I giovani nei regimi totalitari: URSS e Italia

Autore:
Ferrante, Mariella
Fonte:
CulturaCattolica.it ©

Tutti i governanti hanno prestato attenzione alle giovani generazioni per ragioni economiche e militari; con l'avvento dei regimi totalitari del ventesimo secolo (bolscevismo, nazismo, fascismo) iniziano però vere e proprie campagne di indottrinamento dei giovani attraverso la scuola, l'inquadramento in associazioni obbligatorie, i raduni di massa, i campi di educazione. Le energie vitali proprie dell'età giovanile - energie biologiche, psicologiche, spirituali - sono state rigidamente incanalate lungo percorsi che non ammettevano dissensi, analogamente a quanto avveniva per il resto della società.


I giovani in Unione Sovietica
La prima organizzazione giovanile nasce nel 1917 dopo i primi mesi di lotta nelle industrie Putilov sotto la guida del giovane comunista Casilij Alekseev e viene chiamata "Lega socialista della gioventù operaia". Un anno dopo la rivoluzione di ottobre (1918), viene organizzato il primo congresso di fondazione del "Komsomol" (abbreviazione di "Kommunistic*eskij Molodez*i") che - secondo lo statuto - è una "organizzazione indipendente, sottoposta alla direzione del partito", estesa a tutta l'URSS: al momento della cerimonia con cui i giovani venivano ammessi veniva loro consegnata una camicia bianca ed una cravatta rossa che costituivano la loro divisa. Il Komsomol diventa ben presto un'organizzazione di massa attraverso cui sottoporre tutti i giovani (fino ai 28 anni) alla direzione del Partito: i capi dell'organizzazione possono essere di qualsiasi età e di fatto sono tutti uomini del partito. Nato in polemica con le associazioni giovanili borghesi, il Komsomol all'inizio applica al suo interno una forma di elezione democratica dei vertici (secondo una struttura analoga a quella del partito). Ben presto però, soprattutto nel momento in cui vengono abolite tutte le altre associazioni giovanili, la scelta dei candidati da votare viene fissata dall'élite dirigente e convalidata dal Partito.
"Nel corso degli anni si fece notare la tendenza ad attribuire sia un ruolo di avanguardia sia specifici interessi di classe alla gioventù e quindi al Komsomol. Così nei primi congressi furono sottolineati con particolare energia gli scopi e le speranze dei comunisti: la società futura di un'umanità che sarebbe vissuta unita nell'amicizia e senza capi né sovrani, senza proprietari terrieri o capitalisti, senza fannulloni o parassiti, avendo Mosca come centro della Repubblica Comunista mondiale; …i membri del Komsomol furono definiti come la "grande classe" che doveva vincere e avrebbe vinto come un tutto unico, anche se da molti singoli avrebbe dovuto esigere il sacrificio della vita" (da Ernst Nolte, Nazionalsocialismo e bolscevismo, Sansoni pag. 298).
Questa sottolineatura avanguardista viene ben presto abbandonata sia perché si ritiene necessario privilegiare il tema dell'incremento della produzione sia perché non di rado dai giovani del Komsomol vengono espresse critiche nei confronti di certe scelte del Partito (numerosi sono i seguaci di Trockij). Ciò che viene accettata senza alcuna discussione, anzi è "inculcata" nei giovani è l'ideologia del Partito: questo è lo scopo dei vari momenti formativi del Komsomol, tra i quali si segnalano la realizzazione del "Natale rosso" o della "Pasqua rossa".
Elementi fondamentali della formazione sono:
- i principi del marxismo - leninismo
- la lotta all'immobilismo dei genitori ed all'influsso del pope
- la lotta contro l'analfabetismo con l'estensione dell'istruzione anche alle ragazze
- una nuova morale sessuale (in seguito criticata da Lenin che cercherà di limitarne gli eccessi, insieme all'abuso dell'alcool).
Un ruolo fondamentale ha l'educazione paramilitare: nel dicembre 1929 il Comitato Centrale del Komsomol delibera "Il Komsomol si fa carico dell'addestramento della gioventù che sta per essere chiamata alle armi. Il suo compito è di addestrare ancor prima del servizio militare i futuri quadri dell'Armata Rossa mediante l'educazione fisica e l'istruzione premilitare, propagare e organizzare l'addestramento premilitare fra la gioventù, diffondere fra le future reclute un'educazione politica e il convincimento che dovranno essere d'esempio nell'esercizio della disciplina e nell'adempimento dei propri doveri". In URSS questa direttiva verrà praticata fino al 1991.
Quando viene varato il primo piano quinquennale, i giovani del Komsomol sono chiamati a partecipare attivamente alla costruzione di alcune fabbriche e alla campagna per la collettivizzazione della terra (1).
Con Stalin l'organizzazione prospera diventando un docile strumento nelle sue mani: egli vuole farne la sezione giovanile del NKVD e realizza il suo scopo con continue purghe dei capi delle varie sezioni del Komsomol. Stalin è solito affermare che "Il primo e vero compito di formazione del Komsomol è la necessità di scovare e riconoscere il nemico, che deve poi essere tolto energicamente di mezzo, con sistemi di pressione economica, di isolamento politico-organizzativo, e di distruzione fisica". Per questo chiede ai giovani un'opera di vigilanza e di denuncia: il quattordicenne Pavel Morozov diventa un eroe nazionale perché ha rivelato alle autorità le azioni controrivoluzionarie di suo padre e per questo è stato vittima di una vendetta familiare.


