Thomas Covenant: La lotta contro il male. Il paradosso di azione e colpa - 11

Autore:
Platania, sr. Marzia
Fonte:
CulturaCattolica.it

L'Oro bianco della libertà

Quando Covenant giunge nella Landa, il suo arrivo prodigioso (compare tra lampi e tuoni in cima ad una rupe altissima), la menomazione causata dalla lebbra che lo fa assomigliare a Berek Mezzamano, eroe leggendario, e soprattutto il suo anello di oro bianco fanno sì che venga accolto come un salvatore. Subito, con la violenza fatta a Lena, egli contraddice queste attese. Tuttavia porta un talismano portentoso, di lui parlano importanti leggende, perciò gli abitanti della Landa sospendono il giudizio su di lui. Lena si nasconde affinché, all'oscuro di quanto è successo, i suoi compaesani aiutino Covenant come stabilito. Sua madre, che sta accompagnando Covenant dai Signori, scoperta la verità da Triock, fidanzato di Lena, gli ricorda il Giuramento di Pace e impone anche a se stessa di aiutarlo comunque. La salvezza della Landa viene prima di ogni altra cosa.
Davanti agli abitanti della Landa, Covenant "è chiuso": essi, contrariamente alla loro esperienza, non sono in grado di leggere in lui il bene o il male. Al Silvano delle Nubi, un abitato incontrato lungo il cammino, sottopongono Covenant ad una prova, ma l'anello respinge il potere del Fiaccolaio. Atiaran è schiacciata dal suo conflitto interiore, tra l'avversione a Covenant ed il suo dovere di aiutarlo, e dal sentimento della propria inadeguatezza davanti al compito a lei chiesto, e consegna infine Covenant al gigante Seguischiuma perché lo accompagni nell'ultimo tratto.
Quando arriva al cospetto dei Signori, per cercare di rifiutare il ruolo che gli abitanti della Landa vogliono attribuirgli, convinto che si tratti di un sogno autolesionistico, Covenant nasconde l'anello. Senza quel tassello però, il racconto delle sue vicende non convince i Signori. Alla fine, è costretto a mostrarlo.



Ora, infine, sappiamo come rendervi onore – ansimò – Proto-Signore Thomas Covenant, Incredulo e Portatore dell'oro bianco, siate il benvenuto e siate saldo. Perdonateci, perché non vi avevamo riconosciuto. La vostra è la Magia primordiale che distrugge la pace. E il potere è sempre terribile.
I Signori salutarono Covenant come se volessero da un lato invocarlo e dall'altro proteggersi da lui; poi, in coro, presero a cantare:

c'è una magia primordiale incisa in ogni roccia
che l'oro bianco potrà scatenare o controllare…
oro, metallo raro, ignoto nella Landa,
né governato, né limitato, né sottomesso
alla Legge con cui la Landa fu creata



poiché la Landa è bellissima
come un sogno di pace e di armonia di un animo forte
e la Bellezza non è possibile senza disciplina…
e la Legge che ha dato vita al Tempo
è il freno che il Creatore della Landa
dovette imporre a se stesso

bensì chiave di volta, perno, punto cruciale
dell'anarchia che era la materia grezza di cui fu fatto il tempo
e con il tempo la Terra
e con la Terra coloro che la abitano,
magia primordiale, imprigionata in ogni particella vivente
e scatenata e controllata dall'oro



(ignoto nella Landa)


perché quel potere è l'ancora dell'arco di vite
che percorre e domina il Tempo
e bianco


(oro bianco:
non color dell'ebano
né del sangue, né della carne
e neppure verde)


perché il bianco è il colore dell'osso
che è la struttura della carne
e la disciplina della vita

questo potere è un paradosso
perché il Potere non esiste senza Legge
e la magia primordiale non ha Legge
e l'oro bianco è un paradosso
perché parla per le ossa della vita
ma non appartiene alla Landa
e colui che porta la magia primordiale dell'oro bianco
è un paradosso
perché è, allo stesso tempo, tutto e niente,
è un eroe e uno sciocco,
è inerme e potente…
e con una sola parola di fedeltà o di tradimento
potrà salvare o condannare la Terra
perché è allo stesso tempo, pazzo e sano,
freddo e ardente
perduto e trovato [1].

