La vittoria sul progetto ateistico
Lezione di S. Ecc. Mons. Luigi Negri, Vescovo di S. Marino-Montefeltro- Autore:
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Il libro di Piero Damosso e Francesca Giordano, sulla vita di Madre Maria Maddalena, mi ha confermato in una serie di considerazioni a carattere storico-critico che, brevissimamente, accenno: nella Fides et Ratio Giovanni Paolo II, citando i padri orientali, dice che la teologia orientale definisce la Madonna "madre della perfetta filosofia". Credo, pertanto, che una santa possa essere presa da noi oggi come punto di riferimento per una lettura impegnativa del nostro passato, ma soprattutto impegnativa del nostro presente e del nostro futuro.
Nel febbraio del 1789 sr. Maria Maddalena riceve la grande intuizione dell'adorazione perpetua; il 1789 è «l'anno epocale» della modernità, nel senso che la modernità razionalistica, illuministica, ideologica, tenta il grande avvenimento di una società "senza Dio", non diciamo necessariamente "contro Dio" - anche se poi quel senza Dio viene normalmente praticato come contro Dio -, ma una società, senza più alcun riferimento religioso, una società che si auto-giustifica e che trova nella correttezza della procedura il suo fondamento. È questo il cammino inesorabile verso il totalitarismo: la società - pensata in modo rigoroso dal punto di vista filosofico-scientifico - è realmente il valore supremo della vita, della storia a cui tutti gli altri valori devono guardare per essere adeguatamente fondati. Nasce, quindi, il totalitarismo, che non è soltanto un esercizio sbagliato o patologico del potere (come spesso si pensa), nasce il totalitarismo che è una concezione del potere come totalizzante, quello che - mi si permetta questa citazione - aveva ben visto il Beato Pio IX, il quale, prima ancora nascessero esperienze di totalitarismo, aveva detto nel suo Sillabo che era assolutamente inconciliabile con la dottrina cattolica l'affermazione che lo Stato, quale fonte autonoma di ogni diritto, godesse di un diritto che non conosce confini. Lo Stato deve riconoscere il confine della coscienza personale, deve riconoscere il confine della professione religiosa singolare, che è problema della persona e non dello Stato.
Sostanzialmente, il 1789 avvia un processo che va verso la totalizzazione della vita sociale, nel senso della creazione dei grandi sistemi totalitari, certamente portandosi anche dentro esigenze straordinarie: l'incremento scientifico, tecnologico di maturazione in meglio delle condizioni di vita dell'uomo, ma certamente il filo conduttore è il filo conduttore che blocca la vita personale nell'appartenenza statuale; il Concilio Vaticano II dice "in una società senza Dio l'uomo rischia di essere particella di materia" (non apriamo il fenomeno complesso e terribile delle manipolazioni genetiche) "o cittadino anonimo della città umana". Questa è la prima linea: dal 1789 ad oggi abbiamo visto compiersi e fallire questo progetto.
Seconda osservazione: quello che vibra negli scritti della Madre, che vibra in questo libro è questo: esisteva una grandissima forza di resistenza contro questo progetto di omologazione in senso statalistico, era la resistenza del popolo cristiano! Non era una resistenza ideologica, era la resistenza del popolo cristiano che, per bocca dei Papi, ma soprattutto per esperienza quotidiana della vita, sembrava dimostrare che c'era un altro modo di vivere la vita e di intendere le istituzioni, c'era un altro modo di concepire lo Stato. Fu una resistenza dialettica, ma non negativa nel senso della esclusione: io credo che la grande vicenda della dottrina sociale della Chiesa, nei duecento anni che vanno dalla Rivoluzione Francese alla Centesimus Annus, abbia dimostrato che questa originalità di vita e di cultura e di missione del popolo cristiano ha saputo interloquire con questo progetto laicistico totalitario e credo che l'interesse storico, culturale, critico della modernità è esattamente qui: la modernità è stata interloquita nel suo svolgersi dalla presenza del popolo cristiano, dalla Tradizione e la Tradizione non è un passato che si possa impunemente demolire, la Tradizione è un presente!
Io credo che questo sia evidente nella vita e nell'opera di questa donna: la Chiesa - nel senso di popolo cristiano - ha saputo vivere e dire che esisteva un'altra logica, una logica religiosa, una logica per la quale l'uomo è se stesso perché guarda il Mistero di Dio, che è autenticamente uomo perché appartiene al popolo cristiano e dal popolo cristiano trae la forza per resistere; concludo allora citando una mia brevissima relazione fatta ad un Convegno delle Adoratrici Perpetue, in cui ho cercato, in qualche modo, di collocare questo carisma all'interno di questa dialettica: "con singolare compiacenza della Provvidenza, che proprio in quell'anno in cui cominciava lo sconvolgimento (che forse non è ancora totalmente assorbito) della vita, dei rapporti, della società, con quella fantasia che alla Provvidenza non difetta mai, con qualche mese di anticipo sull'inizio dello sconvolgimento, la Provvidenza abbia scelto un piccolo paese della provincia italiana - forse a ricordare che la resistenza sarebbe partita dal popolo e il popolo allora non si radunava preferenzialmente nelle grandi città, ma nella vita quasi 'polverizzata' dei piccoli paesi - abbia scelto in fondo una donna umile, consapevole della sua umiltà, ma le abbia donato un carisma straordinario, straordinario per l'assoluta semplicità: stare di fronte a Cristo Eucarestia con un'adorazione perpetua, perché venga garantita l'origine di tutto: bisogna inginocchiarsi giorno e notte di fronte all'Ostia Consacrata, perché è da qui che sgorga misteriosamente e 'marialmente' la vita nuova di Cristo che genera il popolo cristiano e lo genera come un popolo educato da Chi guida, prende coscienza della propria cultura e vive la propria testimonianza; si potrebbe dire che tutto nasce dall'adorazione e la Provvidenza, per preparare il popolo cristiano alla "grande resistenza", che poi si è colorata di martirio (val la pena di ricordare che il XX secolo ha visto più di quaranta milioni di martiri cristiani…), ricordando a tutti che tutto era già dato all'inizio, che tutto stava nel gesto semplicissimo e silenzioso dell'adorazione: di lì fluisce il popolo, di lì nasce e si rigenera la cultura, di lì può venire la forza che fa sostenere il martirio, di lì nasce la grande forza della testimonianza quotidiana tesa a chiamare gli uomini - tutti gli uomini, al di là delle ideologie - a risentire la nostalgia verso il vero, il bene, il bello e il Giusto, a cui solo Cristo ha dato e dà definitiva risposta".
[Stesura non rivista dall'Autore]