Bellaspiga, Lucia e Ciociola, Pino - Eluana. I fatti

Ed. Ancora. Avvenire
Fonte:
CulturaCattolica.it

Passione di Cristo. Passione di Eluana

Mi capita spesso di leggere dei libri, e di solito cerco di finirli, in un tempo più o meno breve. Alcuni sono affascinanti, altri commoventi, alcuni noiosi (ma li lascio subito). Alcuni mi provocano per una continua rilettura, iniziando una sorta di dialogo che mi prende, per cui crescono con me, e mi sostengono nel cammino della vita. (In particolare i testi di Don Giussani, il bel libro di Tresmontant, L’intelligenza di fronte a Dio, alcune pagine di Florenskij…).
Ma questo di Lucia Bellaspiga e di Pino Ciociola, dal titolo Eluana. I fatti, è stato per me come la lettura che mi sta accompagnando, in questa settimana santa, a rileggere la Passione di Gesù. Avevo già letto di Lucia Bellaspiga un testo affascinante, su Buzzati (Dio che non esisti, ti prego) e ne ero stato conquistato. Ora leggere queste note, concrete, ricche di fatti di una eloquenza straordinaria, testimonianza di un progetto misterioso e diabolico contro la vita, contro l’amore, contro l’uomo nella sua fragilità e debolezza, ha suscitato il grande desiderio di servire, con tutto me stesso, le opere, le capacità, in tutte le occasioni, il grande disegno della vita.

È evidente la verità di quello che già diceva Dostojevskij: «Senza Dio, tutto è possibile». Invitando tutti a leggere questo testo straordinario, faccio solo alcune – tra le tante – osservazioni che sono scaturite in me.

1. La menzogna: quante iniziative sono state intraprese per giustificare il progetto disumano di spegnere una vita, che non si riusciva ad accettare nella sua fragilità, nel suo bisogno di essere amata ed accolta. Le pagine del libro testimoniano il modo crudele di nascondere la verità, e di impedire che venga conosciuta. Quello che più mi ha ferito è stata la descrizione di Eluana, come «mostro» senza volto, sfregiato dal male, ridotta ad un essere incapace di comunicare. «Una Eluana scarnificata e inguardabile, dalla faccia che si era rinsecchita come il resto del corpo, che pesava meno di 40 chili, le cui braccia e gambe erano rattrappite, con il viso tutto piagato da quelle lacerazioni che ai vecchi vengono sul sedere ma a lei anche in faccia». Peccato che testimoni e – poi – autopsia abbiano rivelato l’esatto contrario.
2. L’odio al cristianesimo che diventa odio all’uomo. Come non leggere con sorpresa e dolore le affermazioni di coloro che hanno detto che «il magistero cattolico ha fatto sua senza riserve la dottrina della sacralità della vita, dottrina che entra in rotta di collisione con gran parte della medicina moderna»?
3. Le pagine sull’Alzheimer. «L'invecchiamento e ancor più la demenza sollevano il problema del valore della vita umana. Certo è che davanti a una vita molto diminuita, per esempio quella di un demente in fase avanzata, l'interrogativo se la sua vita abbia lo stesso valore di quella di uno di noi sorge abbastanza naturalmente».
4. L’uso distorto della legge e delle testimonianze a favore della morte. Quasi ad ogni pagina ci si trova di fronte a quella che già Marx chiamava «ideologia», intesa nel senso di affermazioni che nascondono l’intenzione reale di chi le fa. Basterebbe citare quello che anni prima della morte di Eluana un magistrato affermava a riguardo delle cosiddette prove di una volontà di morte espressa dai soggetti ora ritenuti incapaci. «Il livello di certezza ricavabile dalle testimonianze di amici o familiari è spesso veramente basso, sia quanto a contenuti delle affermazioni riferite, sia quanto ad attendibilità di chi rende la testimonianza». Ma è stato solo su alcune di queste testimonianze – senza ascoltare chi ne portava di diverse – che si è affermato il teorema della volontà di Eluana.

Credo che la lettura di questo testo sia uno degli aiuti più grandi ad aprire gli occhi di fronte a ciò che sta accadendo, alla barbarie che incombe su di noi se lasciamo spazio ai «testimonial» della morte. Per fortuna c’è ancora chi sa dare voce alla verità, e alle testimonianze di umanità che sono fonte di speranza. Il libro si conclude con il racconto della esperienza di Massimiliano Tresoldi (di cui i lettori del sito sono già a conoscenza). E se allora la vicenda ci rimanda alla Passione di Cristo, la conclusione ci fa intravvedere la speranza della Risurrezione. Per ognuno di noi. Ma con una responsabilità personale in più.