Ultima parola al processo
Valentin MorozVolnoe slovo 14/15 pp. 111 ss.
18 novembre 1970
Perché viva la memoria
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Riportiamo una fra le moltissime ‘ultime parole’ dei dissidenti, coloro che ‘pensavano diversamente’, come li qualificava il regime sovietico, o ‘semplicemente pensanti’, come loro stessi si definivano. Uomini senza potere, ma la storia ha dimostrato la del ‘potere dei senza potere’. Avevano a loro vantaggio la forza della fede, la coscienza della responsabilità personale, la certezza della inutilità della violenza, l’esigenza della solidarietà umana e cristiana. Per questo la loro esperienza offre a tutti, in tutti i tempi, la possibilità di aprire ‘una via per incominciare’ a cambiare il mondo.
Il processo contro Vladmir Moroz fu celebrato a Ivano – Frankovsk (Ucraina). Moroz era accusato in base all’art. 62 (Propaganda e attività antisovietica). Venne condannato a 6 anni di prigione, 3 di lager e 5 di confino.
Non ho alcuna intenzione di citare il codice e neppure di documentare la mia innocenza. Non sono condannato per un delitto, e voi lo sapete bene. Ci processano per un certo ruolo che noi svolgiamo in eventi da voi non desiderati. Esistono persone che voi potreste condannare con maggior fondamento giuridico. Ma a voi fa comodo che queste persone restino in libertà perché abbassano il tono della rinascita ucraina, frenano la sua corsa, anche se non ne hanno coscienza. Voi non toccherete mai questa gente; se, per caso, cadessero nelle vostre mani, le liberereste subito. Voi siete giunti alla conclusione che Moroz alza la temperatura degli eventi che voi non desiderate in Ucraina, e per questo è meglio separarlo dall’ambiente sociale e metterlo sotto custodia. Tutto questo sarebbe anche logico, se non ci fosse un però…
Dal 1965 voi avrete messo in prigione una ventina di persone. Che cosa avete guadagnato? Non intendo parlare della tendenza che non siete riusciti a cambiare in nessun modo. Siete riusciti almeno a liquidare le manifestazioni concrete di questa tendenza? Avete fermato il fiume della letteratura non ufficiale, non censurata che passa sotto il nome di samizdat? No! Ciò si è mostrato superiore alle vostre forze. Il samizdat cresce e si arricchisce di nuove forme e di nuove tendenze, si moltiplicano gli autori e i lettori e, quello che è più importante, ha esteso le sue radici così largamente e così profondamente che ormai non serve né moltiplicare lo staf dei delatori e neppure i magnetofoni giapponesi. I vostri sforzi non sono riusciti a nulla, e quello che voi fate si potrebbe chiamare alla russa ‘lavoro da bertucce’. Ma la questione è che ‘il lavoro da bertucce’ non fa né caldo né freddo a nessuno, è un lavoro inutile. Del vostro lavoro questo non lo si può dire; esso ha già ottenuto un effetto notevole, ma un effetto totalmente opposto a quello che vi aspettavate. Voi non siete riuscite a spaventare la gente, ma ad interessarla. Volevate spegnere ed invece avete aggiunto benzina al fuoco. Nulla ha contribuito a ravvivare la vita dei cittadini in Ucraina, quanto le vostre repressioni. A dire il vero, proprio questi processi hanno in Ucraina dimostrato hanno al grande pubblico che la vita civile si è di nuovo ridestata. Volevate nascondere la gente nei boschi della Mordovia ed invece li avete mostrati su un grande palcoscenico, e tutto il mondo li ha visti. La maggior parte degli attivisti della rinascita ucraina sono diventati attivisti appunto in quella atmosfera di entusiasmo suscitato dalle vostre repressioni. In una parola, è già trascorso un tempo sufficiente da comprendere che le repressioni danneggiano anzitutto voi stessi. E voi continuate a processare…A che scopo? Per compiere il piano? Per tranquillizzare la vostra coscienza giuridica? Per sfogare la rabbia? Forse, semplicemente per inerzia.
