Giotto: via al Mistero (scheda 4)

Lo zenit della storia: indicare la volontà di Dio
Fonte:
CulturaCattolica.it

(Fig. 1) Di fronte a queste ultime, sulla parete opposta troviamo:
la Natività di Maria e la Presentazione di Maria al Tempio (in alto)
Gesù dodicenne fra i dottori e il Battesimo (in mezzo)
Gesù sale il calvario e viene crocifisso (in basso)

Queste sei scene disegnano lo zenit della storia. Le tenebre sono sconfitte dal vero sole (Cristo) che giunge allo zenit dello storia. Nel pleroma: l’incontro tra la debolezza umana e la grandezza di Dio. Le tenebre proprio mentre si manifestano rivelano pienamente la loro realtà transitoria.

(Fig 2) La casa di Anna è invasa dalla gioia. La tristezza delle prime scene si è trasformata in giubilo per la nascita della Vergine. Le damigelle presenti nella scena dell’incontro tra Gioacchino e Anna sono qui all’opera per accogliere degnamente la neonata. E’ la stessa casa dei primi riquadri, là c’era Anna sola che dalla finestra aperta riceveva la visita dell’angelo. Qui la finestra è chiusa ma la casa è ricolma di luce per la presenza di Maria, attorniata dalle donne che aiutano Anna.

(Fig. 3) Nel primo riquadro Gioacchino veniva allontanato dal tempio, nel riquadro della Presentazione di Maria, il medesimo tempio si trova in posizione rovesciata e ad accogliere la Vergine c’è lo stesso sommo sacerdote che assistette allora alla scacciata di Gioacchino. Le sorti si sono ribaltate.

(Fig. 4) Questo ribaltamento delle sorti offre una chiave di lettura anche per gli affreschi dei riquadri sottostanti: in Gesù dodicenne ritrovato tra i dottori del tempio, Maria tende le braccia verso di lui, additandolo, così come Anna, sopra, tendeva le braccia verso di lei ancora infante.
Le due Madri indicano il Mistero, il passaggio di Dio nella loro vita, la loro “Pasqua”.
Sotto il Battista, restio a battezzare Gesù come un qualunque peccatore, compie un gesto speculare a quello di Maria e addita lo addita quale Salvatore.
Gesù d’altro canto a sua volta indica la volontà di Dio, ribaltando la prospettiva. Da fanciullo risponde al gesto della Madre indicando il tempio e i dottori, quali luogo della volontà di Dio su di lui. E nel Battesimo indica il Battista facendogli capire che così si adempie la volontà di Dio. Il gesto di Cristo è confermato dal Padre che, allo zenit, squarcia di luce il cielo indicando il Figlio prediletto.

(Fig. 5) Più sotto ancora, nel registro inferiore, le due scene culminanti la passione. Nella salita al calvario chi indica Gesù è, suo malgrado, un soldato romano che impugna un bastone. A lui Gesù risponde indicando la croce, che impugna. Maria che vorrebbe stare vicina al figlio, viene strattonata, mentre il cireneo chiamato a stare sotto la croce si allontana trovandosi in una posizione speculare rispetto a Maria.

Nell’ultimo riquadro la croce, circondata da Angeli, domina la scena. Sono gli stessi che circondavano la grotta del Natale, ora si strappano le vesti come il sommo sacerdote Caifa e spalancano le braccia come l’apostolo Giovanni davanti al corpo del Cristo morto. Maria è avvolta nel manto del dolore e sorretta da Giovanni e dall’altra Maria. Additano la croce la Maddalena accovacciata ai piedi del condannato e il centurione nascosto tra la folla dei soldati.
Ognuno sotto la sua bandiera. I discepoli quella di Gesù, la sua croce, lo zenit della storia che esprime la volontà di Dio, la possibilità di sconfiggere le tenebre in modo definitivo, i soldati sotto la bandiera Romana: SPQR Senatus Populusque Romanus. Cristo sta sotto il segno del Padre, che, nella scena del battesimo, si trova esattamente sopra di lui.
La croce è allo zenit della storia, è la stadera che pesa i popoli è la leva che rovescia le sorti.