G. Guareschi – Diario clandestino – 1943/1945, BUR Narrativa, 2008.
G. Guareschi – Il Grande Diario - Giovannino cronista del Lager (1943-1945), Rizzoli, 2009.
G. Guareschi – La favola di Natale – BUR Narrativa, 2005.
G. Guareschi – Chi sogna nuovi...
Ma il più organico dei “giornali parlati” fu “La Favola di Natale” scritta per il Natale del 1944 e pubblicata nel 1945.
Vale la pena di leggerne la premessa, scritta dallo stesso Guareschi per la pubblicazione avvenuta nel 1945, subito dopo la...
Che cosa comportò dunque per Guareschi e compagni di Lager la scelta fatta che li portò a far parte dei cosiddetti IMI (più di 600.000 militari, 40.000 circa ufficiali)?
Ce ne dà un’idea eloquente lo stesso Guareschi ancora nelle suddette “Istruzioni per...
Il "Diario clandestino" è "...la chiave per entrare nel mondo di Guareschi, che non è fatto solo di don Camillo...". Questa un'inedita e autorevole testimonianza di Alberto e Carlotta, figli dell'Autore.
Nelle ultime pagine del romanzo accanto al tema del sacrificio, emerge il sentimento della pietà che invade e cambia il cuore di Djelal, Zareh e Nazim.
Quindi ha inizio la seconda parte del romanzo, occupata dalla descrizione della deportazione forzata di donne e bambini, laceri ed affamati, obbligati all’isolamento totale rispetto alle popolazioni dei territori attraversati, quasi fossero appestati,...
L’Arslan non ha scritto questo romanzo per esprimere sentimenti d’odio o per condannare; il suo intento come più volte ha affermato, è stato quello di ricostruire avvenimenti censurati dalla storia e dalla politica e di ricordare le tante vittime...
Fu il primo sterminio di massa di un’intera minoranza etnico-religiosa attuato nel territorio orientale della Turchia, inferiore soltanto all’olocausto ebraico della seconda guerra mondiale.
L’Arslan nel raccontare la sorte cui andarono incontro i suoi famigliari e migliaia di Armeni, fa riferimento a ciò che è realmente avvenuto e che è documentato e testimoniato dalle fonti, dai resoconti scritti dettagliati e dalle testimonianze dei...
Inizia la Prima Parte del romanzo, intitolata allo zio Sempad, e il lettore si trova immerso nella vita e nella storia della famiglia degli Avakian, da cui l’Autrice discende, che vivono in una “piccola città” del territorio armeno, nella grande casa di...
Il romanzo prende avvio con un Prologo in cui l’Autrice racconta di quando era bambina e con la zia Henriette si stava recando alla Basilica di Sant’Antonio a Padova.
Questo testo per il lettore può avere un duplice valore: è un romanzo ben scritto, avvincente, lirico e dolente ed è anche una pagina di storia contemporanea che si conosce troppo poco e sulla quale soltanto recentemente si inizia a far luce.