La Brianza di E. Corti 1 - Ideale di mondo positivo
La funzione di Nomana e della Brianza in generale, non è semplicemente quella di collegare tra loro avvenimenti che si svolgono in tempi e luoghi diversi. Essa rappresenta per i protagonisti del romanzo, e così anche per il lettore, una presenza costante e un continuo punto di riferimento.- Autore:
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“Parlare di Eugenio Corti significa parlare anche, e con intensità particolare, della Brianza”. (1) La narrazione di Corti è generata da un radicamento territoriale molto forte, tanto che, nel romanzo Il cavallo rosso, la Brianza si configura come una sorta di protagonista trasversale.
Il ritmo del racconto è dato da un continuo movimento spaziale e temporale: le vicende raccontate nell’opera maggiore di Corti, infatti, attraversano il tempo (più di trent’anni) e lo spazio (ci si muove in luoghi diversi e lontani tra loro). Annota Paola Scaglione:
“In questa concezione profondamente dinamica, il legame al luogo d’origine costituisce un elemento vitale nel romanzo: le radici geografiche rivelano le fondamentali radici culturali e religiose di un popolo”. (2)
La funzione di Nomana dunque, e della Brianza in generale, non è semplicemente quella di collegare tra loro avvenimenti che si svolgono in tempi e luoghi diversi. Essa rappresenta per i protagonisti del romanzo, e così anche per il lettore, una presenza costante e un continuo punto di riferimento. Sono due gli aspetti complementari che caratterizzano la Brianza di Eugenio Corti: la specificità del luogo fisico e l’esemplarità in quanto modello di civiltà. Essa, pertanto,
“[…] oltre a essere il luogo fisico dal quale prendono avvio le vicende dei principali personaggi e al quale ciclicamente tutti fanno ritorno, costituisce anche un modo particolare di essere, un originale exemplum di vita personale e sociale”. (3)
Nel momento storico in cui si apre il romanzo, la Brianza è una società in cui ambiente naturale e attività dell’uomo convivono in perfetta armonia.
La prima scena è di ambientazione agreste, con i due contadini, Ferrante e il figlio Stefano, che falciano il prato, e il cavallino sauro che attende attaccato al carro di lavoro. Dopo alcune righe, la descrizione del luogo si fa più dettagliata e compare sulla scena un gelso (4), tipico albero della campagna lombarda; è solo il primo tra le numerose specie arboree e animali che l’autore descriverà all’interno del romanzo per rendere l’ambientazione ancora più reale. (5)
Il lettore viene poi immediatamente avvicinato all’esistenza quotidiana dei personaggi, fatta di piccole cose e affetti consueti. Questo, unito alla precisa raffigurazione dei luoghi, dà alla narrazione una concretezza che, come fa notare la Scaglione, rappresenta uno dei maggiori punti di forza del romanzo:
“Uno dei segreti della scrittura di Corti sta, probabilmente, nel fatto che tra chi legge e i personaggi rappresentati si crea uno stretto legame, quasi la realtà e il racconto non siano poi così distanti […]. Questa verosimiglianza fa sorgere la curiosità di scoprire qualcosa di più su quanto si cela dietro i volti e le storie del Cavallo rosso”. (6)
NOTE
1. P. Scaglione, L’opera di Eugenio Corti…, op. cit., p. 43
2. P. Scaglione, Parole scolpite…, op. cit., p. 162
3. P. Scaglione, L’opera di Eugenio Corti…, op. cit., p. 43
4. “Adesso, senza muoversi d’un passo, [il cavallino sauro] protendeva la bocca per carpire le foglie del gelso nella cui ombra era stato lasciato: insieme con le foglie strappava anche la scorza dei rami più teneri […]”. E. Corti, Il cavallo rosso, op. cit., p. 7
5. I quadri paesaggistici presentati dall’autore, in particolar modo la descrizione della vegetazione e dei volatili, spesso assumono nel romanzo una funzione simbolica, oltre che realistico-descrittiva. Per approfondimenti si veda al riguardo P. Scaglione, L’opera di Eugenio Corti…, op. cit., pp. 69-85
6. P. Scaglione, Parole scolpite…, op. cit., p. 164