Il Codice Da Vinci tra storia e fantasia - 7: Calunnie contro il Cattolicesimo e l’Opus Dei

Autore:
Fasol, Marco
Fonte:
www.gris.org

Il thriller presenta, a partire dalle prime pagine, una chiara impostazione aggressiva nei confronti del Cattolicesimo lungo la storia, della Chiesa come gerarchia, e soprattutto della "Prelatura del Vaticano" nota come "Opus Dei". Le critiche al cattolicesimo sono state già esposte nei punti precedenti 1, 2 e 3; riguardano la storicità dei Vangeli e la presunta manipolazione operata dalla Chiesa sugli apocrifi e sul ruolo direttivo che Gesù avrebbe affidato a Maddalena.
Un particolare approfondimento merita invece il discorso pesantissimo sull'Opus Dei che viene così presentata a partire dalle prime pagine:

"La prelatura del Vaticano, nota come Opus Dei è un'associazione cattolica la cui profonda devozione è stata oggetto di interesse dai media dopo i rapporti di lavaggio del cervello, di coercizione e di una pericolosa pratica chiamata 'mortificazione corporale' (p. 9) …. Tutti i veri seguaci della Via (= Opus Dei) portano il cilicio legato alla coscia, … una fascia di cuoio irta di uncini metallici che incidevano profondamente la pelle come continuo memento delle sofferenze di Cristo. Il dolore causato dagli uncini aiutava anche a vincere i desideri della carne. (p. 23)…(il killer Silas, membro dell'Opus) poi afferrata una grossa corda si sferzò con violenza la schiena, in modo da sentire i nodi ferirgli la pelle… 'castigo corpus meum'. E infine sentì scorrere il sangue…. In una non meglio precisata "università del Midwest americano è stata scoperta la somministrazione di mescalina agli aspiranti membri dell'Opera, per portarli ad uno stato euforico che doveva essere interpretato come un'esperienza estatica religiosa", (p. 43). Anche la misoginia viene presentata come un luogo comune dell'Opus, "le donne erano sottoposte a ulteriori richieste di mortificazione personale, come punizione per il peccato originale. Pareva che il boccone del frutto della conoscenza assaggiato da Eva fosse un debito che le donne dovevano espiare per l'eternità" (p. 58).

Ma che cos'è allora veramente l'Opus Dei? E' un'associazione cattolica, fondata in Spagna nel 1928 da Mons. Josemaria Escrivà de Balaguer, canonizzato solennemente nel 2002. L'Opus conta almeno 80 mila membri nel mondo ed è diffusa in più di 60 paesi. E' stata riconosciuta da Giovanni Paolo II come "Prelatura personale" dal 1982. Uno dei testi fondamentali per comprendere la spiritualità di questa fondazione è Il Cammino o La Via, come viene citato nel testo di Brown. Si tratta di un testo di elevata spiritualità che riassume la visione teologica del Fondatore, arricchendola anche con un ampio ventaglio di consigli pratici per le varie circostanze della vita quotidiana. Il Cammino è divenuto un "vademecum" per gli affiliati.
Il carisma dell'Opus si può riassumere nell'evangelizzazione attraverso l'impegno professionale del laicato. Per questo alcuni teologi hanno individuato nella spiritualità del lavoro e del laicato l'asse portante della teologia di Mons. Escrivà. In questo il Fondatore aveva anticipato la teologia del Concilio Vaticano II che proclama l'universale vocazione alla santità (Lumen Gentium, cap. III), per cui anche i fedeli impegnati nel mondo possono raggiungere la santità. Quindi anche i laici, nella loro vita matrimoniale e nella loro professione economica, politica, culturale… sono chiamati a raggiungere la santità, perché il Regno di Dio non è monopolio del clero e della gerarchia ecclesiastica, ma si estende ad ogni realtà autenticamente umana, nel rispetto dell'autonomia legittima dei diversi ambiti terreni.
Il Concilio Vaticano II (1962-65) confermerà questa intuizione del Fondatore dell'Opus, riconoscendo appunto che la Chiesa deve superare la concezione clericale che relegava il laicato ad un ruolo subalterno e per certi aspetti quasi estraneo all'evangelizzazione ed al Regno di Dio. La Chiesa viene infatti proclamata dal Concilio come popolo di Dio in cammino verso il Regno, che viene realizzato nella storia attraverso la vita familiare (il matrimonio è un sacramento!), l'impegno politico, economico, culturale, sociale … elevati alla dignità di vie ordinarie verso la santità.
Nei testi di spiritualità di Mons. Escrivà non c'è traccia di quella "mortificazione corporale" di cui parla Brown, mortificazione che arriverebbe addirittura alla flagellazione fino al sangue. Anche perché si tratterebbe di un'offesa alla creazione di Dio, dal momento che il corpo è appunto creatura divina e non ha nulla di peccaminoso o perverso. Le affermazioni di Brown sono calunnie tipiche di un osservatore esterno che probabilmente intende aggredire un'istituzione cattolica, da sempre criticata soprattutto da parte del protestantesimo anglosassone, nel contesto della politica americana.