Ambiente: la tentazione catastrofista 2 - Cosa dice la “Caritas in veritate”
Il Magistero sociale della Chiesa sollecita a non ridurre utilitaristicamente la natura a mero oggetto di manipolazione e sfruttamento: non assolutizzare la natura, né sovrapporla in dignità alla stessa persona umana.- Autore:
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Un altro tema che ricorre nell’ambientalismo catastrofista è l’aumento dei poteri a organi transnazionali non eletti, e l’aumento di regole che limitano la libertà: da notare che queste limitazioni vengono proposte per il bene dell’umanità e dell’ambiente, ma alcuni esperti e politici ricordano che la libertà è bene fondamentale, e questo ambientalismo persegue con slogan diversi linee politiche per il controllo delle persone già apparse con altre ideologie (non a caso molti ex comunisti le sostengono).
Per fortuna non esiste solo questo tipo di ambientalismo. Il Magistero sociale della Chiesa sollecita a non ridurre utilitaristicamente la natura a mero oggetto di manipolazione e sfruttamento: non assolutizzare la natura, né sovrapporla in dignità alla stessa persona umana. Giovanni Paolo II, nella lettera enciclica "Centesimus Annus" aveva spiegato la concezione cristiana del rapporto tra umanità e creato: dignità e unicità della persona umana, centralità della famiglia con la sua opera educativa, per incrementare la capacità sociale del lavoro umano.
L’errore più grande dell’ideologia ambientalista è considerare l’uomo come il problema e non come risorsa. Nel corso della storia l’uomo è stato capace di adattarsi ad ogni tipo di clima, e lo sviluppo ha permesso di ridurre gli effetti negativi dei cambiamenti climatici. Se lo sviluppo è autentico non può non essere sostenibile. Si può osservare che dove le condizioni di vita per l’uomo migliorano, maggiore è la sensibilità per la difesa del creato e maggiore il suo rispetto.
“Incentivando lo sviluppo economico e culturale delle popolazioni si tutela anche la natura” (Caritas in Veritate n. 51). Bisogna sviluppare un parametro culturale “ottimista”, non più basato sul conflitto tra attività lavorative e ambiente. L’ambiente condiziona in modo fondamentale la vita e lo sviluppo dell’uomo, e l’essere umano perfeziona e nobilita l’ambiente mediante la sua attività creativa; per questo è importantissimo poter utilizzare tutte le competenze, umane, educative, economiche ed etiche, scientifiche, tecnologiche, per poter analizzare e risolvere i principali problemi: un esempio è la possibilità di sfruttare la forze delle onde per produrre energia. C’è il rischio invece che si contrappongano due visioni, quella di chi considera la natura un tabù intoccabile o, al contrario, quella di chi ritiene di poterne abusare. Ambedue questi atteggiamenti non sono conformi alla visione cristiana della natura, frutto della creazione di Dio.
Benedetto XVI per la celebrazione della Giornata mondiale della pace 2008 scriveva “Dobbiamo avere cura dell'ambiente: esso è stato affidato all'uomo, perché lo custodisca e lo coltivi (Gn 2,15) con libertà responsabile, avendo sempre come criterio orientatore il bene di tutti. L'essere umano, ovviamente, ha un primato di valore su tutto il creato. Rispettare l'ambiente non vuol dire considerare la natura materiale o animale più importante dell'uomo. Vuol dire piuttosto non considerarla egoisticamente a completa disposizione dei propri interessi, perché anche le future generazioni hanno il diritto di trarre beneficio dalla creazione.”
Bisogna sottolineare l’importanza di uno sviluppo completo della persona umana, e di una giustizia sociale in cui solidarietà e sussidiarietà concorrano insieme a ridurre le disuguaglianze presenti nel mondo. La questione della destinazione universale dei beni ci richiama ad adottare stili di vita e modelli di produzione e di consumo improntati al rispetto del creato e alle reali esigenze di progresso sostenibile. Una proposta ben diversa dalle tesi di chi sostiene una decrescita che limiti lo sviluppo.
“Il problema decisivo è la complessiva tenuta morale della società. Se non si rispetta il diritto alla vita e alla morte naturale, la coscienza comune finisce per perdere il concetto di ecologia umana e, con esso, quello di ecologia ambientale. È una contraddizione chiedere alle nuove generazioni il rispetto dell'ambiente naturale, quando l'educazione e le leggi non le aiutano a rispettare se stesse. Il libro della natura è uno e indivisibile.” (Caritas in Veritate n.51) Troppo spesso la questione culturale e il degrado morale ed etico che derivano dalla mancanza del rispetto della vita e della dignità dell’uomo in ogni sua fase sono sottovalutati. “Le modalità con cui l'uomo tratta l'ambiente influiscono sulle modalità con cui tratta se stesso, e viceversa” (Caritas in Veritate n.51).