Col tempo Covenant arriverà a comprendere che il canto contiene più di un parallelismo poetico tra il potere dell'oro bianco, l'oro bianco ed il suo portatore, quando definisce ciascuno un paradosso. In realtà l'oro bianco è lui stesso; la lega di cui è fatto simboleggia la sua ambivalenza fondamentale tra bene e male; l'incapacità di usarlo nasce dalla sua non accettazione della Landa, della sua natura magica, e dalla sua non coscienza di sé e del proprio ruolo.
Per Covenant, l'anello è solo il ricordo crudele del suo matrimonio distrutto dalla lebbra:



Con un gemito, ricordò il prezzo pagato da Atiaran per fargli raggiungere la sala del Consiglio dove si trovava in quel momento[…].Ma la faccia disegnata dalle fiamme nella pietraluce era quella di sua moglie. "Joan" esclamò dentro di sé. Un corpo malato è più importante di ogni altra cosa?".[…]
- Non posso usarlo – gridò desolato, come se l'anello fosse ancora il simbolo del matrimonio, anziché un talismano di magia. – ho la lebbra! [2]


Il potere dell'anello di Covenant è superiore al potere dello Spregiatore. Il Sire Immondo vuole fuggire dalla Landa per sfidare il Creatore, ma non è in grado di farlo a meno di non possedere l'anello: per questo ha portato Covenant nella Landa. La sua scommessa è che Covenant non sarà in grado di scoprire come usare l'anello contro di lui. In effetti, Covenant riesce ad usare l'anello solo a tratti, ed in maniera imprevedibile, di solito quando è molto arrabbiato o sconvolto, oppure usando un altro potere come innesco.
Il possesso dell'anello rende Covenant l'ago della bilancia nella lotta tra il bene o il male. Come dice il canto della leggenda, con una sola parola di fedeltà o di tradimento egli può decidere del destino della Landa. Egli è estraneo ad entrambe le parti in lotta.


La Landa non è il tuo mondo, non ha alcun diritto al tuo rispetto. Fin dall'inizio ti ha tormentato con richieste che non potevi accogliere, con onori che non potevi guadagnarti. [3]


Gli ricorda il Sire Immondo nel loro incontro decisivo al termine del primo ciclo. In questo modo egli è l'arbitro, chiamato a decidere delle sorti dello scontro.
Nel secondo ciclo, Covenant non ha più dubbi sul potere dell'anello, ed è in grado di usarlo. Lo Spregiatore cerca di spingerlo ad usare il potere, e fa in modo, avvelenandolo, di potenziarlo, per spingerlo a spezzare l'Arco del Tempo. In questo modo otterrebbe di distruggere la Landa ed essere liberato. Covenant comprende però che il Sire Immondo, pur desiderando l'anello, non può semplicemente rubarglielo. Deve ottenere che sia Covenant stesso, per paura, a cederglielo. Alla fine, Covenant glielo cede, con grande terrore della co-protagonista, ma solo perché ha compreso qualcosa che Mhoram gli aveva detto molto tempo prima "L'oro bianco siete voi". Infatti, l'anello materiale a nulla serve allo Spregiatore perché Covenant continua ad opporsi a lui.
In questo percorso, che esula dal ciclo sul quale abbiamo scelto di concentrare l'attenzione, diventa così pienamente evidente che il potere dell'oro bianco non è che il libero arbitrio, la libertà del protagonista di decidersi per il bene o per il male. L'importanza di Covenant è l'importanza della libertà.

Note

[1] CS, pag. 227-228.

[2] CS, pag. 227.

[3] AR, pag 275.