“Il Cavallo Rosso” di E. Corti - Michele Tintori 2

Nel secondo libro, Michele racconta la situazione verificatasi in seguito all’armistizio in Italia. Ma il suo compito è quello di fare conoscere la verità, soprattutto quella che riguarda il comunismo.
Autore:
Tressoldi, Alessia
Fonte:
CulturaCattolica.it

Nel settembre 1946, dopo tre anni di prigionia e a quasi un anno e mezzo dalla fine della guerra, Michele torna a casa. Sa che suo padre è morto da ormai tre anni, così deve raggiungere i suoi zii, che si sono proposti di ospitarlo. Naturalmente Giulia, la madre di Ambrogio, non è da meno: per lei avere Michele in casa rappresenta anche l’occasione di rivivere un po’ con il suo adorato nipote Manno, morto in guerra. Così Michele inizia a frequentare sempre più spesso casa Riva. La sua contentezza è data anche dal fatto che in questo modo ha l’occasione di stare accanto alla sua adorata Alma, la sorella di Ambrogio, della quale è pazzamente innamorato. Senza Alma Michele non sarebbe neppure sopravvissuto ai lager: lei rappresenta per Michele la speranza incarnata.
Michele vive una grande crisi finanziaria, dovuta al fatto che sua zia si ammala gravemente e suo zio e lui spendono tutti i soldi che possiedono (anche lo stipendio di militare di Michele) per pagare le costose cure; e poi Michele è studente, quindi non ha fonti di guadagno. Decide però di non avvertire la sua “famiglia adottiva” e di farcela da sé. Finisce gli esami di giurisprudenza, materia che ormai non lo interessa più molto, e nel contempo si dedica alla stesura di un racconto-diario che viene pubblicato pochi mesi prima della discussione della tesi, svoltasi nella primavera del 1947. Seguono numerose riedizioni del libro, che è un vero best-seller. Nel secondo libro, Michele racconta la situazione verificatasi in seguito all’armistizio in Italia. Ma il suo compito è quello di fare conoscere la verità, soprattutto quella che riguarda il comunismo. A questo compito si lega anche il profondo rammarico che nasce dal vedere in Italia sostenitori di questa ideologia. Scrive una tragedia su Stalin. Frattanto si è sposato con Alma, la quale lo spinge a far conoscere il suo libro ai critici più famosi, poiché crede fortemente nelle doti letterarie del marito. E’ lei ad inviare il libro della ritirata a Benedetto Croce e a spingerlo a conoscere Apollonio, noto professore all’Università Cattolica di Milano. Apollonio è ritenuto, anche fuori dagli ambienti cattolici, il maggiore dei critici (oltreché storici) italiani del teatro, e il suo giudizio sarebbe in ogni caso determinante per il neo drammaturgo. Apollonio è entusiasta della tragedia e propone di metterla in scena. Chiamano in causa De Ponti, un uomo di estrazione cattolica. Durante l’incontro con De Ponti scoprono che ormai il regista si è venduto all’opinione pubblica. In seguito a successive ricerche, arrivano a scegliere Ludovico Zarbini e Lucio Ferri e a fare la prima a Roma, con la regia di Pavi Austeri. Il regista è deciso segretamente a compiere un insuccesso, perché l’opera mette in luce aspetti del comunismo che andrebbero sottaciuti, e nonostante il lavoro di Michele per sventare tale tentativo, l’artista riesce nel suo piano. Durante la pausa tra i due atti, Michele conosce due giornalisti russi, i quali si complimentano per la sua acutezza nel percepire cause e conseguenze del comunismo e per il coraggio mostrato nel mettere in atto una simile opera. Questo dà la forza a Michele, nonostante l’insuccesso, per continuare nella sua battaglia.
Nel 1974 in Italia si ha il referendum per l’abrogazione del divorzio. Michele, Ambrogio, Alma e tutti gli amici di sempre si adoperano per volantinaggi e conferenze sul tema del divorzio. Lo scrittore viene invitato in molte parti d’Italia a tenere comizi. Una sera parte per la Valtellina, per tenere a Sondrio uno dei suoi incontri in cui avrebbe spiegato le ragioni per il Sì e risposto alle domande dei convenuti. A mezzanotte, mentre sta tornando a casa, gli si ferma l’auto. Alma decisa ad andarlo a prendere, muore in un incidente stradale causato da un drogato alla guida, e i due angeli custodi, di Michele e di Alma, la accompagnano in Paradiso, dove ella ritrova molti amici e anche nemici, che sul finir della loro vita, pentendosi, sono stati salvati dalla Divina Misericordia.