Nell’attuale tappa post-stalinista della rinascita ucraina, voi avete introdotto ciò senza del quale essa sarebbe ancora grezza e immatura.: vi avete introdotto l’elemento del sacrificio. La fede nasce quando ci sono i martiri. Voi ce li avete dati.
Ogni qualvolta all’orizzonte ucraino è apparso qualche cosa di vivo, vi avete gettato sopra una pietra, ed ogni volta successe che non si trattava di una pietra, ma di un boomerang. Era fatalmente ritornato contro di voi…e vi colpiva. Che cosa è successo? Perché la repressione non ha portato il suo abituale frutto? Perché l’arma usata è diventata un boomerang? I tempi sono cambiati. Questa è la risposta. Stalin aveva abbastanza acqua per spegnere il fuoco. Voi vi trovate in una situazione completamente diversa. Vi è toccato vivere in un’epoca in cui le riserve si sono esaurite. E se l’acqua è poca è meglio star lontani dal fuoco. Avete preso in mano per il bastone spegnere il fuoco e invece non avete fatto altro che alimentarlo. Sono mancate le forze per fare di più. Questo significa che l’organismo sociale in cui vivete è entrato in una fase tale di sviluppo in cui le repressioni danno un effetto contrario. E ogni nuova repressione sarà un nuovo boomerang.
Quando il primo giugno mi avete messo in prigione, un’altra volta avete lanciato un boomerang. Che cosa sarà in futuro, voi lo potete immaginare. Cinque anni fa mi avete portato sul banco degli imputati, e allora è volata la freccia. Poi mi avete condannato a vivere oltre il filo spinato in Mordovia, e di là è scoppiata la bomba. Oggi di nuovo, senza comprendere nulla e imparato nulla, ricominciate da capo. Soltanto che questa volta l’azione del boomerang sarà ancora più facile. Nel 1965 Moroz era un insegnante di storia sconosciuto. Oggi lo conoscono.
Oggi Moroz mangia i cavoli in prigione. E voi che cosa ne ricavate? Moroz potrebbe esservi molto utile soltanto nel caso che si sottomettesse e si dichiarasse colpevole. Questo veramente sarebbe un colpe tremendo per ogni ucraino cosciente. Ma un tale Moroz scordatevelo per sempre. Se voi pensate che mettendomi in prigione riuscite a creare un vuoto nella rinascita ucraina, questo non è serio. Cercate di capire: il vuoto non ci sarà più. La solidità del potenziale spirituale della Ucraina è già sufficiente per riempire qualsiasi vuoto e di offrire nuovi attivisti sociali al posto di quelli che sono in prigione, come al posto di quelli che hanno abbandonato l’attività sociale. Gli anni sessanta hanno portato una significativa animazione nella vita ucraina, pure negli anni settanta non vi sarà un vuoto nella storia ucraina. Gli anni d’oro in cui tutta la vita era forzatamente repressa dentro la cornice dell’ufficialità, sono passati senza possibilità di ritorno. Ormai esiste una cultura al di fuori del Ministero della cultura. E una filosofia al di fuori della rivista ‘ Problemi di filosofia’ Ora si presenteranno in continuità realtà al di fuori dell’approvazione ufficiale; e di anno in anno questo fiume s’ingrosserà.
Oggi questo tribunale mi processa a porte chiuse. Ciononostante diventerà un boomerang, anche se nessuno mi ascolterà, anche quando dovrò tacere isolato nella cella del carcere di Vladimir. Ci sono dei silenzi che risuonano più forti di un grido. Voi potete anche uccidermi, ma non siete in grado di soffocare la mia voce. E’ facile uccidere, ma non avete mai pensato che i morti a volte valgono più dei vivi? I sacrificati diventano una bandiera. I sacrificati diventano una selce con la quale si edificano fortezze cristalline nelle anime pure.
