Thomas Covenant: Il significato dell’incredulità - 12

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Autore:
Platania, sr. Marzia
Fonte:
CulturaCattolica.it

Il significato dell'incredulità
Se Thomas Covenant, ritrovatosi misteriosamente nella Landa, guarito dalla lebbra e con un anello di oro bianco che è nella Landa in grado di operare magie, si schierasse senza esitazioni dalla parte del bene, reso ancora più evidente dalla qualità propria della Landa di lasciar trasparire la salute e la sanità morale, il fantasy di Donaldson non meriterebbe più attenzione di un qualsiasi racconto di avventure; invece Thomas Covenant, dovendo trovarsi un soprannome altisonante per compiacere gli abitanti della Landa, si dà il titolo di "Incredulo". Egli rifiuta di credere alla realtà della Landa, e quindi di prendere posizione nella lotta che la travaglia. Rifiuta perché:



"quello della lebbra era l'unico mistero che poteva tollerare e accettare come dato di fatto. Esso determinava la sua risposta ad ogni altro problema di credibilità" [1].


La Landa, e la guarigione che gli ha regalato, contraddice la legge della lebbra: "i nervi non si rigenerano", ciò che è perduto è perduto per sempre; pertanto se la lebbra è lebbra, la Landa è falsa. L'unica spiegazione è che sia un sogno, e pertanto, come nei sogni, si può solo andare avanti aspettando che finisca, senza perdere la consapevolezza che di un sogno si tratta. Sarebbe bello, infatti, se fosse reale. Ma reale non può essere, se è reale la lebbra.


- Come potete essere certo che questo mondo non è reale?
- Perché la vita non funziona così. I lebbrosi non guariscono. La gente senza occhi non si mette da un momento all'altro a vedere. Sono cose che non succedono. In qualche modo, siamo stati ingannati. Il nostro bisogno di qualcosa che ci manca ci porta a credere alla Landa. [2]


Quindi Covenant rifiuta di calarsi nel ruolo di salvatore che la Landa gli richiede.
L'incredulità di Covenant non è soltanto una difficoltà di adattamento. Essa nasce in realtà dall'esperienza della lebbra, non come malattia qualsiasi, ma come paradigma del male.
Per porre in evidenza il nodo problematico profondo dell'incredulità del protagonista possiamo metterlo in paragone, come d'altra parte fa manifestamente l'autore stesso, con un altro personaggio introdotto nel secondo romanzo del ciclo, Hyle Troy. Anche lui proviene dal "nostro" mondo. È un uomo nato cieco e diventato esperto di strategia militare grazie alla sua capacità di ragionare astrattamente senza bisogno di vedere materialmente le situazioni. Durante un incendio, per sottrarsi alle fiamme si lascia cadere da una finestra ed invece di schiantarsi al suolo, si ritrova nella Landa. Atiaran, madre di Lena, la ragazza violentata da Covenant, voleva evocarlo perché salvasse la Landa, e durante questa evocazione clandestina qualche errore da lei commesso ha fatto sì che fosse Hyle Troy ad essere chiamato nella Landa, e che le fiamme che lo minacciavano ricadessero su di lei, uccidendola.
Hyle Troy, a differenza di Covenant, non può credere che la Landa sia frutto della sua immaginazione, perché la sanargilla che ha guarito Covenant dalla lebbra, ha dato a lui la vista, che non aveva mai avuto. All'inizio non riusciva neppure a capire ciò che gli stava accadendo, perché la sua mente non sapeva come interpretare le informazioni che riceveva per la prima volta. Non c'era nella sua mente il materiale per costruire un tale sogno. Pertanto, egli è perfettamente convinto della realtà della Landa, è colmo di ammirazione e gratitudine per essa, per la guarigione ricevuta. Desiderando ricambiare quanto ricevuto, si è prontamente messo a suo servizio come militare esperto, ottenendo il comando dell'esercito. Egli non riesce a capire l'incredulità del protagonista e lo accusa di non voler combattere il male per accidia o per malvagità.


L'Incredulo lo osservò, irritato dal superficiale giudizio di Hyle Troy, dalla fiducia che quell'uomo riponeva nella propria rettitudine.
[…] Troy girò su se stesso e puntò il dito contro l'Incredulo. - Sapete cosa penso? Siete troppo cinico per vedere la bellezza della Landa. Siete troppo materialista. Ve la passate troppo bene, nel vostro mondo "reale"… [3]


Nella sua mente, la lebbra non è nulla di particolarmente grave, non impedisce a Covenant di guadagnare grazie ai diritti d'autore, e quindi di avere una vita facile e felice. Egli non comprende la realtà del male.


- Basta! - Covenant si alzò. Prima che riuscisse a frenarsi, l'offesa parlò per lui: - Non sapete che cosa è un lebbroso?
- Che differenza fa? Non è certo peggio che essere privo degli occhi. Qui, non avete riacquistato la salute?
Facendo appello a tutta la forza dell'offesa, a tutta la furia del dolore, Covenant gridò: - No! - Agitò le mani - Questa la chiamate salute? E' una menzogna!
Il grido stupì Troy. La scura sicurezza dei suoi occhiali neri parve titubare; nel suo spirito si insinuò un dubbio. Per la prima volta, sembrò davvero un cieco.
- Non capisco - mormorò.


Per Troy, la lebbra è una malattia qualunque, priva di importanza dal momento in cui entrando nella Landa si viene guariti. Per Covenant la lebbra è l'emblema del male. Il male non deve essere dimenticato, l'uomo non deve riporre la sua fiducia nella propria rettitudine. Hyle Troy è stato svelto a lasciarsi alle spalle la sua menomazione, come se il male potesse essere così facilmente eliminato dall'esperienza.


Hyle Troy: un uomo talmente sopraffatto dal potere della vista da non capire la cecità del suo desiderio di assumersi la responsabilità della Landa.


Note

[1] CS, pag. 109.
[2] GG, pag 110-111.
[3] GG, pag 66.

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