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Desire

Autore:
Scaglione, Paola
Fonte:
CulturaCattolica.it
parole e musica di Claudio Chieffo
gennaio 1992
a Bill Congdon
S. Messa di suffragio per Claudio Chieffo Sabato 22 agosto 2009, ore 19.15 Forlì - Chiesa San Filippo Neri

Io leggo la musica nei campi di grano
e lungo i fianchi delle colline,
nelle tue lacrime disperate per un dolore senza fine…

Lungo i binari di un vecchio treno,
nei sogni grandi di un ragazzino,
tra tutte le stelle della notte e l’ultima del mattino…

E tutta la musica è una strada di luce
che porta a Te, Amico mio,
è come un fiume luminoso che porta al mare
di Dio…
come vorrei venire anch’io, come vorrei...

Io leggo la musica nelle mani
forti e sicure degli amici veri,
di chi non vuole dimenticare che nulla è più come ieri...

Nelle case abbandonate
con il fuoco che brucia ancora,
nelle notti di meraviglia di un cuore che s’innamora...

E tutta la musica è una strada di luce
che porta a Te, Amico mio,
è come un fiume luminoso che porta al mare
di Dio...
come vorrei venire anch’io, come vorrei…


19 agosto 2007 - 19 agosto 2009

Da due anni Claudio vive nella vita definitiva, libero dai vincoli del tempo e dello spazio.
Per lui si è compiuto il desiderio di assoluto che fa vibrare le sue canzoni, quella nostalgia della verità, del bene, della bellezza senza fine che ha segnato i suoi giorni e fa volare il suo canto.
Nella bellezza che ferisce il cuore, nel dolore che lo fa vacillare, nella speranza che spalanca gli occhi, nello stupore per i miracoli di bene che si intrecciano ai nostri passi Chieffo ha saputo riconoscere e cantare i tratti dell’eterno.
È un dono. E lui lo sapeva bene, al punto che l’ispirazione che gli regalava una nuova canzone era accolta come qualcosa di sacro, un mistero carico di attesa e meraviglia a cui doveva affidare la vita e la voce.
La musica nasceva in lui come un’eco dello sguardo con cui abbracciava il mondo, fin nei particolari più quotidiani. Sfida seria e lieta, questa di vivere con tale amore e profondità il tempo da svelarne l’impasto di eternità.
Per questo l’espressione artistica è stata per lui il volto del desiderio, a tratti lacerante ma sempre carico di speranza certa, che l’infinito si manifestasse. Un’attesa di bene che non lo lasciava quieto e che ci ha regalato una musica grande.
Con questa canzone Claudio ha aperto tutti i suoi concerti negli ultimi anni, perché a chi lo ascoltava fosse chiaro da subito il senso del suo canto, la meta a cui tornava la “strada di luce” della musica.
“Come vorrei venire anch’io”: è stato questo il ritmo del suo passo. E questo rimane - compagnia nel cammino e promessa di eternità - il respiro di un canto che continua a vincere il tempo e a sostenere la speranza.