I giovani nell'Italia fascista (2)
La gioventù - come ben testimonia l'inno del regime (3)- non indica per il fascismo solo una categoria anagrafica, ma un simbolo di molteplici valori, etici, civili, estetici. Si afferma, per esempio, che "Il vile non può essere giovane: secondo una significativa intuizione del duce, esso è vecchio e decadente. Il 'giovane' implica un'anima d'eroe" (da Gioventù fascista, 10 febbraio 1932, p. 4).
La nascita delle organizzazioni giovanili fasciste coincide con la fondazione dei fasci sansepolcristi del 1919, quando si formano le Avanguardie studentesche che affiancheranno le violenze dei fasci nei due anni successivi. D'altra parte gli stessi capi fascisti appartengono alla generazione giovanile e questo rende più immediata l'equazione fascismo=gioventù: Mussolini 39 anni, Italo Balbo 26; Giuseppe Bottai e Dino Grandi 27, Roberto Farinacci 30. Nel 1921 i giovani rappresentano il 25 % del movimento fascista, nel 1924 su 220 deputati fascisti 146 hanno meno di quarant'anni (4).

Il Partito nazionale fascista proibisce tutte le altre associazioni (tranne quelle cattoliche nei paesi sotto i 20.000 abitanti) e interviene in ogni fase della vita del giovane, fin dall'infanzia, attraverso un organismo - creato nel 1926 - che si chiama Opera nazionale balilla (ONB) e che dal 1937 viene ribattezzato Gioventù Italiana del littorio (GIL), in cui i giovani sono così suddivisi:
- Le bambine ed i bambini fra i 6 e gli 8 anni sono Figli della Lupa, ovvero fratelli di Romolo e Remo;
- i bambini e i ragazzi sono divisi in Balilla (8-11 anni), Balilla Moschettieri (11-13 anni), Avanguardisti (13-15 anni), Avanguardisti Moschettieri (15-17 anni), Giovani Fascisti (17-21 anni);
- le bambine e ragazze sono Piccole Italiane (8-14 anni), Giovani Italiane (14 17), Giovani fasciste (17 21);
- dopo i 21 anni si può passare ai Fasci di combattimento, anche quelli divisi in maschili e femminili.
- gli universitari dai 18 ai 28 anni fanno parte dei Gruppi universitari fascisti (GUF) e dipendono direttamente dal partito.
Entrare nella GIL (come in ogni organizzazione di categoria) non è obbligatorio, ma non iscriversi sarebbe una grande imprudenza, per il presente e per il futuro. La tessera infatti non solo dimostra lo status di buon fascista, cioè di italiano onesto, ligio, patriottico; ma, soprattutto, senza di essa, non si può usufruire dei benefici della Cassa di mutua assistenza Arnaldo Mussolini, l'assicurazione dell'ONB prima, della GIL poi: "Dalla refezione scolastica ai libri ai quaderni gratuiti per i bisognosi, dalle colonie marine estive ai campeggi estivi e invernali, dall'insegnamento della ginnastica ai tubercolosari, l'Opera balilla promuoveva ogni settore dell'assistenza sociale per i giovani come nessun governo precedente aveva mai fatto" (G.R. Venè).
L'organizzazione dei giovani in questi gruppi è di tipo paramilitare, come indicano i nomi romani (centurie, coorti, legioni) e la formazione dei giovani deve essere "severa e inflessibile" in modo da far esprimere tutte le potenzialità della giovinezza.
[Decalogo dell'italiano nuovo]
Tutti sono d'accordo sulla necessità dell' "educazione dei giovani". Quel che si discute è se bisogna fare in modo che i giovani accettino il fascismo come l'hanno ricevuto considerandolo dunque già perfetto o si deve metterli in grado di discuterlo per migliorarlo. E' questo, ancora una volta, il contrasto fra la linea ortodossa e quella revisionista.
Mussolini piuttosto che puntare sulla difficile e lunga formazione di giovani capaci di ridiscutere e rielaborare il fascismo preferisce ottenere, anche dai giovani, un consenso "di tipo irrazionale, religioso. Il consenso, per dirla con uno degli autori più cari a Mussolini, Nietzsche, del "credente": la fede. […] Solo creandosi attorno un'atmosfera religiosa, un'"altissima tensione ideale", il fascismo avrebbe potuto realizzarsi veramente" (R. De Felice).

