Thomas Covenant: le forze del bene - i signori e il sire Mhoram - 7

Autore:
Platania, sr. Marzia
Fonte:
CulturaCattolica.it

I Signori della Landa

I Signori della Landa sono i governanti della Landa. Prima della Distruzione vi erano gli Antichi Signori, molto più potenti degli attuali Nuovi Signori.
I Signori diventano tali grazie allo studio.
Chiunque nella Landa può decidere di andare a studiare alla Casa delle Tradizioni. Il sapere della Landa tuttavia chiede abnegazione e dominio di sé. Non tutti perciò riescono a salire attraverso i vari gradi e le varie prove cui sono sottoposti; ciascuno può fermarsi quando ritiene di aver trovato il proprio posto, il compito in cui ritiene di poter meglio servire la Landa. Si può scegliere la strada delle armi o quella delle diverse Magie (legno o roccia), diventandone adepti, oppure proseguire e diventare Guardiani, cioè insegnanti. Chi prosegue ancora superando tutte le prove diventa un Signore.
Il numero dei Signori che governano la Landa è perciò variabile. Ciascuno ha capacità diverse; essi governano riuniti in un Consiglio. Fra loro viene scelto l’Alto Signore, un primo inter pares, il cui voto è decisivo in caso di parità.
I Signori esercitano i loro poteri magici attraverso un bastone, il Bordone personale, e sono in grado di comunicare tra loro e condividere le loro emozioni senza parlare, in una sorta di comunione mentale che li rinforza.
I Nuovi Signori della Landa hanno preso il posto degli Antichi dopo la Distruzione. Le loro conoscenze sono inferiori perché molte cose sono andate perdute durante la Distruzione.
Kevin il Distruttore, prima di distruggere la Landa nel tentativo di distruggere il Sire Immondo, scrisse sette libri in cui racchiuse tutte le sue conoscenze. I Nuovi Signori della Landa ne possiedono solo uno, il Primo Libro, ed il suo contenuto, benché non tutto e in modo oscuro, è l’oggetto dei loro studi e la fonte delle loro conoscenze e del loro potere.
Resi saggi dall’esperienza di Kevin, che cedendo alla disperazione distrusse la Landa, i Nuovi Signori hanno ideato il Giuramento di Pace: il proposito di dedicare le proprie energie in pari grado alla conoscenza del Potere della Terra e alla conoscenza e al dominio di sé, persuasi che solo l’autodisciplina dei sentimenti possa impedire di cadere nella disperazione, diventando i peggiori nemici di sé stessi come accadde a Kevin.
Grazia alla purezza della loro dedizione i Signori sono uniti dall’identico amore per la Landa, e sono coraggiosi e magnanimi. L’abitudine alla introspezione li rende comprensivi verso gli altri e colmi di compassione: non chiedono mai più di ciò che ciascuno si sente di dare liberamente.

Il Sire Mhoram

Fra tutti i Signori, il più significativo è il Sire Mhoram. Se lo Spregiatore è l’antagonista, e Covenant l’ago della bilancia, il Sire Mhoram è, nel primo ciclo [1], l’eroe positivo per eccellenza.



Mhoram aveva labbra allegre, molto umane, e sorrideva ancora con affetto dei due siniscalchi. Ma a quel sorriso faceva da contrappasso lo sguardo. Occhi pericolosi, iridi grigio-azzurre spruzzate di pagliuzze dorate, che parevano farsi strada attraverso ogni sotterfugio per giungere al segreto midollo di premeditazione nascosto in ciò che vedevano, occhi che parevano a loro volta celare qualcosa di potente e di ignoto, come se Mhoram fosse in grado di sorprendere anche lo stesso fato, se costretto a fare appello alle sue estreme risorse. E tra i suoi occhi pericolosi e la sua bocca gentile, il naso sottile pareva il timone che dava la giusta direzione ai suoi pensieri. [2]


La sua principale caratteristica è la costante fiducia nella realtà e negli altri, unita ad una profonda umiltà, che lo porta a rispettare le scelte degli altri, senza mai arrogarsi il diritto di giudicare.
Trovandosi in una situazione disperata, egli fa pressione su Covenant perché usi il suo anello, ma Covenant si rifiuta di assumere quel ruolo di eroe salvatore che implica la rinuncia alla sua consapevolezza di lebbroso, e lo provoca ad ucciderlo, piuttosto che a chiedergli questo. Allora:


Lentamente, Mhoram lasciò Covenant. Parve guardare dentro se stesso, e fece una smorfia nel vedere ciò che ci trovò. Infine disse con voce addolorata: - Ah, Covenant…perdonatemi. Non ero più padrone di me. Seguischiuma… Seguischiuma l’aveva capito. Avrei dovuto ascoltare con maggior attenzione le sue parole. Non è giusto chiedervi più di quello che siete disposto a dare liberamente. Se ce ne dimentichiamo, diventiamo simili a coloro che odiamo. – Fece un passo indietro. – Amico mio, questo non pesa sul vostro capo. Il peso è nostro, e noi dobbiamo sopportarlo fino alla fine. Perdonatemi. [3]


Quando Covenant gli chiede che cosa farebbe al suo posto, egli risponde:


Non risponderò a questa domanda. Chi potrebbe dirlo? Il potere è una cosa terribile. Non posso giudicarvi con una mia risposta. Non ho ancora giudicato me stesso. [4]


La stessa risposta, segno di un atteggiamento costante, viene data ad un altro personaggio, Hyle Troy, quando questi si stupisce che Mhoram non odi Covenant per il suo rifiuto di schierarsi e di usare l’anello contro il Sire Immondo, e per le altre colpe che possono essergli attribuite:


Non ho particolari virtù che mi permettano di essere in collera con lui. Occorre essere forti, per dare giudizi sulla debolezza degli altri. Io non sono così grande. [5]

Tuttavia questo controllo di sé è frutto appunto della disciplina interiore richiesta dal suo ruolo di Signore e non di un felice carattere. In effetti il suo temperamento è appassionato e impulsivo.



