Cantici d’Amore tra stupore e Mistero - 4 Tela: Cantico d’amore
- Autore:
- Curatore:
- Fonte:
Io sono per il mio diletto e il mio diletto è per me;
egli pascola il gregge tra i gigli. (Ct 6,3).
L’unione giunge allo zenit. Nel rosso vivo di un mezzogiorno infuocato, i due amanti coronano la loro unione. È il trionfo dell’amore sopra un mondo costantemente minacciato dal caos. Il sole è interamente assorbito dal volo trasformante dei due. Essi stessi sono luce.
Frammenti e dualismi sono ricondotti all’unità dalla forza trasformante dell’amore: nel cielo permangono le trame e le rotondità del primo quadro e sotto, Gerusalemme, città duale per eccellenza. Dal suo profilo emergono due opposti: la torre e la cupola. Tutto si eleva risucchiato nello slancio del volo della Sposo e della Sposa i quali, per la prima volta, si guardano:
Tu mi hai rapito il cuore,
sorella mia, sposa,
tu mi hai rapito il cuore
con un solo tuo sguardo (Ct 4,9).
Lo sguardo dei due è il centro mistico del quadro e dell’universo stesso. Nello sguardo, più che nel bacio che pure è presente in basso a destra della tela, è figurato l’amplesso.
Mi baci con i baci della sua bocca!
Sì, le tue tenerezze sono più dolci del vino.
Per la fragranza sono inebrianti i tuoi profumi,
profumo olezzante è il tuo nome,
per questo le giovinette ti amano.
Attirami dietro a te, corriamo!
M’introduca il re nelle sue stanze (Ct 1,2-4).
Pegaso simbolo della poesia, regge fra le zampe anteriori il bouquet della sposa: il suo volo va da destra a sinistra: la sua mèta è lo shalom, il tempo di grazia e di misericordia che l’angelo annuncia suonando lo shofar. Un tempo, lo shalom, che non designa la sublimazione totale dell’esistenza, una sorta di “nirvana” dove la pace coincide con l’assenza di passioni, di emozioni. Lo shalom ebraico è pienezza di vita, dove corporeità e passioni vengono non tanto sublimate, quanto redente affinché raggiungano il loro perfetto compimento, in piena armonia con il disegno di santità del creatore.
Il colpo d’ala dell’amore annuncia nel tempo una Parola Altra, capace di dare senso a tutta l’esistenza. Le infinite modulazioni dell’esistenza umana si dispiegano nella folla sottostante. Donne con i loro figli, musici, rabbini che leggono la Parola o sorreggono la menorah, gente festante e danzante racchiusi dentro il “kairos dell’Amore”: gli amanti in alto indicano il cammino, in basso sbarrano la strada sigillandola con un bacio scambiato alle radici dell’albero della vita.