Thomas Covenant: le altre forze del male - 5

Autore:
Platania, sr. Marzia
Fonte:
CulturaCattolica.it

Drool Scavaroccia

Se lo Spregiatore è un personaggio negativo per alcuni aspetti originale nel panorama del genere fantasy, Donaldson ha inserito nella sua opera anche un antagonista che incarna invece tutti i cliché del genere. Drool Scavaroccia rappresenta l’avversario unicamente nel primo romanzo del primo ciclo. È pertanto un personaggio minore, ma è interessante proprio per questo: esso infatti impersona la pura e semplice avidità di potere. È un Coboldo, vale a dire un abitante del sottosuolo, una creatura che appartiene alla sfera del male, perché fa parte tradizionalmente dell’esercito del Sire Immondo. Ha un aspetto fisico connotato negativamente:



Un essere con braccia lunghe e scheletriche, mani larghe e pesanti come badili, torso sottile e aggobbito, testa simile a un ariete da assedio. Nella posizione in cui era, le ginocchia gli salivano fin quasi al livello delle orecchie [1].


Anche il suo modo di esprimersi, a frasi brevi e sconnesse, indica la sua incapacità ad affrontare la complessità della realtà, per quanto egli se ne creda padrone:


Ah! Ce l’ho fatta! - gridò di nuovo. - L’ho chiamato. Con il mio potere. Li ucciderò tutti! - e mentre così si compiaceva con voce acuta, sbavava come un animale affamato. Alto Signore Drool! Padrone! Io! [2]

Drool ha trovato lo Scettro della Legge, un manufatto dotato di grande potere e appartenuto a Kevin il Distruttore, che lo ha perso durante il Rituale della Distruzione, e inoltre una pietra dotata di grande potere. Per quanto poco intelligente, il possesso di questi poteri lo rende un rivale per il Sire Immondo, ancora troppo debole per affrontarlo. Il Sire Immondo se ne serve come di una pedina: gli ha insegnato l’uso dei due poteri, servendosene per chiamare Covenant nella Landa, e poi ha sollecitato i suoi propri nemici ad affrontarlo.
Il possesso del potere lo ha annientato fisicamente, come accade al Gollum del ciclo tolkeniano, ed anche mentalmente, dal momento che appare scarsamente in grado di rendersi conto della realtà. Esattamente come prescrive il cliché del genere, il gruppo dei personaggi positivi si reca per affrontarlo nel suo territorio, e come prevedibile il luogo dove abita Drool è un labirintico sotterraneo sulfureo, sporco e maleodorante, l’esatto contrario del Nido Immondo, e la sua figura, contorta e sbavante, è l’esatto contrario della maestosa anche se velenosa dignità dello Spregiatore.
Il classico cattivo del fantasy serve quasi solo a segnalare che finché si resta a questo livello, il discorso sul male manca di profondità. Covenant lo descrive come un’altra vittima dello Spregiatore: non il male in sé, ma una creatura in origine sana, che il male ha corrotto. Un’altra vittima.

I posseduti

Seguendo il modello tolkeniano dei Nazgul, il Sire Immondo ha come servitori tre creature prive di corpo, ma capaci di impadronirsi dei corpi altrui.
Ognuno dei tre Posseduti è conosciuto con tre nomi, e i nomi sono significativi:

