Il “Caso Alagoinha” 1 – Messaggio a tutti coloro che capiscono il valore della vita

Nell'ultima settimana di febbraio 2009, si è venuti a conoscenza della doppia gravidanza di una bambina di nove anni nel Nord est del Brasile. Il fatto è accaduto mercoledì 27 febbraio 2009, nella piccola Alagoinha, una città di 14 mila abitanti, nello stato di Pernambuco in Brasile.
Autore:
Monteiro, Alberto R. S.
Fonte:
CulturaCattolica.it
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La bambina era al quarto mese di gravidanza. Il padre dei gemelli sarebbe il patrigno, un uomo di 23 anni che viveva con la madre della bambina. Il padre biologico della bambina, che attualmente vive in Alagoinha, era separato dalla madre da tre anni. Il patrigno fu arrestato nella stessa notte del mercoledì e la popolazione della città ha cercato di linciarlo.

La madre della minorenne era contro l'aborto. Il padre biologico era radicalmente contro l'aborto. Contro tutta la migliore medicina, il personale dell'ospedale ha fatto capire ai genitori che la ragazza sarebbe morta se la gravidanza fosse stata portata avanti. Questo non è vero. In Brasile ogni anno ci sono 30.000 gravidanze di ragazze di meno di 14 anni e non vi è alcun caso di morte registrata a causa della gravidanza, quando viene offerto l'accompagnamento medico durante la gravidanza e il parto cesareo. Il modo con cui hanno mentito ai genitori per farli consentire all'aborto fu una questione criminale, una vergogna per qualsiasi servizio sanitario. Il padre della bambina, impedito di parlare con i medici, quando ha capito che i funzionari dell'ospedale mentivano, ha chiesto l'aiuto di un ufficio giuridico per impedire l'aborto, un diritto garantito dalla legislazione brasiliana, giacché è delitto eseguire un aborto contro la volontà dei genitori, soprattutto quando non c'è rischio di morte.

I medici dell'ospedale, invece, per garantire che l'aborto sarebbe stato realizzato anche contro la volontà del padre, hanno facilitato l'immediata dimissione della bambina e il suo trasferimento ad un luogo che sarebbe rimasto incognito al genitore fino al momento in cui l'aborto si fosse consumato. Il governo brasiliano e i mass media, trattando i responsabili di questi eventi come se fossero degli eroi, approfittano ora degli avvenimenti per promuovere la loro agenda verso una completa legalizzazione dell'aborto. Gli avvenimenti sono stati ampiamente divulgati in modo da nascondere i fatti veri in un grande spettacolo mediatico, in cui le persone sono indotte a credere che una gravidanza di una minorenne significhi lo stesso che la sua morte fisica.

Quello che si è divulgato a questo riguardo fu ciò che la stampa ha voluto che il pubblico sapesse. Le persone direttamente coinvolte nel caso hanno fornito spiegazioni ai giornalisti che le hanno cercate su ogni dettaglio di ciò che è riportato in questo messaggio, ma nulla è stato pubblicato. Le persone hanno il diritto di conoscere la verità, e di capire in che modo il pubblico e le vittime stesse sono stati trattati secondo gli interessi internazionali con i quali il governo del Presidente del Brasile Luis Inácio Lula da Silva è connivente.

Ciò che è accaduto nel mese di marzo 2009 a Recife non è il primo caso di questo tipo. Ci sono gruppi che ricevono finanziamenti miliardari da fondazioni internazionali perché questi eventi siano sfruttati al massimo. È dovere di quelli che difendono la vita, invece di aiutare a confondere la gente, portare a conoscenza di tutti ciò che sta accadendo e prendere posizione in modo tale che non si ripetano più eventi così vergognosi come questo, dove le persone sono semplicemente ingannate, i fatti sono nascosti, l'informazione è manipolata e un popolo intero è trattato da scemo; tutto ciò con l'unico scopo di produrre profondi cambiamenti nella opinione pubblica, per eseguire un programma stabilito da organizzazioni internazionali, sulle quali le istituzioni democratiche non hanno nessun potere di controllo.

Si chiede a tutti di leggere, studiare, discutere e diffondere questo messaggio in ogni modo possibile. Passatelo a tutto il vostro elenco di contatti, chiedendo loro di fare lo stesso. Si chiede, finalmente, di rivolgersi alle istituzioni coinvolte, perché esse prendano pubblicamente posizione sui fatti accaduti, come spiegato alla fine del presente messaggio.