I cieli
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luglio 1964
a Marta
Non so proprio come far per ringraziare il mio Signor:
Lui m’ha dato i cieli da guardar e tanta gioia dentro al cuor.
Lui m’ha dato i cieli da guardar‚
Lui m’ha dato la bocca per cantar‚
Lui m’ha dato il mondo per amar
e tanta gioia dentro al cuor.
Si è curvato su di me ed è disceso giù dal ciel‚
per abitare in mezzo a noi e per salvare tutti noi.
Lui m’ha dato i cieli da guardar‚
Lui m’ha dato la bocca per cantar‚
Lui m’ha dato il mondo per amar
e tanta gioia dentro al cuor.
Quando un dì con Lui sarò nella Sua casa abiterò‚
nella sua casa tutta d’or con tanta gioia dentro al cuor.
Quando un dì con Lui sarem nella Sua casa abiterem‚
nella sua casa tutta d’or con tanta gioia dentro al cuor
Lui m’ha dato i cieli da guardar‚
Lui m’ha dato la bocca per cantar‚
Lui m’ha dato il mondo per amar
e tanta gioia dentro al cuor.
19 agosto 2007 - 19 agosto 2011
La musica di Claudio Chieffo vive in uno sguardo educato a riconoscere il bene. La vita nuova generata dalla fede lo ha reso capace di cogliere lo splendore dell’eterno che si manifesta tra le pieghe della vita di ognuno. Che si è manifestato nella sua vita, innanzitutto.
Così questo canto, raccontando la scoperta dell’amore per la ragazza che sarebbe diventata sua moglie, esprime la gratitudine di chi si scopre abbracciato da una promessa grande: quella che svela alla storia di ogni uomo un destino di gioia perfetta. In Claudio il dare gloria a Dio è sempre stato, con ogni evidenza, l’esito di un realismo, in cui ogni bellezza vista e vissuta rimanda per disposizione naturale all’immagine traboccante di bene del paradiso.
Solo chi vive il centuplo garantito a chi crede sa cantare la gloria di Dio. E Chieffo è stato - è, nella sua musica che continua a vivere – un uomo di fede solida. Un uomo che nel rapporto con Dio si è conservato semplice come insegna il Vangelo. Raccontava a questo proposito: «Sono riuscito, senza molti meriti, a conservare una semplicità di cuore e di affetti che mi permette di vivere la mia giornata come una preghiera e come un ringraziamento. Ci sono due parole che ripeto a Dio fin dalla mattina quando mi alzo, non per abitudine, ma proprio perché non so dire altro: ‘grazie’ e ‘perdono’. ‘Grazie’ per quello che mi dai e ‘perdono’ per quello che non faccio, che non sono». (citato in Paola Scaglione, La mia voce e le Tue Parole. Claudio Chieffo, una lunga storia di musica e poesia, Ares, Milano 2006, p. 154)