Pasolini a partire da Pasolini 2 - Fascisti vecchi e nuovi
Partiamo per ascoltare Pasolini, da questa delicata, struggente e sobria, quasi incredibile poesia (incredibile per il clima culturale e politico italiano).- Autore:
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(Traduzione dalla poesia in friulano «Saluto e augurio»):
E' quasi sicuro che questa, / è la mia ultima poesia in friulano; / e voglio parlare a un fascista / prima che io, o lui, siamo troppo lontani. / E' un fascista giovane, / avrà ventuno, ventidue anni: / è nato in un paese / ed è andato a scuola in città. ... / ... Ascolta. Voglio farti un discorso / che sembra un testamento. / Ma ricordati, io non mi faccio illusioni / su di te: io so, io so bene, / che tu non hai e non vuoi averlo, / un cuore libero, e non puoi essere sincero: / ma anche se sei un morto, io ti parlerò. / Difendi i paletti di gelso, di ontano, / in nome degli Dei, greci o cinesi. / Muori di amore per le vigne. / Per i fichi negli orti. I ceppi, gli stecchi. / Per il capo tosato dei tuoi compagni./ Difendi i campi tra il paese / e la campagna, con le loro pannocchie / abbandonate. Difendi il prato / tra l'ultima casa del paese e la roggia. / I casali assomigliano a Chiese; / godi di questa idea, tienila nel cuore. / La confidenza col sole e con la pioggia, / lo sai, è sapienza santa. / Difendi, conserva, prega! La Repubblica / è dentro nel corpo della madre. / I padri hanno cercato e tornato a cercare / di qua e di là, nascendo, morendo, / cambiando: ma son tutte cose del passato. / Oggi difendere, conservare, pregare. Taci! ... / ... Dunque, ragazzo dai calzetti di morto, / ti ho detto ciò che vogliono gli Dei dei campi. Là dove sei nato. / Là dove da bambino hai imparato / i loro Comandamenti. Ma in Città? / Là Cristo non basta. / Occorre la Chiesa: ma che sia / moderna. E occorrono i poveri. / Tu difendi, conserva, prega: ma ama i poveri: ama la loro diversità... /... Dentro il nostro mondo, di’ / di non essere borghese, ma un santo / un soldato: un santo senza ignoranza, / un soldato senza violenza. / Porta con mani di santo o soldato / l'intimità col Re, Destra divina / che è dentro di noi, nel sonno. / Credi nel borghese cieco di onestà. / anche se è un'illusione, perché / anche i padroni hanno / i loro padroni, e sono figli di padri / che stanno da qualche parte nel mondo. / E' sufficiente che solo il sentimento / della vita sia per tutti uguale: / il resto non importa, giovane con in mano / il Libro senza la Parola. / Hic desinit cantus. Prenditi / tu, sulle spalle, questo fardello. / Io non posso: nessuno ne capirebbe / lo scandalo. Un vecchio ha rispetto / del giudizio del mondo: anche / se non gliene importa niente. E ha rispetto / di ciò che egli è nel mondo. Deve / difendere i suoi nervi, indeboliti, / e stare al gioco a cui non è mai stato. ...
Partiamo per ascoltare P. da questa delicata, struggente e sobria, quasi incredibile poesia (incredibile per il clima culturale e politico italiano). Essa chiude la sua ultima grande raccolta di liriche (Ne «La nuova gioventù» (Garzanti, 1975) P. ha ripubblicato, nella prima parte del libro, tutte le sue prime raccolte di versi in friulano dal '41 al '53, già note col titolo «La meglio gioventù»; aggiungendo in una seconda parte una «ripetizione» attuale, in forma nuova, di alcune di quelle prime poesie, col titolo «La nuova gioventù»; infine vi è una terza sezione, mista di prosa e poesia, «Tetro entusiasmo».)
Si tratta di un commiato che sintetizza il senso dell'opera, perciò di particolare importanza: il commiato per di più di un libro basilare, perché riprende la produzione di tutta la prima stagione dell'autore, rivista e confrontata con l'oggi, con i problemi storici del presente e con le convinzioni che egli aveva prima di morire.
Innanzitutto: la scelta scandalosa dell'interlocutore: perché un "fascista giovane"?
Pensate un po'! Per quello che l'autore chiama il suo TESTAMENTO, per l'ultima espressione delle sue più profonde radici (la terra e la lingua friulana) non si rivolge a ragazzi "impegnati", a solidi giovani comunisti, a roventi extraparlamentari, neanche a comuni "democratici", macché: a un fascista giovane.
E poi dirà di peggio: di credere "nel borghese cieco di onestà", perché anche lui è un povero dominato, alienato come tutti gli altri, e insomma è un UOMO, un figlio di padre, come tutti gli uomini.
La COMPASSIONE (passione-con), la disponibilità totale all'Uomo, "Figlio" - carne di madre e di padre - a qualunque classe o ideologia appartenga: ecco dunque il criterio conoscitivo, il criterio di interpretazione e comunicazione nei confronti del reale, che costituisce a nostro avviso (come già accennato) la scoperta TEORICA fondamentale di Pasolini. Scoperta che rompe vitalmente i limiti della "analisi di classe", della ideologia (sia pure quella marxista, che l'autore non rinnega certo come suo strumento, suo patrimonio imprescindibile, ma di cui osa porre in discussione lo schema globale).