Caillet, Maurice - Ero Massone

Ed. PIEMME
Fonte:
CulturaCattolica.it

Ho letto tutto d’un fiato il libro di Maurice Caillet Ero massone, e dopo avere trovato l’intervista su Tempi del 22 giugno 2010 ho riconosciuto, in quelle righe, tutta la storia raccontata nei particolari del libro.
Voglio soffermarmi su due aspetti che mi hanno colpito, in quel racconto autobiografico (e che consiglio caldamente a tutti di leggere, non ne resteranno affatto delusi).

1. Da un lato mi pare che sia la esemplificazione “perfetta” di quanto Karl Marx dice della ideologia: un sapere che nasconde le sue intenzioni reali. O, che è lo stesso, l’uso di parole, idee e concetti che invece che spiegare la realtà, la rendono utilizzabile da chi ha il potere. Così, nel libro, si vedono parole come uguaglianza, fraternità e, soprattutto, libertà che sono bandiere che nascondono l’intento di sopraffazione, di strumentalizzazione, di arricchimento, di manipolazione e di favoritismi di varia natura. Così troviamo la definizione in Treccani.it: «Per Marx l’ideologia è una rappresentazione capovolta della realtà sociale, il cui scopo è elaborare le ‘illusioni’ della classe dominante su sé stessa e nascondere i suoi interessi particolari dietro la maschera di ideali universali. Giudicare un’epoca o una classe sociale dalle sue ‘idee’ - ossia dai sistemi filosofici, morali, politici e giuridici che elabora - equivale a giudicare un individuo da ciò che dice o pensa di essere e non da ciò che è realmente.»

Si potrebbe chiamare il libro della «Ideologia massοnica»: e non vi dico il disgusto provato di fronte a quel totale rifiuto della ragione che si respira in ogni pagina di documentazione. Sembra di assistere alla riproposizione dei rituali atei invalsa nella Cecoslovacchia comunista, ove, per sostituirsi alla Chiesa cattolica, non ci si fermava di fronte a riti ridicoli, perché privi di ogni consistenza, che scimmiottavano banalmente il battesimo, la cresima e i vari sacramenti cristiani. Oppure possiamo ritrovare la posizione mentale «dell’ultimo Comte: Egli ha sempre ammirato la Chiesa cattolica non per i suoi contenuti (che egli rifiuta, in nome del sapere scientifico), ma per l’organizzazione che dà alla società: si tratta pertanto, dice l’ultimo Comte, di sostituire ai dogmi del cristianesimo quelli scientifici, mantenendo però le istituzioni tipiche della Chiesa cattolica». Suvvia, siamo seri: se vogliamo il potere, non nascondiamoci dietro falsi ideali e stupidi e ridicole messinscena e psicodrammi!

2. Dall’altra parte questo testo mi ha affascinato per la testimonianza che dà all’agire di Dio nella storia, e alla libertà di azione che ne nasce. Quante occasioni per riconoscere una presenza amica dell’uomo, della vita, della bellezza sono riportate in questo testo. Mi ha folgorato questa frase, di Giovanni Paolo II, riportata come documentazione del cambiamento accaduto in lui e nella compagna, che diventerà in seguito sua moglie, dopo la conversione: «Ho potuto provare la Grazia particolare del Sacramento, perché i miei rapporti intimi furono totalmente trasformati: da gaudenti e strumentali acquisirono il senso sottolineato da Giovanni Paolo II nelle sue conferenze di Cracovia: “l’atto coniugale è un vero atto di adorazione”».

Certamente davanti alla conversione di questo grande uomo ci domandiamo anche che cosa significhi per noi, e che responsabilità ci apra: di fronte alla questione tanto spesso sollevata dal Papa sulla emergenza educativa, credo che la testimonianza di una fede che allarga realmente la ragione e di una carità che sappia creare veri legami di fraternità siano il compito più urgente, affascinante e responsabile.

Chi volesse, può andare sul sito dell'Autore, e conoscere le sue iniziative e comunicare con lui.

In allegato riporto la bella intervista a Tempi, sottolineando questa terribile affermazione: «Per aver partecipato alla massoneria per quindici anni, posso testimoniare che per i massoni, i quali affermano continuamente la loro grande tolleranza, l’uomo da abbattere è il Papa, che si tratti di Pio XII, di Giovanni Paolo II o di Benedetto XVI. Mentre la famosa tolleranza è effettiva nei confronti delle Chiese protestanti e ortodosse (Chiese divise), come nei confronti del giudaismo e dell’islam, l’ostilità contro la Chiesa cattolica riguarda il fatto che essa è centralizzata attorno al Santo Padre, il quale vigila sulla sana dottrina e sostiene in particolare la conciliabilità tra la fede e la ragione».

L'intervista su Tempi