So bene quello che voi avete in mente: Moroz pensa troppo a se stesso. Ma qui non si tratta di Moroz. Qui si tratta di ogni uomo onesto che può trovarsi al mio posto. Quando gli uomini sono pronti a subire una lenta morte nella prigione di Vladimir, non ci può essere posto per un amore meschino.
La rinascita nazionale è la cosa più profonda di tutti i processi spirituali. Questo avvenimento ha diversi aspetti e diverse espressioni, esso si esprime in mille forme. Nessuno può prevederle tutte e intrecciare una rete così ampia da abbracciare questo processo in tutta la sua ampiezza. I vostri margini sono potenti e robusti, ma sono all’asciutto. La pioggia di primavera li ha sorpassati tutti e le acque hanno trovato nuovi alvei. Le vostre sbarre sono chiuse, ma esse non riescono a fermare nulla perché da tempo esse hanno trovato altri percorsi. La rinascita nazionale è un processo che possiede risorse illimitate perché il sentimento nazionale vive nell’anima di ogni uomo, perfino in quello che può sembrare spiritualmente morto da tempo. Questo è diventato chiaro durante il dibattito nell’Unione degli Scrittori, quando contro l’espulsione di I. Dzjuba votarono persone che nessuno si aspettava.
Voi insistete nel dire che gli uomini in prigione sono semplicemente dei delinquenti. Chiudete gli occhi e fate finta che i problemi non esistano. Sia pure, su questa posizione poco intelligente siete riusciti a sopravvivere per una decina d’anni. E poi? Ora in Ucraina (e in tutta l’Unione Sovietica) sono appena incominciati i nuovi processi. La rinascita ucraina non è ancora diventata un fenomeno di massa. Ma non illudetevi che questo sia per sempre. In un’epoca di ampia istruzione (in Ucraina si contano 800.000 studenti universitari), ogni persona possiede una radio, ogni avvenimento sociale significativo diventa un fattore di massa. Ma è possibile che voi non comprendiate che presto sarete obbligati ad affrontare tendenze sociali di massa? Soltanto ora hanno avuto inizio i nuovi processi, ed i vostri metodi oppressione hanno cessato di essere efficaci. Che cosa succederà in futuro?
C’è soltanto una via d’uscita: ritirarsi dalla vecchia politica oppressiva e trovare nuove forme di coesistenza con i nuovi avvenimenti che ormai senza ritorno si sono consolidati nella nostra società. Questa è la realtà. Essa è apparsa senza chiedere permesso a nessuno ed ha portato nuovi avvenimenti che esigono un nuovo atteggiamento. Gli uomini che si devono interessare degli affari di stato, hanno di che pensare. Ma voi non divertitevi nel lanciare boomerang…
Ci sarà il processo. Combatteremo. Proprio ora che uno ha sottoscritto la dichiarazione di colpevolezza e con un sol colpo si è trasformato in traduttore, proprio ora è necessario che qualcuno mostri esempio di fortezza e con un colpo sappia purificare l’atmosfera pesante che è nata dopo il ritiro di alcuni dall’azione civile. La sorte è toccata a me. E’ una missione pesante. Vivere in prigione non è facile per nessuno. Ma mancare di rispetto a se stesso è ancora peggio. E quindi combatteremo.
Ci sarà il processo, e di nuovo tutto incomincia da capo: nuove proteste e sottoscrizioni, nuovo materiale per la stampa e la radio di tutto il mondo. L’interesse per quello che ha scritto Moroz aumenterà di dieci volte. In ultima analisi, una nuova porzione di benzina si aggiungerà al fuoco che voi volete spegnere.
Questa è un’azione di brillamento. Ma io non sono colpevole. Non sono stato io a mettere in prigione Moroz. Non sono stato io a lanciare il boomerang.