Nikolaj Lebedev, sacerdote ortodosso martire
1869 - 1933- Autore:
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Nicolaj Lebedev nasce nel 1869 nel villaggio di Berezhaj, governatorato di Tver, in una famiglia molto povera. A spese dello stato riesce a compiere gli studi nel seminario teologico di Tver.0 Nel 1894 viene ordinato sacerdote e destinato alla chiesa della Madre di Dio di Kazan nel villaggio di Vlas’evo, una delle più antiche residenze della regione di Tver, ma anche una delle più povere. Padre Nikolaj oltre che preoccuparsi dell’elevazione spirituale del a popolo lui affidato si interessa pure del miglioramento sociale. Una delle sue prime imprese in questo campo è la fondazione della ‘Associazione degli astemi’ sotto la protezione della Madonna di Kazan. Più che di una associazione si tratta di una fraternità perché sono invitati ad iscriversi non sono coloro che sono affetti di una delle malattie più tradizionali del paese, ma anche quelli che intendono vivere più seriamente e comunitariament4e la loro vita spirituale. Per questo motivi la fraternità ha una sua regola di preghiera, di carità e di missione. “Tutta la mia vita - scrive padre Nikolaj nel suo diario - è sempre stata consacrata alla realizzazione del mio sogno: servire la gente semplice”.
Altra piaga da sanare è l’analfabetismo. Nel paese non esiste una scuola. Già nel primo anno di servizio in parrocchia padre Nikolaj apre la scuola parrocchiale. Non ha soldi e neppure è in grado di prevedere chi possa aiutarlo. In questa impresa, come nelle altre, la Provvidenza interviene per portare avanti un opera che ogni anno sembra dover chiudere per mancanza di sostentamento economico. Chiuderà al sopraggiungere del potere dei comunisti.
Nel 1907 padre Nikolaj apre un altro settore di attività: un ospizio per i bambini abbandonati dai loro genitori. Questo fenomeno si allargherà paurosamente con l’avvento del regime comunista che nei suoi primi anni di governo, seguendo le teorie della Kollentai, proclamerà ‘il libero amore’ come espressione della vera libertà dell’uomo (in seguito si dovrà intervenire con l’esercito per frenare gli assalti dei ragazzi abbandonati, frutto del libero amore). Ma il fenomeno dei ‘besprizorrny’ era presente già agli inizi del 1900. Padre Nikolaj non si limita a ricoverare i ragazzi abbandonati, ma li istruisce, insegna loro un lavoro e crea delle cooperative agricole prima di inserirli adulti nella società. Nel 1914 riesce a sostituire le baracche che accoglievano i primi ragazzi in case in muratura.
Naturalmente l’attività dell’intraprendente parroco incontra l’approvazione entusiasta della gente povera, ma anche l’ostilità dei potentati che lo accusano di cedere alle tentazioni della mentalità socialista. Per motivi contrari la mentalità socialista diffusa fra gli intellettuali e presente anche in certi ambienti del clero vede di malocchio che un prete risponda concretamente ai bisogni del popolo al di fuori degli schemi spesso astratti del marxismo.
Per la formazione culturale, religiosa degli adulti padre Nikolaj nel 1909 Pubblica un mensile “Verso la Luce”. Riprendiamo dal primo numero del 1910: “Fosche e sinistre nubi si addensano sulla nostra povera e sofferente patria. Quando con lo sguardo attento cerchi di abbracciare tutta la terra russa, quando davanti ai tuoi occhi si presenta una strana visione di tutti i disagi e le piaghe che insanguinano la vita russa attuale, la società russa attuale, nell’animo si distende un velo di tristezza; una paura terribile, un panico per il futuro della Russia, per il futuro del popolo russo, si insinua involontariamente nel cuore di ogni uomo russo che ama la sua patria e le è fedele. Incominciano a dissolversi quelle strutture, quei fondamenti sui quali dall’antichità si ergeva la Russia ortodossa; sono calpestati, vilipesi glii ideali, le credenze, quei santi principi grazie ai quali viveva il popolo russo ortodosso, sui quali si era consolidata la sua forza e la sua potenza, la potenza dello stato russo. Il popolo russo ortodosso ha perso la fede in Dio, ha dimenticato il suo Cristo, ha dimenticato i santi comandamenti cristiani per seguire le strade di questo mondo … Non è un segreto per nessuno che l’attuale società russa, nella sua maggioranza, è diventata del tutto indifferente ai problemi della fede e della religione, e alla stessa Chiesa di Cristo, tutela della fede … Si è spento l’amore cristiano, la fiducia reciproca, la giustizia, l’onestà, la misericordia e la compassione, e tutto questo è stato sostituito da un egoismo esasperato, dal desiderio esclusivo del proprio bene, dall’invidia, dalla avidità, dalla inimicizia, dall’odio e dalla cattiveria … Nell’uomo russo si è introdotto la bestia. Il popolo russo è rimasto ortodosso soltanto di nome, ma la sua vita è diventata pagana, peggio che pagana”. Dobbiamo riconoscere in padre Nikolaj anche un giudizio di fede e una chiaroveggenza non comune.
Anche dopo il colpo di stato dell’ottobre 1917 padre Nikolaj, come annota nel suo diario, prosegue la sua attività sacerdotale di servizio al popolo e di annuncio evangelico. In campo sociale si dedica particolarmente a promuovere le cooperative agricole con l’intenzione di inserire i ragazzi raccolti dalla strada in un lavoro stabile e in una fraternità che promovesse la formazione religiosa.
Nel 1918 per due volte padre Nikolaj viene arrestato, e liberato dopo breve tempo grazie all’intervento dei suoi ragazzi e di tutta la popolazione della parrocchia. Il 19 agosto 1929 il partito è abbastanza forte per poter trascurare la volontà del popolo. Padre Nikolaj viene arrestato per aver pronunciato dall’ambone della chiesa parole che potevano essere di danno alla ‘buona’ fama del partito. Il 3 novembre è condannato a tre anni di lager nelle isole Solovki. Il 19 agosto 1932 termina il tempo di detenzione, ma padre Nikolaj non ottiene il permesso di abbandonare la residenza. E’ libero, ma non può muoversi. Evidentemente era considerato un uomo socialmente pericoloso. Nell’estate del 1933 padre Nikolaj si ammala gravemente. Nonostante le promesse dell’autorità comunista padre Nikolaj non può abbandonare il confino. Muore il 1 settembre 1933. Sepolto in una fossa comune.