  1. Turiya, o Herem, o Parricida;
  2. Moksha, o Jehannum, o Straziacarne;
  3. Samadhi, o Sheol, o Pugno del Maligno.


La prima serie di nomi è attinta dall’induismo o dall’ambiente yoga; la seconda, per noi la più significativa, dall’ebraismo; la terza è composta da soprannomi immediatamente evidenti e che rimandano alle loro azioni nel corso del romanzo: Parricida, nel corpo di un gigante, uccide tutti i giganti, lasciando per ultimo il padre di quello cui ha preso il corpo; Straziacarne si aggira tormentando le creature della Landa; Pugno del Maligno è messo a capo dell’esercito dello Spregiatore.
I termini della prima serie non hanno, in sé, connotazione negativa: “turiya” nella più antica filosofia indù indica uno stato di pura consapevolezza o esperienza della realtà/verità fondamentale; “moksha” indica la liberazione dal ciclo delle rinascite, un concetto analogo a quello di Nirvana; “samadhi” indica la pura consapevolezza dell’esistenza al di là del pensiero. Questa sembra essere la terna di nomi più antica, risalente a quando ancora lo scontro principale tra il bene ed il male era lo scontro tra la foresta vivente e i tre Posseduti. I loro nomi sembrano alludere al fatto che la trascendenza sia concepita come nemica della concreta realtà vivente. Infatti i tre posseduti odiano tutto ciò che vive, ciò che ha un corpo proprio, a partire dai vegetali, e prima ancora dell’avvento degli uomini nella Landa, era in atto lo scontro tra loro e la grande foresta che copriva la Landa. La foresta era come una creatura senziente formata da tutti gli alberi, e tra essi ve n’erano alcuni in grado di muoversi. Tuttavia gli alberi, che vivono centinaia di anni, hanno una vita rallentata e sono lenti ad accorgersi del pericolo e a reagire (il modello sono anche qui gli “Ent” di Tolkien [3]). Gli uomini, poi, disboscando senza criterio, hanno spezzettato la foresta, indebolendola, ed in questo modo i Posseduti hanno potuto entrare nella Landa.
La seconda terna di nomi è per noi la più interessante. “Herem” [4] in ebraico indica lo sterminio totale. “Sheol” [5] è il mondo dei morti, e “Jehannum” [6] è una traduzione inglese del termine che noi traduciamo Geenna, il luogo dove si bruciavano i rifiuti, usato da Gesù come metafora dell’inferno. I nomi vogliono alludere evidentemente alla qualità negativa dei loro portatori, pescando da diverse tradizioni culturali. È interessante notare che i nomi tratti dalla tradizione orientale mutano di segno, diventando da positivi, negativi; sembra esserci un implicito giudizio di condanna nel fatto che concetti originariamente significanti realtà addirittura sublimi, diventino nomi di entità distruttive. Il fatto che i nomi tratti dalla tradizione ebraico-cristiana non subiscano questo cambiamento di segno sembra quindi segnalare una continuità di fondo, una appartenenza. Per inciso notiamo anche che, evidentemente, l’autore presuppone che i lettori siano in grado di cogliere le allusioni (almeno per qualcuno dei termini, che possa fungere da apripista alla decifrazione degli altri [7]).
Dopo il loro ingresso nella Landa i posseduti sono entrati nella sfera di influenza dello Spregiatore e sono diventati nemici anche degli abitanti della Landa. Tuttavia il loro nemico atavico rimane la Foresta, il cui potere non è del tutto scomparso e si esprime ancora attraverso il Forestale, un essere di aspetto umano ma dal grande potere che si prende cura dei frammenti di foresta rimasti, ed il Colosso, una pietra dotata di potere che si erge al confine tra la Landa e i territori abitati dal male. Durante l’attacco finale lo Spregiatore invia un posseduto, Samadhi, nel corpo di un gigante, a guidare il proprio esercito contro la Rocca e altri due a distruggere il Colosso, simbolo della natura che ancora si oppone alla sua opera di distruzione e spina nel fianco per i suoi propositi di nuocere alla landa. Covenant però invoca il Forestale con il potere dell’anello, e il Forestale con la sua arte magica risveglia il Colosso che distrugge i corpi rubati dai due posseduti, facendoli svanire. I posseduti infatti non possono essere uccisi, ma solo scacciati dai corpi che possiedono; senza corpi non possono agire.
A differenza di altre creature malvagie, i posseduti dunque non sono stati creati dallo Spregiatore, ma soltanto sono entrati nella sua orbita quando egli si è posto come il nemico principale del bene e della bellezza nella Landa. Ora sono però i suoi più fedeli servitori, particolarmente utili perché in grado di impadronirsi dei corpi e delle volontà altrui, nascondendosi in chiunque.


