I tre grandi viaggi di Paolo
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«Va’, perché io ti manderò lontano, tra i pagani» (At 22, 21), si era sentito ripetere dal Signore durante l’estasi nel tempio. La vocazione specifica cui Paolo si ritenne chiamato fu quella di portare il primo annuncio di Cristo Salvatore oltre le frontiere già esistenti (eccetto il caso di Roma, cf Rom 1, 15). Fondando nuove Chiese, intendeva porre – tra i popoli e le province – segni viventi della signoria di Cristo, dalla quale niente e nessuno può considerarsi escluso.
Utilizzando tradizioni locali, s. Luca descrive la ”corsa” della Parola di Dio nel mondo ad opera di Paolo, servendosi del genere letterario dei ”viaggi”, allora in uso. Luogo di partenza e ritorno è sempre Antiochia di Siria e non manca mai la visita finale a Gerusalemme.
* Il primo viaggio (At 13 e 14) durerà circa 4 anni, tra il 45 e il 49 d. C.. È compiuto in compagnia di Barnaba, che resta ancora il vero protagonista; entrambi sono stati scelti e inviati da una manifestazione particolare dello Spirito alla comunità di Antiochia in preghiera (cf At 13, 3).
I due missionari percorrono tutta l’isola di Cipro (patria di Barnaba), salpano da Pafos per approdare a Perge, a sud-est dell’Anatolia, dove il collaboratore Marco (forse nipote di Barnaba) li lascia per tornare a Gerusalemme. Forse ritenendosi incapace di sostenere i ritmi frenetici della missione; più probabilmente perché non riusciva ancora ad approvare la decisa svolta di Paolo nel superare la lentezza dei giudeo-cristiani ad abbandonare le prescrizioni antiche.
Giungono ad Antiochia di Pisidia, in Asia Minore, l’attuale Turchia centro-occidentale. Qui Paolo prende la parola in una riunione di sabato in sinagoga, per pronunciare una sorta di discorso inaugurale e ben accolto, dove si ritrovano tutti i temi della sua predicazione ai giudei: riassunto della storia di Israele, che si è compiuta in Cristo crocifisso e risorto, Colui che libera anche dalla Legge (cf At 13, 16-43).
Il sabato seguente però è duramente contestato dai giudei e allora lui annuncia che si rivolgerà ai pagani. Partono per Iconio, ma da lì viene costretto a partire per Listri. Qui guarisce un paralitico e la folla scambia il maestoso Barnaba per il padre degli dei Giove, e il più irrequieto Paolo per Mercurio, che degli dei era il portavoce; si vuole offrire in loro onore un sacrificio pagano, cui a stento riescono a sottrarsi (cf At 14, 8-18).
Tuttavia, per istigazione di giudei giunti da Antiochia, Paolo viene lapidato. Sempre in compagnia di Barnaba, si rifugia a Derbe, poi sono di ritorno a Listri, a Iconio e ad Antiochia; si inoltrano nella Pisidia e raggiungono Perge in Panfilia, scendendo poi ad Attalia. Da qui fanno vela per Antiochia di Siria, donde erano partiti, e riferiscono che, per mezzo loro, Dio aveva aperto ai pagani la porta della fede.
Le medesime cose sono mandati a testimoniare a Gerusalemme, da dove faranno ritorno portando la incoraggiante notizia che il primo Concilio aveva approvato la predicazione ai pagani (cf At 15, 1-35).