Deus caritas est: una sfida

L'Amore va affrontato con sacrificio, ostinazione, dedizione. "Deus caritas est" ci chiede questo. Lo chiede a me, a tutti voi, a tutti noi...
Autore:
Cavallari, Fabio
Fonte:
CulturaCattolica.it

La lettura di un testo, se non vuol essere puro esercizio speculativo, necessita abnegazione, rispetto, coinvolgimento emotivo. Solo così l'ascolto può farsi concreto, reale, razionalmente tangibile. Nei giorni immediatamente successivi all'uscita della prima enciclica di Benedetto XVI, alcuni quotidiani hanno commentato, palesemente dispiaciuti, che nessuna critica al liberismo era presente nella Lettera di Ratzinger. Eppure, sarebbe bastato aprirsi alla volontà, lasciare che le parole scorressero oltre il testo. L'impressione di un non credente, come il sottoscritto, alla lettura dell'enciclica è stata quella di essere al cospetto di un moto rivoluzionario. "Deus caritas est" è un testo che si rivolge all'uomo, credente o non credente che sia. E' la creatura umana l'interlocutore che il Santo Padre ha voluto esaltare nel suo ragionamento. Siamo purtroppo abituati a procedere nella comprensione della realtà attraverso percorsi precostituiti, meccanismi obsoleti che non ci consentono poi di cogliere e accogliere sollecitazioni che scavano nel profondo. Non voglio usare la provocazione, il verso del parolaio o l'invettiva del bastian contrario ma, chiedo seriamente: quale critica più forte potrebbe esserci nei confronti del liberismo, se non la richiesta di "dare senza nulla chiedere in cambio"? Ratzinger si rivolge all'Uomo, focalizza la sua attenzione sui rapporti che intercorrono fra gli individui. La sua disamina pone al centro quanto di più grande ed immenso è dato come possibilità alla creatura umana: l'amore. Termine abusato vilipeso, martoriato e commercializzato da una società moderna che ha esaltato l'io storpiandone le finalità i mezzi e il primordiale istinto comunitario. L'enciclica chiede di tornare all'amore, come eros purificato dall'utilizzo meramente utilitario, all'agape come dono di sé all'altro. Chiedo ancora con spirito sincero: che cosa è la rivoluzione se non il cammino dell'uomo verso un rapporto con il proprio simile basato sulla purezza degli intenti e l'onestà del riconoscimento? La retorica delle domande non ha un fine retorico ma una concreta volontà di scardinamento. "Deus caritas est" è una sfida, per i credenti, per la Chiesa, per chi, non credente come me, ha imparato ad ascoltare. L'Amore va affrontato con sacrificio, ostinazione, dedizione. "Deus caritas est" ci chiede questo. Lo chiede a me, a tutti voi, a tutti noi.