Io sono il posseduto Turiya, chiamato anche Herem e Parricida…e Triock – rise in modo grottesco. - Questo travestimento mi è stato molto utile,anche se “Triock” non è molto soddisfatto della cosa. Ma ora non ho più bisogno di nascondermi dietro la sua faccia e i suoi pensieri. Voi non avete alcun potere. E ora dovete conoscermi per quello che sono. Sono stato io a uccidere i Giganti a Porta del Mare, a uccidere l’Inostacolato che voleva avvertire quello sciocco di Mhoram! E adesso ho catturato l’Oro Bianco! Siederò alla destra del Padrone e dominerò l’universo! [8]

La persona o l’essere di cui prendono il corpo rimane consapevole di ciò che accade, ma senza il potere di agire sul proprio corpo; può comunque lottare con la volontà e giungere, nelle occasioni più favorevoli, ad ostacolare in minima parte le azioni del posseduto; il posseduto può, come nel caso citato, attingere ai ricordi, pensieri, modi di fare della persona di cui ha assunto l’identità per non far percepire la propria presenza e ingannare così i compagni.
La malvagità che li anima rimane però avvertibile, nella Landa, dove le qualità morali sono evidenti.
Tuttavia accade che non siano riconosciuti, per mancanza di vigilanza, oppure che siano sospettati di essere posseduti persone che non lo sono, come il Gigante Seguischiuma, perché la violenza della guerra e l’odio dello Spregiatore in lui trasmettono a chi lo guarda una sensazione simile a quella della presenza dei Posseduti dentro una persona.
Nel secondo ciclo la presenza dei posseduti è ancora più massiccia. Vi è introdotta una co-protagonista accanto a Covenant: mentre egli controlla l’anello, a lei è dato il potere di vedere il male e anche quello di entrare nella mente come possono fare i posseduti, pur, nel suo caso, senza lasciare il proprio corpo. La possibilità di “possedere” qualcuno per il bene pone la grande questione del valore della libertà, che è al centro del secondo ciclo; ma esso esula, purtroppo, dai confini del nostro lavoro. Sottolineiamo soltanto che alla fine la possibilità è giudicata negativamente: la co-protagonista, infatti, rinuncia a esercitare questo potere.

Le Abbiezioni

Le Abbiezioni sono creature artificiali, forgiate a partire dai Demondim, un popolo che viveva nel Monte del Tuono (sede di Drool). Ossessionati dalla repulsione per il proprio aspetto, i Demondim si dedicarono a selezionare attraverso la magia creature diverse in apposite vasche. Gli individui giudicati scadenti venivano gettati nella lava [9]. Dai Demondim discendono anche i Silfidi, creature buone che, dispiaciute della scelta dei loro progenitori per il male, si sono dedicate alla Landa, pur vivendo isolate dagli altri abitanti e prendendosi il limitato incarico di allestire e curare la manutenzione dei Ristori per i viaggiatori, senza mai mostrarsi. In circostanze eccezionali hanno preso le armi per difendere la Landa.
Le abbiezioni sono intelligenti anche se asservite al male e prive di volontà. Sono guidate dai loro maghi e nei combattimenti assumono una formazione a cuneo attraverso cui riversano sul mago le loro energie.



Il cuneo era composto di alte figure, strette tra loro, dalla pelle talmente nera che nessuna luce riusciva a riflettervisi o scintillarvi. Quando un inerme spirito giungeva accanto a loro, gli aggressori lo divoravano.
Le Abbiezioni continuavano ad avanzare. La punta del cuneo era una singola figura, più grande delle altre, e Covenant riusciva a distinguerla chiaramente: assomigliava a un Silfide, ma più grande e malvagio: torso lungo, braccia e gambe tozze e di uguale lunghezza, orecchie appuntite collocate in cima alla testa, faccia priva di occhi e dominata da due immense narici. La bocca, simile ad un taglio di rasoio, scattava come una trappola a ghermire ogni Spirito che le si accostasse. Attorno alle narici, da entrambi i lati, la faccia era solcata da un cordone di muco. [10]

Insieme ai Coboldi, creature umanoidi poco intelligenti e dotate di scarsa autonomia decisionale, e ai Kresh, giganteschi lupi feroci, compongono l’esercito del Sire Immondo, di cui sono le truppe scelte. Insieme a loro, creature naturali distorte e grottesche.



Gli abitanti del villaggio – alcuni fatti letteralmente a pezzi – giacevano confusi con le creature del Sire Immondo. Ma quel che costrinse Covenant a fermarsi fu la perversione delle creature dello Spregiatore. Anche da morte, denunciavano la violenza fatta su di loro dal loro padrone, e spaventarono Covenant più delle Abbiezioni o dei kresh o della luna verde. Erano le prime vittime del disprezzo del Sire Immondo.[…] Indicò i cadaveri.- Sono lebbrosi. Come me. Ecco come il Sire Immondo vuole trasformare il mondo.
Vari abitanti del villaggio si erano radunati accanto a lui. C’era anche Triock, con le mani sporche di sangue e un taglio sulla guancia.
- Dire che li hanno fatti diventare così – rispose a Covenant – non serve a niente. Ammazzano, distruggono. Bisogna fermarli.
- Sono uguali a me – disse Covenant, voltandosi con ira verso di lui [11].


