IV Congresso filosofico russo - 5
Messianismo russo in periodo sovietico. A. Dyrkova (Tomsk)- Autore:
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La Grande Guerra Patriottica è stata una nuova tappa che ha trasformato il messianismo russo. I presupposti di questo processo si possono osservare a partire dalla metà degli anni ‘30. Le idee della rivoluzione mondiale e dell’Internazionale mondiale sono messe in ombra dalla ‘costruzione del socialismo in un solo paese’. Il ristabilimento di concetti come ‘paese natale’, ‘patriottismo’, ‘patria’ diventano simboli destinati a consolidare la società che nel processo di collettivazione aveva perso la terra della nazione la persona della nazione. La guerra fece ricordare il significato autentico di questi concetti; si dovette riconoscere che non si poteva vincere la guerra con le idee del marxismo e dell’internazionalismo. Gloriosi nomi di condottieri risuonarono nell’appello del Metropolita Sergij e nel discorso di Stalin. Si ebbe una certa indulgenza nei confronti della Chiesa ortodossa russa che ottenne il ristabilimento del Patriarcato. Si crearono nuove decorazioni alla gloria militare ed un nuovo inno nazionale che inneggiava alla Grande Russia unificatrice dei popoli.
Nel processo di restaurazione del messianismo russo si possono distinguere due tappe. Nella prima, soprattutto all’inizio della guerra, quando tutti gli strati della popolazione venivano arruolati, i valori tradizionali del popolo russo, fra cui l’ortodossia, misero in secondo ordine la priorità dei valori proletari e di classe. Ma già dalla fine del 1943 e poi più chiaramente nel 1944 i valori si mescolano alquanto. Il concetto del popolo russo liberatore e salvatore s’intreccia con i valori, ritornati in primo piano, dell’internazionalismo proletario. L’immagine della Russia difesa d’Europa dall’orda tatara – mongolica, da Napoleone ed ora dal nazismo, viene usata dalla propaganda ufficiale allo scopo di fondare ideologicamente la missione dell’Armata Rossa e dello stato sovietico.
L’idea messianica del servizio russo, unitasi con l’ideologia proletaria assieme all’additivo del nazionalismo divenne una lega tutta particolare. Si accentua l’aspetto delle tradizioni storiche mentre, nel periodo precedente, soltanto l’Ottobre 1917 era considerato la data precisa che dava inizio alla nuova era; d’allora la storia del paese si apriva come una pagina bianca. Sulle pagine della Pravda e delle Izvestija risuonavano con accento quasi slavofilo parole sulla “luce mai vista che splendeva dall’Oriente” e che il glorioso “popolo russo illuminatore” portava all’Europa. Lui aveva realizzato il sogno secolare di libertà dei popoli slavi, confermato la fraternità dei popoli. Fulgido esempio per tutti i popoli.
Toccò il culmine la dichiarazione di Alessio I al corrispondente delle Izvestija in cui il rappresentante della Chiesa ortodossa russa ringraziava Dio per aver messo a capo del paese “il geniale duce da Lui scelto, Josif Vissarionović Stalin” (Izvestija 12 maggio 1945). A nostro avviso questa dichiarazione ha una diretta analogia con l’investitura dello zar russo eletto da Dio, con caratteri divini, secondo la dottrina messianica di “Mosca, terza Roma”.
Il patriottismo russo si è trasformato in quello sovietico e l’uomo russo in uomo sovietico. L’uomo russo sovietico è presentato come l’uomo sognato dalle migliori menti dell’umanità, mentre lo stato da lui creato sarebbe l’incarnazione delle attese e delle aspirazioni secolari di molte generazioni.
La presenza tenace delle idee messianiche russe nella mentalità sovietica della metà del secolo XX trovò la sua incarnazione nella cultura della società sovietica e nella politica culturale degli organi del partito e dello stato.
In questo modo nel periodo della Grande Guerra Patriottica avvenne non soltanto la restaurazione delle posizioni messianiche fondamentali dell’idea russa. Nel periodo di crisi della storia patria, nel periodo di rinascita dell’autocoscienza nazionale, le idee sul grande destino del popolo russo e della sua vocazione si combinarono con l’ideologia ufficiale dello stato sovietico e si sono trasformate in una peculiare unione messianica, simbiosi del messianismo terrigno con quello proletario. Dipendentemente dalle condizioni storiche, dalle esigenze ideologiche e dai concreti compiti politici del momento, si fa presente in primo piano questa o quella componente del messianismo.