Le amiche della Signora
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Sr. M. Virginia ebbe, quali amiche (e “compiacenti complici” della sua relazione con Gio Paolo), alcune suore, senza le quali, anche potendo contare sulla “tacita connivenza” della maggior parte delle altre monache - le quali “sapevano” (o, per lo meno sospettavano), ma tacevano - non le sarebbe certo stato possibile vivere la relazione con l’Osio, non, almeno, nel modo in cui poté realizzarla, grazie alla complicità di queste sue “amiche”.
Esse furono: sr. Ottavia Ricci, sr. Benedetta Homati, sr. Candida Colomba Brancolina e sr. Silvia Casati.
Certo, si potrebbe discutere sulla “validità morale” di tale “amicizia”, chiedersi cosa voglia dire ed in cosa consista la vera amicizia e, di conseguenza, quale sarebbe dovuto essere il comportamento delle suddette monache nei riguardi di sr. Virginia e della sua “illecita situazione”, riflettere su come, un’amicizia, possa portare al bene ma, anche, contribuire al male.
Aldilà di tutto quello che fu lo svolgersi dei fatti, però, è da notare che le “amiche di sr. Virginia” vissero anch’esse i travagli interiori che tale situazione comportò e nessuna di esse aderì né assecondò “a cuor leggero”, i “desideri” della Signora. Esse, perciò, anche se non pienamente, non cioè in “modo eroico” come la situazione avrebbe richiesto, si dimostrarono, anche in un simile frangente, “amiche” di sr. Virginia.
Inoltre, come furono “solidali” nel male, così lo furono nel ravvedersi e volgersi al bene.
Tutte e tre le monache amiche di sr. Virginia (sr. Ottavia, lo ricordiamo, morì durante il processo a causa delle ferite riportate), ebbero modo, infatti, durante il processo, di comprendere la gravità di quanto compiuto e se ne pentirono. Ne sono una prova gli stessi atti processuali che, commentando l’atteggiamento assunto dalle imputate al momento della lettura della pena loro inflitta (cioè la carcerazione a vita nella condizione di “murate vive”), testimoniano che “tutte queste monache, cioè Benedetta, Candida e Silvia, accolsero le suddette sentenze con animo lieto e promisero di eseguire volentieri tutto quanto è in esse contenuto”.
Vediamo, allora, qualche aspetto di quelle che furono, appunto, “le amiche della signora”.