Non avere paura
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aprile 1964
a Pigi Bernareggi
Ma non avere paura, non ti fermare mai,
perché il mio amore è fedele e non finisce mai.
Guardo sempre dentro me e non vedo Te,
c’è rumore nel mio cuor e non so perché.
Ma non avere paura, non ti fermare mai,
perché il mio amore è fedele e non finisce mai.
Non sapere cosa dir‚ non saper che far…
«Fai silenzio dentro te ed ascolta me».
Ma non avere paura, non ti fermare mai,
perché il mio amore è fedele e non finisce mai.
«Ogni volta che tu vuoi tu mi troverai
e l’amore mio, lo sai non finisce mai».
Ma non avere paura, non ti fermare mai,
perché il mio amore è fedele e non finisce mai.
È la scoperta della fedeltà infinita di Dio l’intuizione semplice e grandissima che anima questa canzone. Le argomentazioni filosofiche, le precarie garanzie del mondo o l’eccessiva fiducia nelle proprie capacità finiscono per diventare un rumore assordante, che distrae e spaventa chi ha nel cuore il desiderio di un bene grande.
Già a 19 anni Claudio Chieffo lo testimoniava nel canto con una consapevolezza impressionante: solo su un amore senza fine vale la pena di rischiare la vita, di amare, di lavorare, di soffrire e di sperare. Così persino la tentazione terribile della disperazione - il perdere di vista quanto la misericordia di Dio è più grande della nostra pochezza - è vinta da quell’amore che non finisce mai.
Non è una teoria pacificante buona per tutte le occasioni o il punto d’arrivo di qualche disincarnato misticismo: basta mettersi in ascolto e desiderare di riconoscere nelle vicende quotidiane il volto di quel Dio che ci ama ancor prima che iniziamo a cercarlo.
C’è una coscienza drammatica del vivere in questo richiamo forte e dolce a non avere paura. Con un dono felicissimo di arte e umanità Chieffo apre quel ritornello traboccante di speranza certa con un “ma”. Come a dire: Dio conosce bene la fatica, lo sconforto, la sofferenza, la stanchezza di ciascuno e, proprio perché in Gesù Cristo ha condiviso l’ esperienza dell’umana fragilità, può indicare l’orizzonte di una speranza più grande.
In quel “ma” è riassunto tutto ciò che potrebbe soffocare il desiderio della salvezza qui e ora, eppure proprio da lì sgorga il richiamo amorevole a non avere paura, a non fermarsi mai.