Nel suo carattere c’era una tendenza a portarsi agli estremi, che lo spaventava ogni volta che pensava al Rituale della Distruzione. [6]


Il rispetto degli altri è in lui soprattutto il rispetto per la loro libertà, condizione ineludibile per la loro realizzazione personale. L’altra condizione è la possibilità di applicare la ragione, che presuppone la conoscenza della realtà in tutti i suoi fattori. Per questo, Mhoram è contrario a manipolare gli altri fornendo loro solo alcune informazioni, anche se è costretto dalle circostanze, o meglio dal parere del consiglio, a comportarsi così verso Hyle Troy, per esempio, per non esasperare il suo odio verso Covenant.
Egli è il più intelligente avversario del Sire immondo, proprio per la sua attitudine alla riflessione sulla natura del proprio avversario e sulle forze oscure che si agitano nel cuore dell’uomo, nel proprio innanzitutto.
Proprio riflettendo sugli eventi, Mhoram scopre il segreto del Rituale della Distruzione, la grande, temuta magia che Kevin ha scatenato sulla Landa, distruggendola quasi completamente, nel tentativo fallito di eliminare da essa il male. Si rende conto soprattutto del fatto che essa non richiede chissà quali conoscenze o poteri: è alla portata di chiunque, perfino di un semplice adepto della Magia delle Rocce. Nell’ora della massima disperazione, mentre la Rocca è assediata dal nemico e le forze scemano, egli diventa custode di questo segreto, della spaventosa facilità di distruggere ciò che si ama per la disperazione di non riuscire a salvarlo, e a lungo decide di tenerlo per sé.


“Il potere era sempre una cosa terribile, e ingannevole.
Quando non era sufficiente per realizzare i desideri di chi lo usava, si rivolgeva contro le mani che lo tenevano.[…]eppure, l’idea di tenere per sé quella conoscenza, andava contro ogni fibra della sua personalità. Negandola agli altri, impediva loro di trovare in se stessi la forza di resistere alla Distruzione, e si poneva nella posizione di giudice.” [7]

Anche in questa occasione, tuttavia, finirà col condividere con gli altri Signori ciò che ha scoperto, correndo un rischio ma basandosi sulla fiducia che anch’essi siano in grado di resistere alla disperazione. Dubitare degli altri è infatti togliere loro forza.



Il giorno seguente, Amatin si presentò a Mhoram e gli chiese senza preamboli di rivelarle le sue conoscenze segrete.
Ah, Amatin – sospirò Mhoram.- sei così ansiosa di caricarti un peso sulle spalle?
Lei si allontanò come se Mhoram l’avesse tradita.
E così, in effetti, era. Mhoram non le aveva voluto comunicare una conoscenza pericolosa perché non si fidava di lei. Eppure l’Alto Signore non trovava il coraggio di dire il suo segreto agli altri Signori. [8]


Egli tiene per sé le sue conoscenze per portarne il peso da solo, ma quando si accorge che gli altri hanno colto qualcosa e che negandole agli altri Signori fa loro pesare la sua mancanza di fiducia, è subito pronto a ripristinare il clima di mutua comunione e fiducia.
Nessun fine giustifica i mezzi, neanche la più grande necessità della Landa riesce a spingerlo a violare il rispetto profondo per l’altro. In una delle evocazioni di Covenant nella Landa, il protagonista viene chiamato mentre nella nostra realtà era intento a soccorrere una bambina morsa da un serpente velenoso. Egli si rifiuta all’evocazione, perché la Landa è per lui irreale, e la bambina reale.


Il dolore di Covenant destò un grande conflitto nell’animo di Mhoram. Il suo amore per la Landa lo spingeva a lottare per chiamare l’incredulo, ma un’altra parte di lui non voleva togliergli la facoltà di scelta: Covenant aveva diritto di scegliere il proprio destino. L’Alto Signore esitò ancora per qualche istante, poi disse, a Covenant e a tutti coloro che si erano radunati nella sala del Consiglio:
- Nessuno deve essere costretto a combattere contro lo Spregiatore. Ci si oppone volontariamente a lui, o non ci si oppone. Incredulo, vi libero. Voi ci lasciate per salvare una vita del vostro mondo. Non sarà questo a distruggerci. E se dovesse cadere su di noi l’oscurità, la bellezza della Landa non sarà dimenticata. Se siamo un sogno, e voi siete il sognatore, allora la Landa non potrà mai morire, perché voi non la dimenticherete.
Non abbiate timore per noi, Proto Signore Thomas Covenant. Andate in pace” [9].


Questa frase sarà decisiva per la riflessione del protagonista nel secondo ciclo, quando egli si interrogherà non più sulla possibilità dell’azione, ma sui suoi criteri. Egli ricorderà infatti che per Mhoram la sua azione non poteva portare alla distruzione della Landa perché era giustificata da una intenzione positiva, salvare una vita: questo tipo di scelte, le scelte che mettono al centro la vita degli altri, non possono portare al male.

Note

[1] Le avventure del secondo ciclo sono situate in un futuro posteriore alla sua morte,e trattandosi di una quest, il ruolo di eroe positivo è distribuito fra tutti i componenti del gruppo. In ogni caso in esso è Covenant ad agire, pur con il suo stile antieroico, come antagonista del male.

[2] CS, pag 197.

[3] CS, pag 401.

[4] GG, pag. 137.

[5] GG, pag. 224.

[6] AR, pag 47.

[7] AR, pag. 34

[8] AR, pag. 162

[9] AR, pag 51-52.