Per quanto queste creature, come Coboldi, Abbiezioni e Kresh, siano malvagie, tuttavia ucciderle è sempre un atto di violenza e una colpa.

Note

[1] CS, pag. 34.

[2] CS, pag. 34.

[3] Tolkien li descrive come mezzi uomini e mezzi alberi, pastori degli alberi, prodotti dal pensiero di Yavanna, Regina della Terra. Ne “Il Signore degli anelli”, Merry e Pipino, due hobbit, incontrano Barbalbero l’Ent, ovvero il pastore di alberi, il custode della foresta. Egli ha la forma di un solido e antichissimo albero, ma è una creatura quasi umana. Occhi e voce rivelano la profondità insondabile della sua mente, e i suoi atti sono improntati a una serena, imperturbabile e imperscrutabile saggezza. Barbalbero conduce Merry e Pipino, come ospiti graditi per la loro semplice naturalità, nella sua dimora, nascosta nelle più lontane radici della foresta, e qui viene da loro messo al corrente degli ultimi avvenimenti della Terra di mezzo. Avviene così il più stupefacente degli eventi: l’Ent, scosso e infuriato dal tradimento di Saruman – i cui orchi da tempo ormai devastano le propaggini della foresta – si “risveglia”. Indice una Consulta tra tutti gli Ent, e insieme a loro decide di recarsi alla guerra contro Isengard. Merry e Pipino, che con la loro venuta sono stati la causa di questa improvvisa svolta degli eventi, vengono portati in trionfo alla testa dell’imponente marcia degli Ent L’intera foresta si muove a fianco degli Ent, attaccando la rocca di Saruman.

[4] Cfr. G.J. Botterweck – M. Ringgren (a cura di), Grande lessico dell’Antico Testamento, Brescia, 2003, vol. III, pag. 223-249. Il termine ebraico “herem” ha una importanza fondamentale nell’esegesi biblica che non si può qui approfondire. Si rimanda pertanto a G. Von Rad , La sapienza in Israele, Torino, 1975 oppure anche G. Von Rad Teologia dell'Antico Testamento, 2 voll., Brescia, 1972

[5] Cfr la voce “sheol” nel Dizionario Teologico dell’Antico Testamento, a cura di E. Jenni – C. Westermann, Torino, 1982, vol. II, pag. 756-759.

[6] Cfr la voce Inferno/Geenna nel Dizionario dei concetti biblici del Nuovo Testamento, a cura di L. Coenen – E. Beyreuter – M. Bietenhard, Bologna, 1976, pag. 855-856.

[7] Così è accaduto per noi, che da “herem” e “sheol” abbiamo colto il suggerimento che attraverso Internet ci ha condotto a scoprire il significato anche di “jehannum”, che lì per lì non ci diceva nulla, e della terna di nomi orientale.

[8] AR , pag 196.

[9] Forse suggestionati dai recenti referendum sulla fecondazione assistita, azzardiamo l’ipotesi che questa sia una allusione a tematiche relative all’ingegneria genetica. L’insoddisfazione per il proprio aspetto conduce alla ricerca della perfezione – pensiamo a quanto si spende per il fitness – e la ricerca della perfezione al disprezzo per gli “imperfetti” fino a teorizzare la loro eliminazione, come purtroppo abbiamo sentito fare spesso, appunto, in occasione dei referendum. Ci piace perciò rivelare che i “rifiuti” gettati nella lava dai malvagi Demondim non venivano in realtà distrutti, ma a insaputa degli stessi Demondim trasformati nei “molli” o “jheherrin”, creature deboli perché fatte di morbido fango, che abitano nelle grotte (lo Spregiatore sa della loro esistenza ma le lascia vivere perché divertito dalla loro miseria). Queste miti, indifese creature oseranno ribellarsi allo Spregiatore aiutando Covenant a raggiungere il suo covo. Come a dire che gli “imperfetti”, gli handicappati, sono una risorsa indispensabile al trionfo del bene.

[10] CS, pag. 146.

[11] AR , pagg. 94-95.