Ambiente: la tentazione catastrofista 1 - Dati contrastanti
Su questo problema non c’è unanimità nella comunità scientifica, e questo vale anche per le misure e i modelli matematici.- Autore:
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C’è ancora oggi una tentazione catastrofista in alcuni significativi ambiti ambientalisti e politici. Ultimo esempio del potere di lobby è l’allarme lanciato pochi giorni fa dal segretario ONU alla Conferenza di Ginevra: «Il mondo va verso il precipizio». Vogliamo offrire alcuni spunti di riflessione che non vogliono e non possono essere esaustivi, vista l’ampiezza del tema. Innanzitutto bisogna ricordare che su questo problema non c’è unanimità nella comunità scientifica, e questo vale anche per le misure e i modelli matematici. La connessione diretta tra crescita di CO2 e temperatura non è dimostrata. Un numero sempre maggiore di scienziati sostiene che i cicli solari, nella storia, riflettono in maniera più precisa l’andamento della temperatura sul pianeta. La produzione di CO2 è solo in minima parte dovuta all’uomo, il 90-96% è di origine naturale. Inoltre un maggiore tasso di anidride carbonica rappresenta uno stimolo per la vita vegetale, avendo come risultato un aumento della produttività agricola. L’innalzamento della temperatura dipende anche dall’attività dell’oceano, dalle radiazioni solari, dalle nubi e dall’attività dei vulcani. Non c’è nessuna certezza che sia la causa delle catastrofi ambientali. Le risorse idriche del pianeta non sono diminuite (semmai c’è un problema di distribuzione), ed è noto che ad un aumento della temperatura corrisponde una maggiore evaporazione delle acque ed una più intensa e continua serie di precipitazioni. Non è vero che il clima non è mai cambiato: ci sono sempre stati cicli caldi e freddi. Gli stessi ghiacciai sciogliendosi rivelano come l’habitat naturale prima del loro formarsi fosse molto diverso: una terra oggi ricoperta di ghiacci aveva foreste tanto rigogliose da essere chiamata "terra verde" (Grunland-Groenlandia). La calotta artica si è sciolta altre volte. Nel Medioevo o al tempo degli Egizi faceva anche più caldo di oggi.
Sempre, quando la temperatura è stata più calda, nella storia si è avuto un ciclo virtuoso di crescita di produzione, e quindi crescita demografica e sviluppo, e le antiche civiltà e lo sviluppo dell’Europa nel Medioevo lo dimostrano. Anche oggi l’aumento della temperatura porterebbe qualche beneficio: si pensi per esempio al passaggio delle navi nel Mare Artico con risparmio di migliaia di Km.
Inoltre gli aumenti di temperatura del passato si sono registrati in epoche in cui non c’era ancora lo sviluppo industriale. L’aumento delle temperature registrato nell’ultimo secolo non è proporzionale all’attività industriale, in quanto gli andamenti sono diversi; i ghiacciai si sono sciolti anche in altri periodi nei quali l’attività industriale era assente, e questo si verifica dai resti di piante che si trovano sotto i ghiacciai che si ritirano. Inoltre il riscaldamento è presente nell’emisfero Nord e non in quello Sud: ne è un esempio il ghiacciaio argentino Perito Moreno, che non si ritira. La lobby dell’ecologismo-catastrofista, alla ricerca di un nuovo nemico, ha trovato la minaccia del riscaldamento globale, imputando all’uomo la causa. Con il timore della ”bomba demografica”, rivelatasi poi falsa, utilizzando scenari ambientali catastrofici in nome di una falsa idea di progresso e libertà, hanno fatto accettare e diffuso la sterilizzazione e l’aborto (vedi Brasile e India, o la legge del figlio unico in Cina) condizionando pesantemente lo sviluppo dei paesi poveri. Come ricorda il Papa nell’ultima enciclica, considerare la natura più importante della persona umana “è una posizione che induce ad atteggiamenti neopagani o di nuovo panteismo” (Caritas in Veritate n. 48). In questo scenario la Chiesa cattolica diventa un nemico da demonizzare. I progetti di spesa per ridurre la CO2 sono di dimensioni sproporzionate rispetto agli effetti che si vogliono ottenere; inoltre questi soldi vengono sottratti ad altre emergenze su cui si potrebbe influire maggiormente, come la malaria e la fame nel mondo. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, con la metà di tale cifra si potrebbero fornire acqua potabile, servizi igienici, cure mediche di base ed istruzione per tutti gli abitanti della Terra.