Pier Paolo Pasolini, una disperata passione 4 - Di fronte alla Chiesa
Pasolini ha conosciuto una terra, una gente, un popolo - il Friuli - densi di esperienza cristiana reale, cioè vissuta, che hanno coinvolto in modo inestricabile le sue radici, la sua struttura umana: come modo di percepire le cose, le persone, il tempo (e perciò origine del suo poetare), e come giudizio sull'uomo, sul bene e sul male (eticità).Purtroppo quell'esperienza di popolo cristiano, grande ma non matura culturalmente, non era in grado di fornire risposte adeguate, globali alla sua vita.
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Ma quali sono dunque le ragioni che allontanarono questo tormentato scrittore-regista dal cattolicesimo?
Accenniamo non più che a uno schema della problematica di Pasolini riguardo alla Chiesa, e di alcuni momenti essenziali del suo itinerario dopo il distacco da essa. Pasolini ha conosciuto una terra, una gente, un popolo - il Friuli - densi di esperienza cristiana reale, cioè vissuta, che hanno coinvolto in modo inestricabile le sue radici, la sua struttura umana: come modo di percepire le cose, le persone, il tempo (e perciò origine del suo poetare), e come giudizio sull'uomo, sul bene e sul male (eticità).
Purtroppo quell'esperienza di popolo cristiano, grande ma non matura culturalmente, non era in grado di fornire risposte adeguate, globali alla sua vita. Principalmente tre, a mio avviso, i fattori che hanno giocato:
1) La mancanza, in quel popolo, di giudizi culturali e politici articolati riguardo alla problematica italiana e mondiale (capitalismo, imperialismo, ecc.) che il poeta, con la sua vivissima curiosità di intellettuale e di uomo appassionato ai bisogni dei suoi simili, si pose appena uscito dall'adolescenza e in seguito al nazifascismo e alla Resistenza.
2) La sensazione che, a differenza del suo Friuli cristiano, la Chiesa “ufficiale” nel suo complesso, allora e negli anni successivi, fosse permeata di fredda, arida ideologia borghese, di grigio burocratismo (come il P.C.I.), di compromessi con il sistema, di ignoranza culturale (sono parole sue).
3) Ma ben più dei problemi ideologici o di peccato storico più banalmente mondano della Chiesa (che la sua intelligenza aperta poteva trovare modo di superare), ha contato per il poeta il limite grave del moralismo (sia pur sano, contadino) incontrato nel mondo friulano: mi sembra indubbio, da numerosi accenni nelle sue opere, che egli abbia vissuto in proposito qualche tormentosa, e purtroppo decisiva, esperienza personale, come una non-accoglienza (probabilmente relativa ai suoi problemi psicosessuali), e che da allora abbia confuso il moralismo - che è una riduzione astratta, rigida, soffocante del fatto cristiano - con la realtà ecclesiale in quanto tale.
Bellissimo il dolore e il rimpianto di questo passo: “Ma tu che cosa hai fatto terra cristiana, per spegnere il fuoco che hai appiccato alla mia carne quando credevo un gioco l'amarti? [...] Tu senza pietà hai tagliato il loglio dal tuo grano: un innocente e puro amore che ti destava. Non puoi perdonare, tu, Friuli cristiano, a uno che la tua lingua schiava liberava [che operava un ricupero della tua tradizione linguistica e culturale N.d.R.] in un cuore caldo di peccato”. (“Cansion” - ne La nuova gioventù (I sezione: La meglio gioventù 1950-'53), Garzanti 1975 – pag. 99).
A proposito della Chiesa usa talora espressioni di questo genere, più impaurite e smarrite (come probabilmente sentiva da ragazzo) che accusatrici: «Le campane cantavano parole di dovere, sorde come tuoni». (“Ciant da li ciampanis” - ne La nuova gioventù (II sezione, 1974), op. cit. pag. 187). Spesso tuttavia formula giudizi assai più duri: «Guai a chi con gioia vitale / vuole servire una legge ch'è dolore!». (“La religione del mio tempo”, ne La religione del mio tempo, op. cit . pagg. 77-108).
Curiosamente finirà per identificare la «Legge», l'istituzione, la non-libertà con la figura di S. Paolo (proprio il teorizzatore del cristianesimo come salvezza rispetto alla legge), contrapposto al Cristo liberante e vitale: strano errore per un uomo come Pasolini, serio e non ignaro delle Scritture.