Francisk Budris, sacerdote cattolico
1882-1937- Autore:
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Padre Francisk nasce il 14 ottobre 1882 nel villaggio Ropeiki (Lituania) da una famiglia di contadini. Della sua infanzia non abbiamo molte notizie. Sappiamo che il 3 agosto 1903 entra nel seminario cattolico di Pietroburgo. Nella primavera del 1907 è ordinato sacerdote e destinato come vicario alla parrocchia di Irkutsk in Siberia. E’ così povero che è costretto ad elemosinare il denaro per raggiungere la propria parrocchia. A Irkutsk rimane fini al 31 gennaio 1909 quando gli viene assegnata la parrocchia cattolica nella città di Tjumen’ al centro della Siberia dove i fedeli erano in gran parte polacchi ex confinati dopo la rivolta in Polonia del 1863.
Nell’ottobre del 1909 fonda ‘la Fraternità del santo Rosario”. Dopo tre anni di Siberia ottiene il permesso di ritornare in patria. Dopo tre anni un altro permesso per rivedere i suoi cari, sarà l’ultimo.
Con il colpo di stato dell’ottobre 1917 la situazione in Siberia si complica. Nella confusione generale le popolazioni indigene tentano di ottenere l’indipendenza da Mosca. I comunisti instaurano “la politica del comunismo di guerra” che porta alla fame la popolazione e l’economia al crollo. Il clero, sia cattolico che ortodosso, perde ogni diritto civile. Ai parrocchiani polacchi si aggiungono migliaia di prigionieri della prima guerra mondiale, ma questi ultimi organizzano una resistenza armata contro i comunisti, mentre i polacchi approfittano del disordine per ritornare in Patria. In breve tempo i fedeli cattolici da molti si riducono a pochi.
In seguito padre Francisk viene trasferito a Perm dove trova più di mille fedeli cattolici. Quando dal 1 luglio 1919 i bolscevichi riescono ad ottenere la vittoria definitiva anche a Perm, le opere parrocchiali vengono chiuse e padre Francisk ripara in un piccolo appartamento vivendo in assoluta povertà. Questo non lo dispensa dall’aiutare i più poveri e consolare i disperati.
L’8 giugno 1920 padre Francisk è nominato decano di Perm con l’incarico di prendersi cura anche del decanato di Katerinburg. I sacerdoti erano in gran parte emigrati oppure erano stati messi a riposo nei lager. Il padre sente il dovere di interessarsi anche di questi ultimi. Fra i tanti impegni che il padre si assume c’è anche quello di preparare i testi in lingua russa perché le nuove generazioni non usano più la lingua dei padri.
Il 14 giugno 1921 il vescovo cattolico Cepljak affida al padre anche la parrocchia di Vjatka (a 432 km. di distanza). I sacerdoti erano rimasti pochissimi. La povertà era agli estremi. Padre Francisk era stato costretto a vendere i suoi vestiti d’inverno per non morir di fame. Reperire il denaro per comperare il biglietto del treno ogni volta era un’impresa in cui era particolarmente impegnata la provvidenza.
Il 18 ottobre 1921 a padre Francisk è affidata anche la parrocchia di Katerinburg, a 212 km. da Perm. Il 25 aprile 1925 viene arrestato come ostaggio a Ekaterinburg, dopo un mese però è liberato. Dal 1934 al 1935 il padre è l’unico sacerdote per i cattolici dal volga all’Ob. Negli anni 1937-1938 l’apparato stalinista elabora un sistema di persecuzione per eliminare le sacche nazionali. All’uopo inventa complotti e resistenze armate che sono semplicemente il frutto di una fantasia malata e perversa. Anche i polacchi naturalmente si starebbero organizzando per abbattere il potere sovietico. Nel processo contro i polacchi viene a cascare anche padre Francisk. Viene arrestato a Ufa il 17 giugno 1937 come spia polacca al servizio del governo francese e del Vaticano “sfruttando il fanatismo religioso dei credenti”.
Dalle memorie di padre A. Ja. Janson, imprigionato un anno prima di padre Francisk e che in seguito condividerà la stessa cella con padre Francisk, veniamo a sapere che il padre durante gli interrogatori veniva duramente picchiato perché si dichiarasse colpevole e che era stato disteso sulla neve seminudo fino a quando le gambe si congelarono. Nonostante le torture, quando ritornava dagli interrogatori, si metteva subito a pregare e ripeteva per tutti: “Dio non ci abbandonerà”.
Padre Budris Francisk viene fucilato il 16 dicembre 1937 nella prigione di Ufa e assieme a lui sono fucilati 189 cattolici.
Il 14 gennaio 1958 è riabilitato dalla commissione comunista sovietica.
E’ iniziato il processo di beatificazione.