Pasolini a partire da Pasolini 5 – Tradizione, religiosità, cristianesimo.
Pasolini ha sempre avuto rispetto per il sacro, e oggi addirittura scongiura “il fascista giovane” - cioè i giovani - di tenerselo stretto, perchè è una pietra di salvezza nel mondo che si disfa.Il poeta assimila a questa religiosità popolare e rurale anche il Cristianesimo.
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Occorre essere "santi", ma "senza ignoranza", cioè con la coscienza culturale e politica di cosa significa realmente la SANTITA’ - qualità di vita opposta all'alienazione.
E occorre COMBATTERE per una vita diversa, senza stalinismi di destra e di sinistra (“soldati senza violenza”).
Difendere i paletti, i campi, il prato: si può difendere e conservare, si può RESISTERE davvero solo intorno a ciò che si conosce e si ama con tutto il cuore (“muori d’ amore”ecc.).
Le cose, i rapporti, i modi del sentire della tradizione sono valori religiosi: sono il sacro ("Dei greci o cinesi").
P. ha sempre avuto rispetto per il sacro, e oggi addirittura scongiura “il fascista giovane” - cioè i giovani - di tenerselo stretto, perchè è una pietra di salvezza nel mondo che si disfa.
Il poeta assimila a questa religiosità popolare e rurale anche il Cristianesimo. Sembra abbastanza chiaro che egli interpreta la fede cristiana soprattutto come un atteggiamento interiore di adesione alla figura di Cristo, e come somma di valori morali, in parte rispettabili (“i Suoi Comandamenti”).
E questo in effetti, con tutta probabilità, è il solo cattolicesimo che P. ha potuto conoscere, all’interno della Chiesa friulana: vita ecclesiale, a nostro avviso, autentica, ma purtroppo ancora riduttiva rispetto a una esperienza di fede globale.
L'autore indica con precisione che tale tipo di realtà religiosa – che lui peraltro crede, si badi bene, non un cristianesimo paralizzato, ma il Cristianesimo - non può resistere alla società urbana e consumistica, né tantomeno contrattaccarla. Ma d'improvviso introduce, sia pur di sfuggita, un’intuizione nuova: nella città “occorre la Chiesa: ma che sia moderna”: noi diremmo VIVA, VERA, presenza sociale visibile, insediata nel presente, cioè nella concretezza delle situazioni.
È un discorso che lascia stupiti, conoscendo un poco la difficile, tormentata storia del poeta riguardo al fatto cristiano.
Forse era l'interrogativo dell'INIZIO di un discorso.
Ma l'itinerario di P. in ordine a tali problemi è così complesso che deve essere affrontato con maggior cura insieme con altri aspetti del suo pensiero, della sua esistenza e della sua espressione artistica.