Efim Eremin: da ateo militante a monaco



Nikolaj Eremin ai tempi del socialismo era un ateo militante. Vecchio cekista, amico di Lenin e di Sverdlov, membro dell'Associazione "Atei militanti", amava raccontare ai pionieri e ai komsomoliani, nelle scuole e negli istituti superiori, come egli eseguiva la volontà del capo del proletariato internazionale, combattendo contro l'oscurantismo religioso.
Riporto dal suo diario:
"Arriviamo in un distretto con l'ordine in mano di "salire" sul campanile. Gettiamo le campane dal campanile, spezziamo le croci, stacchiamo le icone dall'iconostasi, sul piazzale della chiesa le riduciamo a pezzi di legna, le bruciamo, facciamo uscire dalla chiesa i sacerdoti, pretaglia oscurantista, li mettiamo al muro e li finiamo con il mauzer… della chiesa facciamo una stalla ed un deposito per il grano".
Fu naturale che il figlio, il poeta Efim Eremin, seguisse le orme del padre. La mela non cade lontano dal melo: Frequentò la scuola per i cekisti, si fece le ossa nei servizi di spionaggio e infine fu nominato segretario di partito per le questione ideologiche nella provincia di Abakansk (Siberia).
Lo scrittore Anton Cekov visitò la penisola di Sakalin per descrivere la vita del popolo russo. Nella provincia di Abakansk contò una quarantina di chiese ortodosse e, fra il resto, annotò che la città di Abakansk era la città più bella della Siberia. "Ovunque tu guardi, cupole dorate; da tutte le parti ti raggiunge il dolce suono delle campane. Che vita libera e bella dovrà nascere col tempo in questi luoghi", pensava lo scrittore.
Ma gli uomini della rivoluzione, volendo costruire in fretta una vita felice, prima che arrivasse Efim, probabilmente esagerarono alquanto: 36 chiese le abbatterono, una la trasformarono in deposito di pelli, una in sala caldaie e un'altra in officina meccanica. Soltanto una chiesa fu risparmiata, la chiesa della Trinità sul monte Pokrov', vicino al cimitero. Si limitarono a svellere le croci dorate. Proprio in questa chiesa prese alloggio il segretario di partito per le questioni ideologiche.
Egli si adoperò per istituire la cattedra di ateismo in tutti gli istituti di pedagogia, di agraria, al politecnico, e in tutte le classi della scuola decennale organizzò le cellule di "ateismo militante". I membri dell'organizzazione avevano l'obbligo di svolgere "servizio d'ordine" ventiquattro ore su ventiquattro attorno alle chiese e nei cimiteri durante le festività religiose "affinché i fanatici religiosi non creassero nessun disordine", come era indicato nel loro statuto.
Efim Eremin guidava personalmente le spedizioni ateistiche e dall'ambone della chiesa declamava infiammate poesie del suo repertorio stilistico.
Non celarti fra muri della chiesa
La via luminosa non è con dio
Ma con il partito, con me.
I credenti nell'udire questi versi si facevano il segno della croce e bisbigliavano fra di loro: santo, santo, santo, mentre gli studenti non credenti, ateisti militanti, sfruttavano l'occasione per dividersi in gruppi e, terminati i loro compiti, si trovavano attorno alle tombe per bere e mangiare quello che Dio mandava.
La casa editrice di Abrakansk pubblicava fuori collana un libro con le poesie di Efim intitolato "Io sono ateo", tiratura 10.000 copie.
Ma improvvisamente accadde qualche cosa nella coscienza popolare di tutto il paese: la piattaforma ideologica rovinò. Il partito perse il suo ruolo direttivo. Comitati del partito furono soppressi sia in provincia che nei distretti, ed Efim si trovò senza lavoro. La propaganda atea fu ritenuta da tutti inutile. I cristiani di Abakansk in fretta ripulirono il deposito di pelli, la sala caldaie, l'officina meccanica e iniziarono subito i lavori di restauro delle chiese.
Battisti, Avventisti, testimoni di Geova, protestanti e altre confessioni costruirono nuove chiese.
La moglie del poeta Efin inaugurò una scuola religiosa domenicale nella chiesa presso il cimitero, la figlia occupò la cattedra di teologia nella facoltà di pedagogia dell'Università di Abakansk.
Il mondo cambiò, uscì di testa e di conseguenza perse la testa anche il poeta Efim: dalle altezza dell'ideologia di partito rovinò sulla terra peccatrice, e incominciò a vagare per le vie della città. In una mano teneva il libro di poesie "Io sono ateo", nell'altra la bandiera rossa, sul petto la medaglia "100 anni dalla nascita di Lenin". Vaga, vaga e finisce in un affollato emporio e qui inizia a declamare a gran voce le sue poesie:
Io sono ateo! Io non cerco dio
E non porto la crocetta al collo
E sono felice che la strada ampia e pulita
Mi porta al comunismo.

Grida, grida, sventola la bandiera, vuol donare il suo libro ad un passante meravigliato e poi si calma.
Per due volte chiamarono il pronto soccorso e lo portarono all'ospedale, reparto psichiatrico in via Kurchatova, 4. Ma non lo trattennero a lungo perché non rappresentava un pericolo sociale e, secondo la nuova Costituzione, nessuno ha il diritto di trattenere fra le mura di un ospedale psichiatrico una persona come lui.
Ed improvvisamente, circa mezzo anno fa, Efim Eremin, il poeta, scomparve dalla città di Abakansk. Abbandonò la città e si stabilì in una grotta scavata da uomini preistorici sulle alture di Karaul', non lontano dalle rive del fiume Enisei.
Si lasciò crescere la barba e vestì il saio di monaco. Davanti alla grotta, su un leggio, una Bibbia ed una candela e lui passa i giorni e le notti in preghiera. Vive in seno alla natura, prega e non si interessa di nulla. Gli speleologi gli portano da mangiare. Le pie donne vengono a trovarlo dai paesi vicini.
L'azienda turistica "Aba-tur" ha incluso questo luogo nel percorso "I luoghi santi di Abakansk". La guida turistica spiega: "Quest'uomo è un nostro santo. Ha raggiunto quasi cento anni. Da dove venga, chi sia, come si chiami, perché si trovi qui è un segreto chiuso da sette sigilli. Nessuno sa niente perché ha fatto il voto del silenzio".
Io, uno dei turisti, lo riconobbi al primo sguardo. Efim, il nostro poeta di Abakansk, già segretario di partito per l'ideologia. Prega per scontare i suoi peccati e i peccati dei suoi genitori. Perdonagli, Signore.