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“La masseria delle allodole” di Antonia Arslan 3 – La grande casa fra le colline dell’Anatolia

Fonte:
CulturaCattolica.it

Inizia la Prima Parte del romanzo, intitolata allo zio Sempad, e il lettore si trova immerso nella vita e nella storia della famiglia degli Avakian, da cui l’Autrice discende, che vivono in una “piccola città” del territorio armeno, nella grande casa di loro proprietà da generazioni, abitata da un numero incredibile di zii, parenti e cugini fra i nomi dei quali il lettore stenta all’inizio ad orientarsi.
Il capo indiscusso di questo clan familiare è Sempad, perché il fratello Yerwant (il nonno conosciuto nel Prologo) se ne era andato a Venezia quando aveva 13 anni a studiare nel collegio per ragazzi armeni, non sopportando la nuova moglie scelta dal padre dopo la morte della giovane e bellissima Iskuhi, sua madre.

La vita scorre serena: i bambini giocano, le donne si occupano della casa, gli uomini sono impegnati nei loro lavori , dedicandosi nel tempo libero alla caccia e al gioco del tric-trac in una terra che ama la musica, il lavoro artigianale, le feste religiose, la pace della campagna.

La vicenda narrata si svolge nei primi anni del ’900, quando la situazione internazionale è minata dalle mire imperialistiche delle potenze europee, e dal clima di esasperato nazionalismo che accende i conflitti. L'assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono austro-ungarico, a Sarajevo il 28 giugno 1914, innesca la scintilla della guerra, che subito fa scattare le alleanze già consolidate, e investe il mondo.
L’Impero turco si allea con le potenze centrali, Germania e Austria-Ungheria ed ha come avversario temuto ed odiato l’Impero russo.
Nelle zone abitate dalla famiglia degli Avakian, fra le colline dell’Anatolia, Armeni e Turchi non vivono da nemici, ma i Giovani Turchi erano al governo e propugnavano la laicizzazione dello Stato e l’eliminazione delle minoranze etniche, cristiane.
Il nazionalismo turco si scontrava infatti a quel tempo contro due ostacoli al panturchismo: uno fisico, rappresentato dalla etnia armena presente sul territorio e l'altro politico, costituito dalla pressione dell’'Impero russo ai confini.

Questo clima minaccioso e mortale non viene però percepito dai protagonisti armeni della storia e nonostante qualche premonizione dei più vecchi, la vita continua a scorrere lieta e senza timori.
I due fratelli Sempad e Yerwant che vive a Venezia, dopo la separazione, si sono sempre tenuti in contatto scrivendosi, e decidono di rivedersi dopo quarant’anni e di riabbracciarsi, rinsaldando i vincoli famigliari e ricordando l’infanzia felice.
Yerwant a Venezia desidera intensamente tornare nella sua terra e reimmergersi nel “caldo ventre del paese”, godendosi l’ammirazione e l’invidia della gente.

E Sempad a sua volta, nella grande casa fra le colline anatoliche sta organizzando il rientro del fratello, e per ospitare il numeroso seguito di parenti e servitori pensa di ammodernare la casa di campagna degli avi, quella “Masseria delle allodole” dove con festeggiamenti di giorni e giorni potranno essere ospitati famigliari, amici e conoscenti, tutti riuniti per il grande evento del ritorno in patria dell’amato fratello.

Entrambi si preparano all’incontro con profonda emozione: il contatto fisico con la terra natale è cercato quale occasione per ritrovare la propria identità trascurata in tanti anni di lavoro, e per riaffondare le radici della storia personale e famigliare in quelle del popolo armeno, della sua tradizione e fede religiosa, che gli avi hanno difeso strenuamente nel corso dei secoli, resistendo ad invasioni e massacri.

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