Petr Skipetrov, sacerdote ortodosso martire

1863 -1918
Fonte:
CulturaCattolica.it

Petr Skipetrov nasce il 4 giugno 1863 nel villaggio Stanki, governatorato di Vladimir. A Vladimir compie gli studi teologici nel 1884. Nello stesso anno si sposa con Antonina Zaozerska. Il 18 febbraio 1884, dieci giorni dopo il matrimoni o, viene ordinato diacono per la cattedrale di S. Isacco a Pietrogrado. Nel 1886 s’iscrive ai corsi della facoltà teologica della stessa città e nel medesimo tempo, per poter mantenere la famiglia, insegna religione in una scuola diocesana. Il 14 settembre 1892 è ordinato sacerdote e nominato rettore della chiesa presso l’0spizio per ragazzi fondato dal principe Oldenburg. Qui padre Petr, oltre agli uffici strettamente legati alle funzioni religiose nella chiesa, deve occuparsi dell’educazione religiosa dei ragazzi, cosa che compie con passione e con grande impegno.
Su richiesta del vescovo padre Petr il 30 giugno 1898 abbandona i suoi ragazzi per assumere l’incarico di parroco nella nuova chiesa dedicata alla Madre di Dio ‘Gioia di tutti gli afflitti’ dove un’icona miracolosa della Madre di Dio è venerata non solo dai parrocchiani, ma da tanti fedeli della città e dei villaggi vicini. In questo santuario i moleben (preghiere bizantine in onore della Madre di Dio) iniziano alle otto del mattino e proseguono ininterrottamente fino alla sei della sera. Padre Petr, coadiuvato da altri due sacerdoti, era impegnato alla celebrazione della Divina Liturgia quotidiana (decisamente più lunga della messa latina) e soprattutto nelle confessioni dei fedeli che riempivano la chiesa dal mattino alla sera anche nei giorni feriali. In questa chiesa padre Petr fino al giorno del martirio.
Il 19 gennaio 1918, dopo il decreto di separazione della chiesa dallo stato, un gruppo di soldati sovietici, con a capo il commissario Ilovajskij, entra nella Lavra Aleksandro – Nevskaja, sede anche della Accademia teologica, ed impone al rettore vescovo Prokopij, in quel tempo in riunione con i suoi collaboratori, di consegnare allo stato tutti i beni della Lavra. Il vescovo si oppone e viene immediatamente arrestato e tenuto sotto custodia nella sua cella. Assieme a lui sono arrestati tutti i sacerdoti presenti. Ma l’operazione rossa incontra l’opposizione dei fedeli. Uno riesce a salire sul campanile della chiesa e dà l’allarme con il suono delle campane. In pochi minuti si radunano migliaia di persone, quasi tutte donne che, al grido “Ortodossi salvate la chiesa” assaltano i soldati rossi, li disarmano, buttano a terra il commissario e gli strappano la rivoltella. Naturalmente la volontà del popolo basso non è tenuta in nessuna considerazione dai rossi. Passato poco tempo arriva in forza l’esercito e disperde i fedeli.
A questo punto arriva alla Lavra padre Petr per un appuntamento che era stato stabilito con il vescovo. Alle porte della Lavra incontra il figlio Nikolaj seminarista, il quale supplica il padre di ritirarsi al più presto perché la situazione è tremendamente pericolosa. Ma non è nello stile di padre Petr ritirarsi di fronte al pericolo. Entra nella Lavra e incontra un gruppo di soldati rossi che insultano e maltrattano delle donne ortodosse. Padre Petr non esita un minuto ad entrare in loro difesa e rimproverare i soldati. Un soldato spara e il padre cade a terra gravemente ferito. I soldati fuggono di fronte all’assalto delle donne. Il padre viene portato all’ospedale, ma la situazione si rivela senza rimedio. Le ultime ed uniche parole: “Benedico la mamma … i figli … il metropolita”. Padre Petr Skipetrov muore alle ore 22 del 10 gennaio 1918.