata ‘Giovani filaretiani’ diffondendo fra i giovani studenti uno spirito patriottico polacco e la devozione alla chiesa cattolica”. Padre Iosif si rifiuta di firmare l’accusa ed il 29 novembre 1926 è condannato a 5 anni di lager da scontarsi alle Solovki dove giunge il 19 novembre. Nel 1928 viene trasferito dalle Solovki per un aggiornamento del processo e racchiuso nella tristemente famosa prigione della Lubianka dove viene ucciso, ‘probabilmente’ per via amministrativa. Non è rimasta traccia di un processo e neppure si conosce il giorno della morte.