Il Codice Da Vinci: come ingannare i lettori
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Nella mia candida ingenuità ho sempre avuto un certo rispetto per “teste pensanti” del calibro di Agostino d’Ippona, Tommaso d’Aquino, Teresa d’Avila e Teresa di Lisieux, Tommaso Moro, Blaise Pascal, Francesco di Sales, Henry Newman, Romano Guardini, Edith Stein, Marshall Mac Luhan (ne cito a getto solo alcuni); ho provato un senso di inadeguatezza e di ammirazione nei confronti di scrittori quali Dante Alighieri, Alessandro Manzoni, Charles Péguy, Gilbert Keith Chesterton, Flannery O’ Connor, Thomas Stearns Eliot, Clemente Rebora, Giuseppe Ungaretti...; ho guardato con devozione alle grandi figure di Francesco d’Assisi, Antonio da Padova, Caterina da Siena, Filippo Neri, Giovanni Bosco, Piergiorgio Frassati, Faà di Bruno, Massimiliano Kolbe, Padre Pio da Pietrelcina, Teresa di Calcutta, Karol Woityla...
Ma oggi, grazie alle rivelazioni di un libro che sembra aver successo anche tra alcuni cattolici (“Il codice da Vinci”), devo concludere che la mia fiducia, la mia venerazione, la mia ammirazione erano mal riposte, e che tutti i succitati signori si sono nutriti di “allegorie” e “metafore” (come il parto verginale della Madonna, o Gesù che cammina sulle acque). Hanno cioè dato coscientemente per vera una realtà “falsa”, solo perché l’allegoria religiosa li aiutava ad “affrontare la vita e ad essere migliori”. “Coloro che comprendono veramente la loro fede sentenzia il libro - sanno che queste storie sono metafore”. Insomma, questi grandi geni del pensiero e della storia umana sono stati dei mentitori (a se stessi e agli altri) o nella migliore delle ipotesi dei cretini.
Ora, il problema è che nella lista (fatte le dovute differenze) mi ci dovrei mettere anch’io e tanta altra gente che conosco. E io non mi sento né mentitore né cretino. Allora forse il problema è da un’altra parte; forse qualcosa di storto sta proprio nel libro di cui si parla.
In realtà “Il codice da Vinci” è solo un altro dei tanti tasselli di un mosaico costruito pezzo per pezzo da un potere mondiale che deve distruggere il Cristianesimo nel cuore e nelle menti della gente. Perché la fede in Gesù Cristo rende liberi, mentre il potere ha bisogno di mezzi uomini da dominare.
Come in tanti altri libri, e in tanti film che girano (vi segnalo, ma solo se ve la sentite di sobbarcarvi la fatica, una autentica porcheria intitolata “Stigmate”), si parte da questo assunto: il Cristo dei Vangeli non corrisponde al “vero Cristo”; il Nuovo Testamento è “basato su falsificazioni”; da qualche parte “qualcuno” (che di solito abita in Vaticano, è un cardinale e magari ha un cognome tedesco) tiene segreto qualche scottante antico manoscritto dove si potrebbe leggere “l’altra storia di Cristo”, quella che il potere ecclesiastico non ha interesse a mostrare. Ossessionati, non si sa quanto autenticamente, da questo presunto documento (un po’ come gli evoluzionisti, che cercano da un secolo e mezzo l’“anello mancante” dell’evoluzione umana senza trovarlo ancora), questi campioni della logica e della verità finiscono col credere di averlo trovato e accusano gli altri di creduloneria.
Un po’ come quelli che sono convinti dell’esistenza degli UFO e che sulla base di questa loro convinzione interpretano alcuni passi della Bibbia (per cui magari il carro di Elia assomiglia all’astronave extraterrestre che si sono creati nella loro fantasia). Atteggiamento singolare e di certo poco sano.
Ma non voglio sostenere che costoro siano dei pazzi. Come ho detto prima, fanno parte di un disegno ben preciso, che è quello di distruggere la fede cristiana. Vanno a colpire persone che hanno un’ignoranza spaventosa in materia di religione e che non hanno ben chiara l’essenza stessa del cristianesimo. Diffamano gli Apostoli e i loro successori, perché nel cuore dei credenti attecchisca il dubbio. In un secondo momento, quando avranno definitivamente creato un vuoto nelle coscienze, insinueranno la “loro” religione, funzionale al potere che li finanzia. Già, perché non dimentichiamoci mai che per fare un film o per pubblicare un libro ci vuole sempre qualcuno che metta a disposizione i capitali; cioè ci vuole qualcuno che abbia il potere. E questo qualcuno chiede qualcosa in cambio.
Io credo che operazioni di tal genere vadano giudicate e valutate con un certo rigore da un cristiano. E che sia ora, una buona volta, di attrezzarci culturalmente a sostenere una vera e propria battaglia che altri, non noi, hanno iniziato. Chi ha letto questo libro e ne è rimasto acriticamente affascinato, deve farsi un doveroso esame di coscienza e impegnarsi a leggere qualcosa che lo possa aiutare. Mi permetto di suggerire “L’essenza del cristianesimo” di Romano Guardini (Morcelliana). Tanto per non provare più quella sensazione di disagio quando qualcuno, che si spaccia per sapiente, ci dà dei mentitori o dei cretini.