Il Codice Da Vinci tra storia e fantasia - 8: Valutazione conclusiva
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Giunti alla fine del percorso critico, possiamo anche osservare con distacco, in uno sguardo complessivo, il testo di Brown. Alla fine del discorso, non dobbiamo dimenticare che si tratta di un "romanzo" con tutte le caratteristiche di questo genere letterario, il cui primo requisito è la fantasia e l'invenzione. Possiamo allora leggere con divertimento la sequenza dinamica ed avvincente di questo thriller di successo, senza mai dimenticare le parole in esergo: "questo libro è un'opera di fantasia." E se questo libro ci ha suscitato delle domande sui fondamenti della nostra fede e ci ha stimolato a rivisitare la storicità dei Vangeli, della vita di Gesù… se ci ha invitato ad interessarci dei Vangeli apocrifi, per confrontarli con quelli autentici e farci scoprire così l'abisso tra la sobrietà storica di questi ultimi e la nebulosa evanescenza ed infodatezza degli apocrifi… allora possiamo concludere che il Codice da Vinci è diventato addirittura un'occasione per recuperare la solidità storica del nostro patrimonio cristiano che da due millenni ha riempito il cuore e l'anima di milioni di persone.
Così l'odio ed il risentimento anticattolico dell'autore si trasforma da parte nostra in una rinnovata e consapevole riappropriazione di quell'amore e di quella speranza che Cristo ci ha affidato come il tesoro più prezioso.
Verona, 8 dicembre 2004 a cura di Marco Fasol