Il "Caso Alagoinha" 8 - Ferma opposizione dei genitori della bambina all'aborto

La madre disse chiaramente, davanti ai consiglieri, che era contraria all'aborto, e che "PENSAVA CHE L'ABORTO NON ERA CORRETTO, ANCHE IN QUEL CASO, E CHE NESSUNO AVEVA IL DIRITTO DI TOGLIERE LA VITA A CHIUNQUE".
Autore:
Monteiro, Alberto R. S.
Fonte:
CulturaCattolica.it
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La notizia, ripetuta da molti altri giornali, è arrivata anche ad Alagoinha al Consiglio Tutelare. I consiglieri temevano che non sarebbe stato rispettato l'accordo fatto il venerdì, quando si era stabilito che niente sarebbe stato deciso prima del lunedì, giorno in cui il Consiglio si sarebbe pronunciato. I consiglieri, inoltre, sapevano che la madre della bambina era contraria all'aborto, e trovarono strano ciò che la stampa divulgava a nome dell’Ufficio Stampa dell'ospedale. Così, ancora una volta, ritornarono il sabato a Recife, con un viaggio di tre ore di macchina all’andata e tre ore al ritorno, per capire cosa stava succedendo. Verificarono a Recife che la bambina giocava in ospedale e che nessun procedimento era stato avviato. Domandarono alla madre che cosa pensava. La madre disse chiaramente, davanti ai consiglieri, che era contraria all'aborto, e che "PENSAVA CHE L'ABORTO NON ERA CORRETTO, ANCHE IN QUEL CASO, E CHE NESSUNO AVEVA IL DIRITTO DI TOGLIERE LA VITA A CHIUNQUE".

Ma, profondamente e chiaramente turbata per il fatto, ha spiegato anche che aveva firmato "alcuni documenti", dei quali, tuttavia, non era capace di dire di che trattavano. Si deve dire che la madre è analfabeta e non sa firmare con il proprio nome. Per firmare i documenti citati, dei quali lei non ha saputo spiegare il contenuto, le era stato richiesto che li segnasse con le sue impronte digitali. Ritornando lo stesso sabato notte ad Alagoinha, i consiglieri si sono interessati di cercare il padre della bambina, perché anche lui si manifestasse sul caso. Hanno trovato che il Sig. Erivaldo, il nonno dei due gemelli già di cinque mesi, aveva una posizione contraria all'aborto ancora più chiara di quella della madre. Erivaldo ha deciso di andare anche lui all'IMIP il lunedì, insieme al Consiglio Tutelare, per chiedere la dimissione della figlia. Restava ancora da risolvere la questione del documento che era stato chiesto al Consiglio Tutelare per essere inviato all'IMIP. Avendo verificato che entrambi i genitori della bambina ricoverata nell'IMIP erano contrari all'aborto, i membri del Consiglio Tutelare di Alagoinha votarono all'unanimità nella domenica l'invio all'IMIP di un documento, dove si richiedeva che fosse rispettata la volontà di entrambi i genitori, che desideravano conservare la vita dei due gemelli, e che non fosse realizzato l'aborto. Nel frattempo a Recife e in tutto il Brasile, la stampa continuava a diffondere, in modo menzognero, che i procedimenti dell'aborto erano già stati avviati. Questo atteggiamento dei mezzi di comunicazione nella trasmissione di informazioni che erano consapevolmente false, preparava a livello nazionale una aspettativa sensazionalistica, e l'ambiente nevrotico in cui si sarebbero svolti gli avvenimenti che vennero in seguito. Nell'edizione di domenica, così ha dichiarato il “Diário de Pernambuco”:
"I procedimenti per l'aborto dei gemelli di cui è gravida la bambina di nove anni, vittima di abusi sessuali, sono stati iniziati questo sabato. La bambina è ricoverata in ospedale da venerdì, nel reparto delle gravidanze ad alto rischio dell'Istituto Materno Infantile (IMIP), assistita da un gruppo multidisciplinare di professionisti. La famiglia della bambina ha chiesto l'interruzione della gravidanza e l'IMIP, cosciente del rischio che minaccia la paziente, ha accettato la richiesta. "

http://www.diariodepernambuco.com.br/2009/03/01/urbana13_0.asp