Lazzaro: lo sguardo della vita - 5
Gli uomini di fronte al segno- Autore:
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Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di quel che egli aveva compiuto, credettero in lui. Ma alcuni andarono dai farisei e riferirono loro quel che Gesù aveva fatto. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo (Gv 11,45- 46. 53)
Attorno i convenuti con la gamma dei loro sentimenti. Sono la maggior parte e non sembrano cogliere profondamente il senso del miracolo. Rembrandt, che fu anche grande ritrattista capace di introspezione psicologica dei personaggi, assegna a ciascun volto una particolare espressione di fronte al mistero. La stessa che individua Giovanni l’evangelista. Alcuni, forse quelli che prima del miracolo dubitavano di lui, andarono dice il Vangelo ad avvertire i sommi sacerdoti e i farisei membri del Sinedrio:
Questi sono coloro che ostinatamente si chiudono alla verità. Sono ciechi che credendo di vedere guidano altri ciechi. Questi deliberano di uccidere Gesù e sono gli eredi delle spade appoggiate alla parete della roccia. Forse Rembrandt li individua nell’uomo posto di profilo che guarda in una direzione ambigua (non Gesù non Lazzaro), in un punto non definito della tela. Questo personaggio veste un manto che ha lo stesso colore, appunto, delle spade e delle faretra dipinte nell’oscurità, denunciando così una triste parentela.
Altri invece sono tra quelli che vedono e giungono alla fede. dice infatti Giovanni: alla vista di quel che egli aveva compiuto, credettero in lui. Il verbo vedere usato è theosai, cioè il verbo della contemplazione, della capacità di vedere con l’occhio pieno di meraviglia, le grandi opere di Dio. Questi infatti, circondano più direttamente Gesù e Marta. Il primo, dietro a Gesù veste un abito identico al colore dell’abito del Maestro, mentre il secondo veste un broccato che è in continuità con il broccato dell’abito di Marta. Quest’ultimo poi ha il volto illuminato quasi come quello della sorella di Lazzaro Egli vede le cose nella luce del Verbo.
Ma c’è ancora qualcuno, proprio sotto la grande ombra che sta nel vero centro del quadro. In questo punto oscuro a ben vedere guarda il personaggio vestito in rosso, come le spade. Questo qualcuno è un bimbo. È; proprio accanto a Gesù, dietro la pietra tombale e sembra voltarsi proprio in quel momento. Chi sarà?
Giotto nell’affresco che, ad Assisi, raffigura il medesimo episodio evangelico tra quelli che tolgono la pietra al sepolcro di Lazzaro raffigura un bambino e un ragazzo di colore. Quasi a dire: a questi, a quelli che verranno dopo è dato più dei presenti di capire la forza grande dello sguardo di Gesù, che sprigiona vita.
Allo stesso modo Rembrandt sembra affidare a questo bimbo la domanda per noi. Il centro del quadro è proprio l’oscurità da un alto le armi, strumenti di quella morte che circonda il quotidiano dell’uomo, fatto di violenza e di finitudine, dall’altro Cristo, la sua luce, il suo sguardo misericordioso, il suo braccio alzato che chiama alla vita. In mezzo un bambino, cioè ciascuno di noi che, chiamati a rivivere in Cristo dobbiamo scegliere da che parte stare, sotto quale luce porre le nostre certezze.