Note

1. Il ventinovenne ingegnere Avraanij Savenjagin nel 1930 si trasferisce nella regione degli Urali con migliaia di aderenti al Komsomol - molti dei quali moriranno assiderati a 60 gradi sotto zero per il vestiario insufficiente - a costruire il complesso industriale di Magnitogorsk che dovrà sfruttare i giacimenti minerari della zona.

2. Diversi quadri, sculture, manifesti indicano che la rappresentazione del fascismo e dei suoi valori venne sempre rappresentata attraverso corpi giovani e vigorosi Riportare due esempi: foto

3. Come è noto, ci sono diverse versioni dell'inno "Giovinezza": quella degli Arditi, quella dei sindacalisti nazionali corridoniani, quella dei fascisti. In tutte le versioni il ritornello è uguale

Noi riportiamo quella degli universitari: Il commiato.

GIOVINEZZA

Son finiti i tempi lieti
degli studi e degli amori
o compagni in alto i cuori
il passato salutiam!

E' la vita una battaglia
è il cammino irto d'inganni
ma siam forti abbiam vent'anni
l'avvenire non temiam.

Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza
nella vita e nell'asprezza, il tuo canto squilla e va.
Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza
nella vita e nell'asprezza, il tuo canto squilla e va.

Salve o nostra adolescenza,
te commossi salutiamo:
per la vita ce ne andiamo
il tuo riso cesserà.

Ma se il grido ci giungesse
dei compagni non redenti
alla morte sorridenti
il nemico ci vedrà.

Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza
nella vita e nell'asprezza, il tuo canto squilla e va.
Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza
nella vita e nell'asprezza, il tuo canto squilla e va.

GIOVINEZZA (4a versione-quella fascista)
Salve o popolo di eroi,
salve o Patria immortale,
son rinati i figli tuoi
con la fede e l'ideale.

Il valor dei tuoi guerrieri
la vision dei tuoi pionieri
la vision dell'Alighieri
oggi brilla in tutti i cuor.

Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza
nella vita e nell'asprezza, il tuo canto squilla e va.

Dell'Italia nei confini
son rifatti gli Italiani,
li ha rifatti Mussolini
per la guerra di domani

Per la gioia del lavoro
per la pace e per l'alloro
per la gogna di coloro
che la Patria rinnegar.

Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza
nella vita e nell'asprezza, il tuo canto squilla e va.

I poeti e gli artigiani
i signori e i contadini,
con orgoglio di Italiani
giuran fede a Mussolini.

Non v'è povero quartiere
che non mandi le sue schiere,
che non spieghi le bandiere
del fascismo redentor.

Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza
nella vita e nell'asprezza, il tuo canto squilla e va.

4. Gli antifascisti per contrastare la esaltazione della gioventù, negano il concetto stesso di generazione. "Per lungo tempo la sinistra ritenne, infatti, come scriveva Norberto Bobbio in risposta ad un'inchiesta della Rivista "Il Paradosso" che il termine indicasse 'una situazione sociologicamente e politicamente poco rilevante' e che 'i problemi politici non fossero problemi di generazioni, ma di individui o gruppi'."