Kazimir Janovic Septickij, sacerdote cattolico
1869 – 1951- Autore:
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Padre Kazimir nasce nel villaggio Prilbici, fratello del metropolita Andrej Septickij. Frequenta il ginnasio di S. Anna e la facoltà giuridica presso l’Università di Cracovia. Lavora come avvocato e, in seguito, diventa membro del parlamento. Nel 1909 entra nell’ordine dei benedettini a Bejron. Nel 1910 entra nell’Università di Insbuch (Austria) dove studia filosofia e teologia. Nel 1915 viene ordinato sacerdote di rito bizantino. Pronuncia i voti perpetui e prende il nome di Kliment. Viene nominato igumeno del monastero studita presso Leopoli.
Nel 1919, durante la guerra civile, il monastero viene dato alle fiamme e l’igumeno Kliment, assieme alla sua comunità, si trasferisce a Uniov. Nel 1921 la comunità monastica passa a Zarvanice, in fine, a Leopoli. Nel dicembre 1939, durante l’occupazione di Leopoli da parte dei sovietici, il monastero viene chiuso e tutti i suoi beni confiscati. Nell’estate del 1941, durante l’occupazione tedesca, il monastero viene riaperto e rifiorisce la vita monastica. Il 5 novembre 1944 , assieme alla comunità monastica, prende parte ai funerali del fratello Andrej Sepickij. A metà novembre del 1944, da parte del metropolita Slipyj , è nominato archimandrita degli studiti.
Nel 1947, dopo il ristabilimento del potere sovietico a Leopoli, l’archimandrita Kliment viene arrestato, “accusato di aver nascosto nel proprio monastero i partigiani che avevano combattuto contro il potere sovietico”. Viene trasferito nella prigione di Vladimir, poi di Kiev e, infine, nella prigione di Poltava dove nel 1950 viene condannato a 10 anni di lager. Muore in lager fra il 1950 e il 1952. Non si conosce il giorno esatto del decesso e neppure la causa: per morte ‘naturale’ o per fucilazione? Una cosa è certa: scompare nel nulla, come tanti altri martiri, per il gusto tipicamente sovietico non solo di eliminare gli innocenti, ma di far soffrire anche i parenti e gli amici della vittima.